La collezione di avventure di Frogwares dedicata alle imprese logiche di Sherlock Holmes si arricchisce di un nuovo – e decisamente riuscito – capitolo: è arrivato The Testament of Sherlock Holmes, prodotto da Focus Home Interactive e distribuito da Halifax. Dopo l’esperimento multipiattaforma del precedente Sherlock Holmes vs Jack lo Squartatore – in realtà riuscito a metà – il titolo aumenta la sua portata, riuscendo a presentarsi non solo per PC e Xbox 360, ma anche su Playstation 3: si tratta di uno dei pochissimi casi di multipiattaforma "completa" per un’avventura grafica, che però non sta pagando a dovere.
Tutto cominciò da una collana
L’indagine si apre con la scomparsa della collana samoana della marchesa di Conyngham che, stando alla ricostruzione di Holmes, sarebbe stata rubata da una scimmia ammaestrata proprio per il colpo. Nonostante le cose sembrino chiuse lì, dopo poche ore si scoprirà che il famoso investigatore londinese ha ritrovato solo un falso della collana, nonostante lo stesso Marchese avesse confermato l’originalità di quella fornita da Holmes. Le cose non quadrano, tuttavia il detective deciderà di onorare l’appuntamento col vescovo di Knightsbrigde, che ha richiesto la sua presenza alla diocesi. Una volta lì, Sherlock Holmes ed il suo fedele amico John Watson scopriranno l’orribile destino a cui è andato incontro il povero vescovo: una morte tra atroci sofferenze, provocata da bruciature e profondi tagli al corpo dopo essere stato legato ad una sedia dai suoi assassini. Nonostante le indagini di Holmes si concentreranno sull’analisi della scena del crimine e la ricostruzione degli eventi per identificare i malviventi, ben presto il fulcro cruciale del caso diventerà un altro, seguendo i fatti di cronaca quotidiana che vedono gli abitanti di Whitechapel colpiti da istanti di follia che li portano ad aggredire chiunque col tentativo di mangiarli.
Un geniale Sherlock Holmes!
Il caso trattato in The Testament of Sherlock Homes è complicatissimo, uno dei più belli trattati da Frogwares e Focus Home, ricco di colpi di scena, personaggi implicati direttamente indirettamente alle vicende, ma soprattutto capace di far emergere uno Sherlock Holmes brillante e geniale sotto diversi punti di vista. Il detective londinese si mostra come un uomo capace di tutto pur di raggiungere il suo obiettivo, affrontando e gestendo le situazioni anche per un lasso di tempo importante che lo porta a fare il doppio gioco con chiunque, anche manipolando il buon Watson – cosa peraltro non rara! Holmes si ritrova praticamente solo in questa avventura, come un burattino che manovra le azioni di chiunque, spesso utilizzando loschi modi per persuadere la gente: bugie, ricatti, azioni estreme e indifferenza verso il pensiero altrui, collocano questo Holmes nel gradino più alto della sua rinomata asocialità, ma tutto per un preciso fine che non staremo qui a svelarvi. La sceneggiatura, come detto precedentemente, è tra le più belle della saga, sicuramente la più coraggiosa ed accattivante, capace di tenere incollati al monitor anche gli avventurieri cui gusti non si sposano particolarmente col genere investigativo. Di certo, se per voi il detto “tutto ha un limite” ha un significato ben definito, Holmes arriva a superare qualsivoglia livello di pazienza, anche quello del povero Watson che lo segue dappertutto per l’amicizia decennale che li lega, coprendo più di una volta i guai giudiziari di un detective mai così criminale. Il risultato si traduce in una regia semplicemente perfetta – e in ciò, Frogwares ci ha abituati benissimo – che si lascia amare indistintamente dagli appassionati dopo aver messo a dura prova le meningi ed aver esclamato più di una volta “non ci credo!”. L’avventura permette anche di conoscere meglio il Watson videoludico, che oltre a prendersi una bella fetta di gioco mostra diversi spunti caratteriali prima d’ora sconosciuti, diventando nel suo piccolo il protagonista di alcune fasi importanti del caso.
Intuito, deduzione, fai-da-te, azione?
