Il publisher tedesco Daedalic Entertainment può ormai considerarsi il legittimo successore di LucasArts. I tempi sono cambiati, le avventure grafiche anche, ma il team di Amburgo è l’unico del settore pronto a garantire almeno un paio di grandi titoli all’anno. La fortunata serie Deponia, la saga dedicata a The Dark Eye ed il recente The Night of the Rabbit sono solo alcuni esempi. Stavolta parliamo di Daedalic Entertainment come sviluppatore di un gioco di ruolo a turni: Blackguards. Gamescom 2013 è stata l’occasione per prendere visione del titolo attraverso una build non ancora definitiva, ma stabile e già in grado di fornirci diversi spunti interessanti per questa anteprima.
Una manica di antieroi
La storia comincia nel peggiore dei modi: recatosi a trovare Eleanor, la moglie del duca, il protagonista assiste alla sua tragica fine a causa di lupo nascosto nell’ombra. Come se non bastasse, pochi attimi dopo sopraggiungono le guardie e, in men che non si dica, il povero protagonista si ritrova accusato di omicidio e torturato dal suo migliore amico alla ricerca di un mandante o di altre informazioni. Anche se l’incipit è praticamente la copia di Dishonored, da qui in poi gli eventi trattati nel gioco porteranno l’utente ad affrontare tutt’altre situazioni. Più che una lotta ai vertici di Aventuria – dove si svolge il gioco, ovvero la stessa location della saga TDE – si parla di un antieroe che, a discrezione dell’utente, si farà aiutare dalla peggior specie degli criminali locali. Blackguards è uno strategico creato su misura, in cui il videogiocatore potrà affrontare eventi e combattimenti come preferisce, attraverso una formula di gameplay ricca di contenuti.
Dopo aver scelto la classe e l’aspetto del personaggio – attraverso set predefiniti di volti, capigliatura, ecc? – il videogiocatore potrà cominciare immediatamente il training del primo capitolo di gioco, anche se Kai Fiebig, Senior Producer, ci ha spoilerato esempi di gameplay che si incontreranno qualche ora dopo le battute iniziali. Lo stesso Kai ci tiene fin da subito a farci passare un messaggio importante: il protagonista non è una buona persona, come non lo sono nemmeno i personaggi con cui deciderà di allearsi. Infatti, poco dopo essere riuscito a scappare alle torture grazie all’aiuto di un lupo, otterremo subito la possibilità di farci aiutare dagli altri criminali in cella. Tale scelta, a discrezione dell’utente, sarà piuttosto importante in quanto il videogiocatore dovrà vedersela, praticamente disarmato, con un buon numero di guardie, pertanto qualche pugno in più potrebbe far comodo a discapito della giustizia. Uno dei tanti approcci al combattimento riguarda la possibilità di sfruttare gli elementi dello scenario: tutto ciò che è cliccabile, come un mobile o un tavolo, può essere spostato, distrutto o usato addirittura come arma. Un aspetto importante di questa interazione con gli oggetti riguarda il fuoco, che consentirà all’utente di bruciare l’ambiente circostante pur di eliminare le minacce, anche se dovessero perdere la vita i propri alleati. Oltre al fuoco, abbiamo avuto modo di osservare altri poteri in dote al protagonista, come ad esempio delle sbarre magiche che imprigionano i nemici per quattro turni.
Osserva, pianifica, agisci
Un’altra caratteristica del gioco è la griglia degli spostamenti, divisa in due zone: quella che circonda il protagonista è verde, e qui è possibile muoversi e compiere azioni – come danneggiare nemici ed elementi dello scenario. La zona più lontana, quella bianca, consente esclusivamente di spostarsi. Tenendo a mente ciò, è fondamentale pianificare tutti gli spostamenti in modo da assicurarsi almeno un colpo da sferrare. I combattimenti sono piuttosto interessanti sul fronte strategico non solo per questo, ma anche per il ruolo della telecamera che, se posizionata a dovere, permette di scovare elementi dello scenario che potrebbero cambiare le sorti del combattimento. Ci è stata mostrata una bella sessione di gioco all’interno di una caverna in cui l’utente viene attaccato da un folto gruppo di mostricciattoli. Per limitare i danni e sbarazzarsi delle minacce, Kai ha utilizzato un attacco che causa molto rumore, permettendo alle stalattiti sul soffitto di cadere direttamente addosso alle creature. Scovare quelle punte sul soffitto non è facile se non si conosce il livello, infatti Kai ha dovuto alzare la visuale per un bel po’ di centimetri prima di mostrarci il soffitto. Troviamo un altro esempio di questo sistema anche nella parte iniziale, quando il protagonista può far cadere un grande lampadario sulle guardie.
Dal punto di vista tecnico, Blackguards è di difficile giudizio. Gli strategici a turni spesso e volentieri non dispongono di alto budget e, come primo progetto in questo settore, la stessa Daedalic non ha voluto rischiare in tal senso. La versione mostrata lagga un po’, non mostra effetti particolari, le animazioni sono basilari e l’intelligenza artificiale è al quanto discutibile. L’avventura si svolge in più locazioni, tanto da costringere gli sviluppatori ad integrare una mappa per gli spostamenti. Questo lascia intendere che il titolo in questione avrà una buona longevità anche in virtù della lentezza di gameplay, e ci è stato garantito che l’utente godrà di una varietà di location. Personalmente abbiamo visto solo combattimenti in ambienti chiusi, come la prigione iniziale e le caverne, ma gli screenshot mostrano anche foreste e paludi.
Commento finale
Blackguards è un titolo che gli amanti degli strategici a turno faranno bene a tenere sott’occhio. Nonostante l’incertezza circa la data di uscita, il titolo si mostra già in una build in cui, al di là di qualche sbavatura tecnica, è tranquillamente giocabile al pieno delle sue feature. Esaltato come un bambino, Kai ci ha fatto appassionare alla storia del classico personaggio scambiato per quello che non è, un assassino senza scrupoli, ma che col proseguire del gioco intraprende proprio quella strada tra la peggior feccia di Aventuria. Un antieroe tra gli antieroi, a suon di colpi proibiti.