L’onore, per molti combattenti, è sempre stato un elemento di estrema importanza… Solo alcuni individui senza scrupoli non hanno problemi a perderlo, nel caso vogliano raggiungere un particolare obiettivo, lontano da quelli accettati dalla normale civiltà: il protagonista di questo “Dishonored”, tuttavia, non sembra ricadere in questo tipo di trappole, pur nel suo mestiere di silenzioso assassino nella meravigliosa città di Dunwall, un luogo davvero di altri tempi. Corvo era una guardia dell’imperatrice prima di essere accusato del suo omicidio e ora non vuole altro che la vendetta nei confronti di chi ha puntato il dito contro la sua innocenza, e sicuramente, nel voler raggiungere questo scopo, non si farà trovare impreparato!
Silenzio e potere nel passato
“Dishonored” è un titolo decisamente particolare, in quanto tutto l’ambiente, dai nemici ai macchinari, tenderanno sempre a reagire al nostro modo di giocare: l’utente, infatti, può scegliere un approccio inutilmente violento, attaccando i nemici faccia a faccia senza criterio, o uno più meditativo, deviante verso l’azione stealth, per mettere a tacere le guardie e i soldati senza che nessuno si accorda di nulla. Corvo può esplorare agilmente i tetti e i palazzi della città, saltando da parapetti e buche per atterrare i propri nemici e affondare la sua spada nelle loro gole; in alternativa, Corvo può scegliere di non eliminare le sue vittime, limitandosi a farle dormire per il tempo necessario a recuperare oggetti preziosi dalle loro tasche grazie a delle tecniche di strangolamento e stordimento. La città di Dunwall, inoltre, è popolata da schiere di ratti, pronti a divorare i cadaveri e ad attaccare qualora vengano avvicinati: non si tratta solo di pure decorazioni sceniche ma di veri e propri elementi di gioco dinamici, che Corvo potrà, successivamente, utilizzare a suo vantaggio. Lo stesso discorso vale per tutti i macchinari sparsi per le strade, che Corvo potrà sabotare e utilizzare per eliminare gli stessi nemici che, pieni di se stessi, li avevano programmate come letali postazioni difensive. Nel caso il giocatore si trovasse ingaggiato in un combattimento, si potranno utilizzare varie armi, bianche o da fuoco, recuperate in giro o dai corpi dei nostri malcapitati avversari, e dopo aver goduto del furore della lotta si potrà attivare una Adrenaline Kill, una sorta di colpo di grazia particolarmente sanguinolento scatenato dalla brama di combattere del nostro anti-eroe: come vuole la tradizione dei giochi dove il silenzio è l’arma fondamentale, ogni cadavere sparso per strada dovrà essere recuperato e occultato, in modo tale da diminuire l’allarme tra le guardie sparse in giro. Nei casi più estremi, inoltre, Corvo può utilizzare alcuni poteri speciali molto particolari: egli è in grado di fermare il tempo, teletrasportarsi per brevi distanze, prendere possesso della mente di un ratto e mandarlo in ricognizione e evocare schiere di questi lugubri e sporchi roditori da scagliare contro i suoi nemici per poi finirli in un momento di distrazione seguente. I modi per completare la propria missione, insomma, sembrano davvero tanti: il silenzio sarà anche d’oro ma le nuove regole della antica violenza sono pronte per essere riscritte da questo scioccante individuo, che sembra non avere davvero più nulla da perdere.
Conclusione
“Dishonored” appare appannato nel mondo videoludico in modo silenzioso e forse letale, proprio come il suo protagonista Corvo. L’idea di un mondo che reagisce al tuo comportamento è estremamente curiosa, specie se si considera come il nostro eroe si guadagna da vivere: gli strani poteri e le svariate tecniche di assalto sono polvere di luce per questo titolo ancora così lontano dalla conclusione. Le premesse sembrano tutte piuttosto buone ma dovremo attendere ancora un anno per conoscere al meglio la storia di Corvo, il suo triste passato: l’attesa, a volte, può essere un nemico tosto, ma la pazienza e queste promettenti premesse non possono fare altro che giovare al nome di questo titolo, che di onore sembra averne da vendere.