La giocabilità di questo capitolo della saga è incredibilmente vasta e completa e, anzi, potrebbe servire da insegnamento a diverse avventure grafiche che si concentrano solo su un determinato stile di enigmi o interazioni con l’ambiente. The Testament of Sherlock Holmes offre di tutto, e non è un eufemismo! Possiamo dividere l’esperienza di gioco in diversi capitoli, ovvero ciascuno determinato dalla location in cui Holmes e Watson andranno ad investigare: ogni sezione prevede perlopiù una fase di indagine ed una di deduzione, anche se molto spesso le due parti non rispetteranno l’alternanza. Per quanto riguarda le fasi di indagine, il protagonista – non sarà sempre Holmes – avrà il compito di recuperare tutti gli indizi in un luogo, sia questo una stanza d’ufficio piuttosto che più aree distinte. Si tratta della parte più facile, per alcuni la più appassionante per altri tediosa, che viene alleggerita dall’interfaccia: è difficile che l’utente perda per strada qualche hotspot, infatti le icone saranno ben visibili passando vicino gli oggetti – anche a distanza di qualche passo – e grazie al colore si potrà facilmente capire se è rimasto altro da analizzare su un’area che prevede lo zoom su due livelli. È presente il classico sistema di rivelazione dei punti di interesse, che per l’occasione è stato denominato Sesto senso.
In alcune circostanze la raccolta di indizi servirà per dedurre gli eventi accaduti nella stanza: per l’occasione, Watson stilerà una tabella delle deduzioni molto simile a quelle presenti nelle vicende di Jack lo Squartatore. Gli elementi più importanti forniranno delle informazioni più o meno precise ma come si sa buona parte del lavoro spetta all’investigatore, che ha il compito di mettere insieme i pezzi grazie a deduzioni e implicazioni più o meno dirette tra gli indizi raccolti. Anche questa può essere una fase capace di dividere la critica, tuttavia è lo sporco lavoro che il detective è obbligato a fare per mettere sui binari giusti l’indagine. Per aiutare l’utente, gli sviluppatori lasciano tutti i dialoghi avvenuti tra i protagonisti durante i filmati, in cui Holmes e Watson si scambieranno brevi ma importanti riflessioni in merito alla situazione: è chiaramente presente una sezione dedicata ai documenti, il luogo in cui saranno riportate le fonti più utili raccolte durante l’analisi delle aree di gioco.
In un’avventura della serie Sherlock Holmes non possono mancare gli enigmi, ovvero la forma più alta di gameplay che caratterizza i punta e clicca. Ebbene, Frogwares ha anzitutto diviso in maniera esemplare le sequenze che prevedono enigmi di natura logica – serrature, combinazioni, schemi – da quelli più meccanici – le interazioni con l’ambiente. Va detto che le ultime si presentano col contagocce, a favore di maggiori stimoli mentali, che mettono l’utente di fronte ad enigmi che prevedono l’arrivo alla soluzione attraverso la logica. Le varianti sono molteplici: in alcuni casi ci sarà bisogno di forzare una serratura utilizzando una forcina, ma la maggior parte delle volte Holmes sarà alle prese con una combinazione più complessa che prevede di gestire un meccanismo o di recuperare i codici d’apertura. Il numero di queste situazioni, così come la loro cadenza, è stata ponderata in maniera eccellente, tanto da non farle mai pesare sull’esperienza globale col titolo. Infatti, per tutta l’avventura si dovranno affrontare talmente tante situazioni che non ci si dovrà mai confrontare con lo stesso tipo di enigma a distanza di 2-3 ore. Non mancano neppure enigmi particolari che non rientrano in nessuno dei casi precedentemente enunciati, ma che fanno parte delle caratteristiche d’esame della situazione di un attento investigatore. Dulcis in fundo, non mancheranno esami scientifici e di laboratorio: analisi di provette, confronto di elementi e studio di impronte o segni specifici con l’aiuto delle fedele lente d’ingrandimento. Per risolvere particolari enigmi, Frogwares ha implementato una scappatoia: dopo determinati minuti dall’inizio dell’enigma, spunterà un pulsante che consente di saltare direttamente alla soluzione. Tuttavia, considerato che questa opzione non consente di raggiungere determinati achievement, per eventuali problemi col gioco, consigliamo di sfogliare la nostra soluzione.
Per dare a tutti la possibilità di giocare al meglio, Frogwares ha messo a disposizione tre visuali: ritroviamo la classica impostazione dei punta e clicca che, letteralmente, permette ai protagonisti di spostarsi con i click del mouse; in più ci sono due interpretazioni dei movimenti tramite WSAD: visuale in terza persona o soggettiva. La gestione dei comandi, dunque, soddisfa ogni palato e consente a chiunque di godersi al meglio l’avventura a seconda dei propri gusti. Non esiste visuale consigliata, in quanto ciascuna di quelle presenti garantisce la giusta libertà ed esperienza di esplorazione.
