Forse la Press Conference di Nintendo, all’E3 di quest’anno, non è stata una delle migliori ed è una cosa che anche il più devoto dei nintendari è costretto a riconoscere: pur con tutti i meravigliosi annunci, il ritmo si è sempre mantenuto a livelli fin troppo bassi e molti nomi che si sperava sarebbero stati anche solo citati sono stati infruttuosamente dimenticati. Ma se si guarda a quell’ora e mezza in toto non si può scordare il momento del suo inizio, il momento in cui Shigeru Miyamoto , il maestoso genio della grande N, è salito sul palco per presentare a tutti il suo ultimo figlio, Pikmin 3 . Erano diversi anni che Olimar e i suoi colorati seguaci non si facevano vivi: le revisioni su Wii non riescono a fare troppo testo e l’esperienza inedita più vicina disponibile sulla bianca console guardava a quel fantastico Little King’s Story, che da Pikmin traeva forte ispirazione e che, molto maldestramente, nessuno ha quasi considerato. Ora, dopo aver messo mano sulla demo di Pikmin 3 , è il tempo di addentrarsi di nuovo nella natura attraverso la maniera più videoludicamente divertente mai concepita!
Naturale onniscienza
Sfortunatamente, la demo testata presentava solo il sistema di controllo legato alla pur efficace combinazione di Wii Motion Plus e Nunchuck: nel gioco completo sarà possibile utilizzare anche il Wii U Gamepad, in modo tale da avere la mappa visualizzata su di esso sempre a portata di occhio. Le meccaniche di gioco rimangono, più o meno, le stesse degli episodi precedenti, ormai collaudate e perfettamente funzionali: con il Nunchuck si controlla il leader di turno e si gestiscono le squadre di Pikmin mentre il Wii Motion Plus è responsabile di raccolte, lanci e gestione del territorio. Un abile colpo di fischietto può radunare attorno a sé schiere di variopinti aiutanti, pronti a raccogliere frutta, frammenti di oggetti e tutte le amenità sparse per il verdeggiante mondo di gioco: come di consueto, ogni elemento richiede un certo numero di Pikmin per essere trasportato e più oggetti si accumulano più alto sarà il punteggio alla fine del livello, ricompensato con una luccicante medaglia. Oltre ai Pikmin rossi, il ‘braccio violento’ della nostra squadra, nella demo era presente il nuovissimo Pikmin roccia, utilissimo per eliminare ostacoli più granitici e per i quali è necessaria una mira migliore, garantita dai precisi movimenti del controller: durante la sfida contro un gigantesco millepiedi corazzato, per esempio, è necessario utilizzare i Pikmin roccia per eliminare, una per una, tutte le piastre della sua corazza e solo in seguito recuperare i propri Pikmin rossi e lasciare a loro il lavoro brutale. I nostri gioviali amici possono essere utilizzati anche per costruire ponti e scorciatoie e per liberare sezioni di gioco altrimenti inaccessibili. Durante tutta la partita, il Wii U GamePad mostrerà la mappa di gioco, con icone e riferimenti simili a quelli delle mini-mappe che spesso popolano il genere degli RTS: grazie alle nostre dita sarà possibile scorrere rapidamente la visuale da un luogo all’altro, recuperare Pikmin nascosti, dispersi o abbandonati al loro destino dopo un lungo lavoro e adocchiare tesori in posti impensabili; si tratta di una scelta che aumenta a dismisura la comodità legeta al passaggio da una zona della mappa all’altra, aumentando la velocità di esplorazione e, di conseguenza, il ritmo stesso del gioco. Al termine della missione, da ultimo, sarà disponibile un velocissimo replay per far fronte a tutti i nostri errori e alle imperfezioni di gioco, in modo tale da migliorare la nostra prossima performance. Bastano questi dieci minuti a capire che Pikmin 3 sarà capace di offrire una esperienza di gioco immediata e rifinita: a quanto pare, però, il tutto sarà condito da una modalità Sfida, legata a tempi e punteggi, e alla possibilità di utilizzare più di un caposquadra contemporaneamente! Il supporto dell’alta definizione è solo la ciliegina sulla torta: una ciliegina, però, capace di creare per il giocatore una delle migliori rappresentazioni di luogo naturale che siano mai apparse, ad oggi, su una console.
Conclusioni
Il genio si riconosce dallo sguardo e dal cuore e di nuovo Shigeru Miyamoto sembra esserne un grandissimo esempio: un maestro storico presenta quello che potrebbe essere il suo nuovo capolavoro, un titolo creato con la sua tipica classe che, fin da queste premesse che la demo ci ha regalato con il contagocce, punta a diventare qualcosa di immenso, qualcosa che guarda al suo passato con gratitudine e fervore. Forse non era quello che molti desideravano o si aspettavano, ma siamo comunque disposti ben volentieri ad accettare un compromesso, se questo porta la firma di una delle più grandi menti creative dei nostri giorni. Anzi, ben vengano più spesso, simili compromessi!