Chiamale se vuoi..emozioni
Mettere le mani su un nuovo capitolo di Uncharted è ormai una delle esperienze più magiche e ipnotiche degli ultimi tempi. Con Drake’s Fortune fu subito chiaro al mondo che Naughty Dog sarebbe stato sinonimo di arte, classe e garanzia. Quando si tratta di confezionare un prodotto all’altezza delle aspettative essa è pioniera. Spodestando con gentilezza Lara Croft dal trono dell’Olimpo delle avventure videoludiche, Nathan Drake è diventato l’Indiana Jones dei tempi moderni: intraprendente, sbruffone, determinato e attirato solo ed esclusivamente dalle imprese impossibili. Senza contare la capacità di non prendersi mai troppo sul serio e il cuore tenero quando si tratta di amicizie sincere e amore vero. Grazie ad Uncharted 2: Il Covo dei Ladri, la serie ha fatto un salto abissale a livello tecnico, spiazzando pubblico e critica e rasentando il realismo stesso. Nessuno avrebbe mai pensato che si potesse osare di più, nessuno tranne Sony naturalmente, che ancora una volta può contare sull’ennesima freccia al proprio arco PS3. Uncharted 3: L’inganno di Drake è arrivato da poco in tutti i negozi e Cyberludus è qui a raccontarvi il perché del successo di questo ennesimo capitolo (sappiamo che avete già sbirciato il voto finale!). Catapultatevi con noi in un insidioso viaggio, tra pericoli mortali, personaggi misteriosi e tesori oltre ogni immaginazione.
L’avventura comincia da qui.
Da umili origini verso grandi imprese
Non esistono ferie per i ladri di tesori e Nathan Drake non si è certo adagiato sugli allori dopo l’epilogo del secondo capitolo. Ma questa volta il nostro predatore di tombe ha davvero una bella gatta da pelare: cercare la leggendaria città perduta di Ubar, soprannominata l’Atlantide del deserto poiché, secondo le sacre scritture del Corano, dopo un periodo di prosperità e magnificenza, Dio la sommerse tra le sabbie del deserto di Rub’ al-Khali. Si dice che i tesori nascosti nei palazzi di Ubar superino ogni immaginazione. Una missione del genere non può essere certo affrontata da soli: Victor “Sully” Sullivan è come al solito fianco a fianco del suo pupillo, senza contare la presenza di vecchie conoscenze, come la bella Elena Fisher e l’intrepida Chloe Frazer. L’unione fa la forza, soprattutto quando i nemici di turno sono disposti a tutto, proprio a tutto pur di mettere le mani su quello che vogliono. Kathrine Marlow non è certo una donna da prendere in giro e lo stesso vale per Talbolt, il suo poco raccomandabile lacchè , cosi dannatamente ossessionati dall’anello che il protagonista porta al collo, il cimelio di famiglia ereditato dal suo antenato Francis Drake. Cosa c’entra l’anello con la città perduta di Ubar? Perché la Marlow crede di conoscere il nostro Nathe più di chiunque altro?
“L’inganno di Drake ” è un sottotitolo azzeccato per attirare la curiosità del giocatore, che verrà catapultato in una storia travolgente, ispirata ai racconti di Lawrence d’Arabia e degna di Oscar: nuovi e vecchi personaggi caratterizzati alla stregua di attori cinematografici, colpi di scena e tuffi nel passato che faranno ricredere i fan su molte questioni che credevano di conoscere, ma che ignoravano del tutto. Chiudono il cerchio un’antagonista finalmente degna di tale appellativo e il rapporto tra Drake e Sully, finalmente snocciolato e reso colonna portante di tutto il gioco. Un ennesimo colossal videoludico che vi incollerà allo schermo dall’inizio alla fine.
L’arte di Naughy Dog
Non potremo mai dimenticare il salto qualitativo compiuto dalla serie tra il primo e il secondo capitolo. Uncharted 3: L’inganno di Drake non compie tecnicamente lo stesso balzo in avanti, ma spacca ugualmente la mascella anche al più fanatico della grafica, attraverso un’eredità portata ad un nuovo livello qualitativo, grazie ad una modellazione di ambienti e personaggi realizzata a regola d’arte. Sin dalle primissime schermate, si possono ammirare modelli poligonali egregiamente lavorati, strutture architettoniche complesse e dettagliatissime e colori accesi e brillanti. In questo mare magnum di tecnologia all’avanguardia, si muove il nostro Drake, dotato di ancora più animazioni realistiche e sbalorditive. Il protagonista reagisce adesso alle superfici dell’ambiente: si appoggerà alle pareti vicine, barcollerà nelle distese di sabbia, camminerà a fatica se stanco o ferito.
