Battaglia Navale?!
Il videogame di Battleship è frutto del lavoro dello studio Double Helix Games, occupatosi in passato di altre trasposizioni videoludiche tratte dai film di Lanterna Verde e dei G.I. Joe: La nascita dei Cobra.
In questo particolare caso ci troviamo di fronte ad un videogioco ispirato da più fronti. Battleship, infatti, sviluppa una trama parallela a quella dell’omonimo film, presente questo mese in tutte le sale italiane, il quale a sua volta si rifà al gioco da tavolo che tutti conosciamo già dalla nostra infanzia; Battaglia Navale. Il videogame di Battleship è un classico sparatutto in prima persona al quale è stato aggiunto un piccolo elemento strategico. Le premesse, dunque, non sono delle più incoraggianti.
FPS o RTS?
La pellicola cinematografica ha in parte stravolto il concetto principale del gioco a cui si ispira, mettendo in mostra l’ennesimo film su licenza e trasformandolo in un classico kolossal Hollywoodiano a base di alieni invasori, effetti speciali, moralismi spiccioli ed una vagonata di cliché.
Il videogame di Battleship è direttamente connesso alla pellicola e sviluppa una storia parallela a quella della pellicola. L’ambientazione è quella di una delle isole Hawaii in cui il protagonista, se così lo possiamo definire, è un esperto di esplosivi. Allo stesso modo del film l’invasione aliena è cominciata nel momento in cui un messaggio inviato dalla terra ha raggiunto un pianeta alieno. La richiesta di aiuto si è trasformata in una ghiotta occasione da parte degli extraterrestri che hanno pensato bene di invadere il pianeta Terra.
Il compito del personaggio principale è quello di scorazzare da una parte all’altra dell’isola (o successivamente delle altre isole) con lo scopo di disinnescare ordigni e marchingegni alieni e tentando al tempo stesso di eliminare gli sconosciuti invasori.
I comandi di gioco sono quelli classici degli sparatutto in prima persona con i tasti di spalla deputati a sparare e lanciare granate. L’unica differenza è rappresentata dal tasto [LB] che serve a richiamare una sorta di tablet “ipertecnologico” in dotazione all’esercito.
Attraverso questo schermo diviso a scacchiera, il giocatore è chiamato a gestire le navi dell’esercito presenti nell’arcipelago, impartendo degli ordini. Questi ultimi possono variare dal semplice spostamento di una o più navi all’attacco di una nave nemica, sino all’uso di determinate carte che, una volta raccolte in battaglia dai corpi dei nemici uccisi (?!), possono essere “spese” per potenziare o avvantaggiare la flotta in battaglia.
L’unica modalità di gioco disponibile, ovvero quella in single player vista l’assenza di una modalità a più giocatori sia online che offline, scorre fin troppo lineare a causa del sistema di piccoli checkpoint che di volta in volta guidano il giocatore all’obiettivo successivo all’interno di una trama di gioco che si percepisce appena. Con una modalità storia che oltre ad essere semplice e lineare, può essere portata a termine in poco più di 4-5 ore, il titolo risulta poco longevo.
Inside the battle
Una volta iniziata la modalità storia segue un brevissimo filmato in computer grafica, che oltre a non far capire nulla al giocatore, non introduce nemmeno i motivi per cui il personaggio principale si trovi stordito e addormentato i primissimi secondi di gioco e nemmeno perché venga considerato come una celebrità, all’interno di un campo di battaglia.
Spostando l’attenzione proprio sull’aspetto grafico del gioco, le ambientazioni spaziano tra le foreste e le spiagge dell’isole, sono complessivamente ben strutturate anche se non spiccano per restituire una sensazione di meraviglia mentre si cammina per l’isola. Le texture, infatti, non sono così definite come si potrebbe pensare.
L’intelligenza artificiale nel complesso si comporta bene, anche se i soldati e gli alieni non spiccano per le proprie doti di acume tattico anche se forniscono senza intoppi il proprio supporto durante gli scontri.
Il doppiaggio, completamente in italiano, è stato realizzato discretamente mentre gli effetti speciali e sonori completano sufficientemente il quadro tecnico.
Conclusioni
Il lavoro svolto dagli sviluppatori di Double Helix Games, si inserisce in quel baratro di videogame ispirati a pellicole hollywoodiane, che falliscono nel già complesso tentativo di concepire un gioco che, in questo contesto, sia all’altezza di chiamarsi tale.
Una grafica scarna, una trama traballante quanto quella del film e la totale assenza di una modalità multiplayer descrivono chiaramente ciò che ci troviamo di fronte. In conclusione possiamo affermare che Battleship è l’ennesimo tentativo fallito di coniugare cinema e videogiochi.