La cura dei dettagli è la prima risorsa
Dare in pasto ad avventurieri amanti degli investigativi un gioco rappresenta anzitutto una sfida con sé stessi: si suppone che l’utente sarà un abile osservatore, attento ai dettagli e agli oggetti di contorno. Ebbene, onde evitare problemi di questo tipo, gli sviluppatori hanno messo in piedi un impianto grafico di assoluto rispetto: possiamo dire che The Testament of Sherlock Holmes possieda la grafica migliore per il tipo di texture, che si basa sulla qualità tipica dei videogames di altri generi. Ecco dunque la riproduzione di espressioni facciali, animazioni dei personaggi durante i dialoghi, tagli cinematografici e quant’altro: il gioco non delude assolutamente e pur presentando talvolta pattern riciclati durante i dialoghi – come movimenti delle mani e del busto – l’enfasi dei dialoghi è scandita perfettamente dal sistema di animazioni, unito alle espressioni sempre perfette dei protagonisti, ovviamente tenendo conto della natura del titolo. Non possiamo certo dire che The Testament of Sherlock Holmes tenga testa al comparto grafico di Uncharted, per dirne uno, e a nessun potenziale acquirente deve saltare in testa questo tipo di paragone, in quanto l’universo in cui effettuare confronti resta quello delle avventure grafiche. Solo nel titolo Frogwares troviamo finalmente finezze mai viste in questo mondo: gli abiti dei protagonisti sono riprodotti tenendo conto dei materiali, durante i dialoghi cambiano i riflessi in base alla luce, le ombre sono puntuali e ben definite ed addirittura troviamo la comparsa del focus che, in alcuni momenti, sfoca gli elementi in secondo piano per dare risalto ai protagonisti. Ciascun personaggio presente nel gioco è stato riprodotto in maniera ottimale, dunque non è stato premiato il solo duo che l’utente controllerà, come succede in altre produzioni anche più blasonate. La cura per i protagonisti si ripercuote anche sugli ambienti: oltre all’ottima varietà di location, che spaziano tra ambienti chiusi ed all’aperto, giorno e notte e spazi vasti, seppur l’interazione sia ridotta ai soli elementi previsti per l’indagine e qualche altro oggetto semplicemente da analizzare, il contorno non è stato lasciato al caso ed il risultato finale si traduce in location pienamente godibili e ben definite.
Il comparto audio svolge il suo compito: puntuale ogni suono ed effetto ambientale, ottimo il doppiaggio inglese – il gioco è sottotitolato in italiano – ma si nota una certa mancanza di originalità nella soundtrack che, seppur accompagni il videogiocatore nell’avventura con diversi brani, non si sposa perfettamente con il contesto in taluni casi. I dialoghi si alternano in maniera piuttosto costante alle azioni dell’utente, spezzando nel giusto modo il ritmo di gioco: non ci saranno mai lunghe sezioni filmate, ma solo brevi frasi a supporto del gameplay.
Longevità decisamente ottima: per completare l’avventura di Frogwares ci vorranno almeno 15-20 ore, magari qualcosa in più per risolvere gli enigmi più complessi. Il gioco presenta i classici achievement, legati perlopiù al completamento del gioco: per sbloccarli tutti, leggete la nostra soluzione e non avrete nessun problema in proposito. Per quanto riguarda i difetti, oltre a qualche problema legato al puntamento in cui spesso gli hotspot fanno a botte tra loro nella visuale in terza persona con movimenti da tastiera, per alcuni oggetti da osservare il legame item-ambiente non è stato sviluppato a dovere, portando magari il protagonista a leggere un documento dall’altra parte della parete! Meno consigliato l’uso di pad o joystick, anche se la natura multipiattaforma del titolo consente di aumentare il bacino d’utenza.
Il caso perfetto
The Testament of Sherlock Holmes tratta uno dei casi più belli e riusciti di tutta la saga, probabilmente anche più del precedente, che anzi contava sul fascino indiscutibile dell’antagonista di Holmes, Jack lo Squartatore. Il punto forte dell’ultima fatica Frogwares è proprio Sherlock Holmes: mostrando il lato più duro e misterioso del detective londinese, regala colpi di scena per tutte le fasi d’indagini, con dialoghi ricchi di stile e citazioni alle opere precedenti. L’ottima caratterizzazione dell’investigatore e di tutti gli altri personaggi – emergono anche aspetti interessanti da Watson che rafforzano il concetto di cooperazione tra i due protagonisti – donano classe e genio alla sceneggiatura, che viene supportata a dovere da gameplay e realizzazione tecnica: le azioni da compiere nell’avventura sono tante e tutte molto distinte tra loro, mentre i vari dialoghi e le scene di intermezzo narrano perfettamente l’evolversi del caso. Siamo di fronte ad un’avventura forte sotto tutti i punti di vista che solo gli appassionati possono capire sul serio: da non perdere.