Le sue azioni e interazioni con l’ambiente sono come sempre fluide e realistiche, tra una corsa forsennata verso l’uscita, salti mortali e qualche scazzottata nei bar di quartiere.
Ma il prodigioso nucleo di magnificenza offerta da Naughty Dog si trova tutto intorno a noi: Drake’s Decepition vanta alcuni degli scenari in assoluto più belli della storia dei videogiochi. Dai quartieri malfamati di Londra si passa alle vie e ai mercati di Cartagena in Colombia, ai castelli nel bel mezzo delle foreste francesi, alle distese di sabbia del deserto di Rub’ al-Khali, fino a luoghi ancora più affascinanti e pericolosi, ma che non vi sveleremo per non rovinare la sorpresa. Ogni singola location offre una natura viva e pulsante, soggetta agli agenti atmosferici e ricca di effetti speciali, forse i migliori mai visti su PS3, come le fiamme brillanti e sinuose, il movimento dell’acqua assolutamente realistico e incredibile da contemplare e la sabbia, new entry nella serie come fu la neve per il secondo capitolo. Una standing ovation va fatta per gli effetti della luce del sole, realistica oltre ogni dire: i risultati su schermo sono prodigiosi quanto incredibili, soprattutto nella città di Cartagena e nel deserto (provare per credere).
Tutto questo è impreziosito da splendide sequenze d’intermezzo, praticamente identiche alle fasi di gioco e forgiate da una regia cinematografica assolutamente magistrale e in grado di scatenare emozioni indimenticabili.
Va segnalato solo qualche occasionale bug di compenetrazioni poligonali, nulla che non si possa risolvere con un aggiornamento.
I possessori di tv 3D potranno infine godersi tutto il fascino della stereoscapia, che galloppa all’unisono con il fascino dell’avventura di questa produzione.
A coronare la perfezione ci pensa il comparto audio, che sfoggia probabilmente la migliore colonna sonora della serie. Tutti i pezzi sono perfettamente amalgamati non solo con le fasi di gioco ma anche con le diverse atmosfere che si respirano capitolo dopo capitolo. Eccellente come sempre il doppiaggio in italiano e il campionario suoni.
Veri cacciatori di tesori
Poche ma significative sono le novità apportate dagli sviluppatori a questo terzo capitolo. Anzitutto il combattimento corpo a corpo assume un’importanza fondamentale dall’inizio alla fine del gioco: Drake può sferrare una serie di ganci con il tasto Quadrato, per poi schivare con il tasto Triangolo (la cui icona apparirà all’improvviso su schermo) i colpi del nemico e rispondere con azioni interessanti, come sferrare un calcio, spingerlo con il tasto Cerchio ed effettuare mosse contestuali. L’ambiente sarà infatti terreno fertile per particolari “fatality”: spaccare una bottiglia sulla testa di un nemico se vicini a un bancone, utilizzare lo sportello di un frigorifero (o la tavola di un water!), e la possibilità di scaraventarlo dalla finestra o da una balconata, sono solo alcuni esempi di interazione con l’ambiente circostante, sempre originali e spassosi da gustare in diretta.
Le sezioni platform sono ancora una volta mozzafiato e costringeranno il nostro Drake a fare parecchia ginnastica tra precipizi, scalate impossibili e piattaforme pericolanti in mezzo al nulla.
Per la prima volta nella serie, Drake potrà nuotare sott’acqua: l’emozione svanisce subito però, non appena si intuisce che il protagonista può solo oltrepassare alcuni ostacoli. Niente immersioni o livelli subacquei nemmeno questa volta purtroppo. Un vero peccato.
