Alla fine del 2006, sugli schermi degli intenditori, fece la sua comparsa “Burnout Revenge”, quarto titolo della premiata serie ‘Burnout’ sviluppata da Criterion Games e seguito diretto del celebre “Burnout 3: Takedown”, da molti considerato il migliore della serie. Sono in pochi a ignorare di cosa tratta ‘Burnout’: per quei pochi basta affermare che è una serie di titoli di corse automobilistiche in cui viene premiata la guida spericolata e l’infrazione stradale. Negli ultimi capitoli, poi, sono state introdotte altre tipologie di pirateria stradale tra le quali vanno citate l’eliminazione fisica dei concorrenti, lo speronamento di vetture civili e lo scatenare tamponamenti a catena.Tra lo stupore di molti, “Burnout Revenge” riuscì a migliorare un gioco considerato “perfetto”.

Più bello, più veloce, più frenetico

Graficamente parlando ‘Burnout’ ha sempre dato fondo a tutte le risorse hardware a disposizione, collocandosi nettamente tra i pochi titoli visivamente strepitosi ma anche estremamente fluidi e veloci. Con “Burnout Revenge”, nello specifico, si è raggiunto un compromesso tra dettagli e fluidità che non ammette paragoni: il gioco di Criterion è il più bello e veloce tra tutti i titoli di corse Arcade del suo tempo e del suo vicino futuro. Anche sul fronte del sonoro il lavoro svolto fu di quelli da non dimenticare e la colonna sonora si è rilevata perfetta e vincente. Vincere un prestigioso riconoscimento da una testata giornalistica del settore fu un ulteriore sigillo all’ottimo lavoro svolto.

Quasi ottanta veicoli e più di cento eventi di gioco

L’offerta ludica di “Burnout Revenge” è di quelle che non passano inosservate e ancora oggi la concorrenza fatica a bissare i numeri proposti dagli sviluppatori. Parliamo di 77 veicoli da sbloccare e usare, tralasciando quelli recuperabili attraverso i salvataggi di altri giochi distribuiti da Electronic Arts. Sul fronte degli eventi da giocare si tocca il numero 169, una cifra impressionante tanto per l’epoca quanto per i giorni nostri. Il grado di sfida, poi, è tarato quasi alla perfezione e solo i più costanti, solo i perfezionisti possono sperare di ottenere la medaglia d’oro in ogni evento proposto.

Rispetto per la tradizione e novità sorprendenti

Il lato più bello di ogni ‘Burnout’ è che quanto di buono ci fosse presente nel titolo precedente veniva confermato in quello successivo. Questa buona prassi non fa eccezione in “Burnout Revenge”, il quale mantiene le modalità di gioco passate, le raffina, ne migliora le meccaniche e ne propone di nuove interessanti. Ecco quindi ritrovate le gare classiche, la corsa contro il tempo e la Furia Stradale. Quest’ultima consiste nell’accumulare punti eliminando fisicamente ogni avversario a portata di sportello. Confermata inoltre la modalità “Crash”, il cui obiettivo è quello di fiondarsi alla massima velocità nel mezzo di un incrocio pericoloso e causare l’incidete più costoso in termini di danni.

La novità assoluta riguarda la presenza della modalità “attacco al traffico” che ha messo a dura prova l’abilità dei giocatori, specie quelli occasionali. Chi gioca, infatti, è sempre motivato ad evitare i poveri veicoli civili, ma in questa modalità bisogna accumulare punti speronando i poveri innocenti, facendoli cappottare a destra e a manca. Nell’eventualita poi che un avversario rimanga vittima di una di queste auto, il bonus in punteggio è assicurato.

Il sottotitolo “Revenge”, affiancato al marchio della serie, si riferisce alla possibilità di vendicarsi ferocemente sugli avversari quando questi hanno la meglio su di noi. In altre parole, una volta subita una sportellata fatale, possiamo dar fondo alla nostra riserva di “nitro” per scatenare un’esplosione devastante che coinvolgerà chiunque rientri nell’onda d’urto. Nel caso in cui la vittima sia il pilota che ci ha appena fatto schiantare guadagneremo la cosiddetta “revenge” e torneremo subito in pista con un discreto ammontare di turbo e punti.

Il migliore del suo tempo

Al tempo in cui il quarto capolavoro di Criterion è approdato su Playstation 2 e Xbox in pochi avrebbero scommesso sulla capacità degli sviluppatori di migliorare un’offerta ludica profonda e interessante come quella di “Burnout 3: Takedown”. La missione degli sviluppatori riesce dunque nel migliore dei modi e regala alla platea – appassionata di giochi arcade spensierati e politicamente scorretti – l’ennesimo gioco da non perdere. Le uniche note negative generate da un titolo simile sono la difficoltà sempre più ardua, che premia solo i più costanti e appassionati, e la quasi impossibilità di evitare lo schianto alle folli velocità raggiunte dai bolidi a nostra disposizione, aspetto che talvolta può scatenare frustrazione in chi non è abituato alla frenesia e all’alta velocità. Per tutto il resto è un piccolo grande capolavoro, graficamente all’avanguardia, fluido e frenetico. Da non perdere.

CI PIACE
  • Tecnicamente all’avanguardia
  • Alla portata di tutti
  • Non stanca (quasi) mai
NON CI PIACE
  • Alla fine la difficoltà si fa molto alta
  • E’ talmente veloce che gli schianti diventano naturali
  • Non tutti riescono a schiantarsi e a riderci su
Conclusioni

Burnout Revenge  è un piccolo grande capolavoro, graficamente all’avanguardia, fluido e frenetico. Da non perdere.

9Cyberludus.com

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