Alcune sezioni di gioco possono essere superate in puro stile stealth, ma badate: basta una sola distrazione e si dovrà passare alla fuga o alla risposta al fuoco. Per nostra fortuna, interviene un’altra novità: se si trova in una posizione elevata, Drake può lanciarsi sopra un nemico e atterrarlo senza attirare l’attenzione di una squadra nei paraggi. Il sistema di coperture e le mosse evasive ritornano a tutto vantaggio della discrezione anche in questo capitolo e funzionano perfettamente.
Ancora più massiccia è la componente della risoluzione di enigmi, croce e delizia di una vero predatore di tombe: l’avventura è disseminata di rompicapo impegnativi ma mai frustranti da risolvere, grazie al diario di Francis Drake e ai suggerimenti del nostro amico Sully, che ci seguirà per quasi tutta la nostra avventura e interagirà con noi per tirarci fuori dai guai.
E non poteva mancare certo l’azione, che nelle fasi finali del nostro viaggio, si farà decisamente massiccia. Le sparatorie non vanno assolutamente prese alla leggera: qualche colpo e vedrete Drake steso a terra. Sarà perciò necessario ripararsi strategicamente dietro muri, pareti, barricate e fare fuoco al momento giusto. Gli strumenti del mestiere sono gli stessi del secondo capitolo: pistole, doppiette, fucili di precisione, uzi, lanciarazzi e naturalmente le granate, che adesso possono essere restituite al mittente col giusto tempismo.
Chiudono il cerchio i tocchi di classe della serie: inseguimenti a perdifiato sopra i tetti degni di Assassin’s Creed, cavalcate nel deserto, salti da un furgone all’altro ad alta velocità e arrampicate sul portellone aperto di un aereo in volo! Cinema e fantasia viaggiano sulla stessa linea d’onda in questo titolo.
La longevità, seppure più che soddisfacente, risulta leggermente inferiore a quella del capitolo precedente. Va precisato però che, una volta terminati i 22 capitoli della campagna principale e raccolti i cento tesori sparsi per i livelli, il titolo offre una corposa e divertente componente multiplayer.
La squadra di Drake
Da un gioco pensato fondamentalmente per la campagna in singolo, non ci saremmo mai aspettati tanta cura per la componente multigiocatore: Uncharted 3: L’inganno di Drake comprende i classici Deathmatch a squadre, tutti contro tutti e 2v2v2, che vede tre team competere sulla stessa mappa. Segue l’Arena Cooperativa, che strizza l’occhio a Gears of War. Tra una sparatoria e l’altra, dovrete infatti superare due categorie di obiettivi, Corsa all’oro ed Assedio. La prima vi costringerà a cercare un manufatto per portarlo al sicuro fino alla cassa contrassegnata, mentre nella seconda dovrete nascondervi assieme ai componenti della vostra squadra in una determinata zona e resistere il più possibile.
Un pregio va fatto alle mappe di gioco, curate e ricche di sequenze cinematografiche alla stregua della campagna principale. Chiude il cerchio la modalità classica, che comprende diverse missioni tratte dalla modalità in singolo, che possono essere giocate sia split screen che in quattro online.
Tutte le modalità offerte funzionano alla perfezione e rendono l’esperienza multigicoatore non solo avvincente, ma anche fondamentale per godere al 100% del nuovo capolavoro Sony. Tenete d’occhio Playstation Store: a breve, verranno rilasciati contenuti aggiuntivi e DLC speciali, che non vi faranno riporre tanto presto la vostra copia di gioco sullo scaffale.
Conclusioni
Uncharted 3: L’inganno di Drake si rivela non solo un capolavoro imperdibile di questo fine anno 2011, ma anche una delle esperienze in assoluto più coinvolgenti ed entusiasmanti di questa generazione videoludica. Tutti gli appassionati di avventure mozzafiato all’insegna della scoperta, dell’azione e delle leggende, devono assolutamente provare questa meraviglia tecnologica.
Naughty Dog, pur non apportando innovazioni singolari al gameplay o al motore grafico di gioco, è riuscita a sbalordire ancora una volta grazie ad un lavoro artistico di prima categoria su tutta la linea, nonostante qualche minima pecca, invisibile davanti a tale magnificenza. Questa nuova avventura è appena arrivata nei negozi, ma già ne vogliamo un’altra, perché di Nathan Drake e di imprese travolgenti e impossibili non se ne può fare più a meno da quando la serie Uncharted ci ha stregati con la sua inarrivabile e ipnotica magia.