Le poesie videoludiche di Fumito Ueda
Molti videogiochi possiedono un dono, quello di saper divertire, colpire e affascinare. Ma sono davvero pochi quelli speciali, a volte non compresi dal pubblico perché diversi dai soliti blockbusters sul mercato. Uno di questi è “Ico”, esclusiva Playstation 2 uscito nel lontano 2001 e firmato Fumito Ueda . La creatura Sony apparentemente somigliava a un’avventura in terza persona come le altre, con il solito protagonista che fugge da un castello. Il giocatore indossava i panni di un bambino, Ico, bandito dalla sua gente perché nato diverso e costretto a morire in solitudine tra le mura di una roccaforte. Il ragazzo si libera e scopre che nella prigione è segregata un’altra persona, Iorda, una figura eterea che parla una lingua sconosciuta. I due si danno alla fuga tenendosi per mano e aiutandosi a vicenda senza parlare, senza sapere nulla l’uno dell’altra. Perché l’istinto della sopravvivenza e della fiducia non ha bisogno di parole. Farcita da una colonna sonora evocativa e da scenari onirici, l’avventura rappresentava un titolo in cui poesia e arte varcano i confini del semplice videogioco, trasformandolo in una favola tutta da giocare. Nel 2005 un misterioso progetto di Ueda, chiamato “Nico”, fece pensare a un seguito di “Ico”, ma quello che poi divenne “Shadow of the colossus” è un’avventura tutta nuova che conserva però l’ambientazione, il design e la magia, della prima creatura targata Scei. Wanda è il protagonista della storia. Deve salvare la propria amata, ormai senza vita, stringendo un patto con gli Dei: uccidendo sedici colossi, bestie enormi e aggressive, la ragazza tornerà in vita. Molto più action rispetto a “Ico”, esso impressionava per il gameplay: l’unico modo per sconfiggere i nemici era quello di salirci sopra e scalarli (come fossero veri e propri livelli di gioco) grazie all’aiuto del fido cavallo Agro e trovarne i punti deboli. Sono passati quattro anni ma già da tempo il terzo progetto di Ueda aleggiava nell’aria e portava il titolo provvisorio di Project Trico (che conferma l’idea di una trilogia “spirituale” dei capolavori Sony). In occasione dell’E3 di Los Angeles, “The Last Guardian” si presenta timidamente in tutto il suo splendore, attraverso un semplice ma intenso filmato.
La poesia è tornata ed è solo su Playstation 3.
Il bambino e il drago
Premesso che le uniche informazioni attualmente disponibili si possono dedurre dal solo filmato mostrato dai programmatori, la trama del gioco sembra unica e intensa da quel poco che si è potuto vedere. Un bambino, vestito con abiti cerimoniali, sta fuggendo da qualcosa o qualcuno che lo insegue.
Quello che sembra un grande tempio in effetti pare nascondere oscure presenze, una in particolare, che avanza prepotentemente verso il protagonista.
Il bambino esce dal tempio, perde l’equilibrio e sta per cadere dal cornicione: sul più bello è proprio la creatura che lo stava inseguendo che si appresta a salvarlo dall’inevitabile caduta, una gigantesca creatura a metà tra un uccello e un mammifero (i programmatori lo hanno definito un drago), che si rivela il compagno d’avventura del protagonista. Non si conoscono né nomi né la storia dell’anomalo duo, ma dal filmato si evince l’affetto e l’amicizia che li lega. E qui si esprime il talento di Ueda: mostrare i sentimenti attraverso i videogiochi. Ico e Iorda erano legati dall’essere diversi e dalla voglia di essere liberi. Wanda era disposto a tutto per l’amore della sua compagna.
Non è chiaro se i protagonisti saranno assieme sin dall’inizio dell’avventura o se proprio nel tempio avverrà l’incontro tra i due (la creatura sembra incatenata all’inizio del video).
Quello che invece appare evidente è che il viaggio intrapreso è irto di pericoli e nemici che sorvegliano gli ambienti, e la collaborazione tra i due sarà decisiva per proseguire fino ai titoli di coda. Questo è quanto si può dedurre dal video mostrato, ma la impressionante somiglianza con i prequel e l’esperienza di Ueda lasciano intravedere una trama interessante e ricca di magia.
Mondi Dimenticati
L’aspetto grafico ha subito colpito per il suo stile unico che ricorda i due titoli Sony precedenti. L’utilizzo delle ombreggiature e degli effetti di rifrazione della luce sono evocativi e fanno da contorno ad ambienti di un mondo antico e lontano, come quelli delle favole di una volta, in cui la solitudine e la desolazione erano fonte di ispirazione.
Anche le palette dei colori risultano varie e piacevoli. Il verde della fitta vegetazione degli ambienti esterni, il grigio delle caverne, e il blu profondo dell’acqua, sono davvero belli ed evidenziano l’idea di fiaba che il design vuole prepotentemente evocare nell’immaginario del giocatore. Sempre come nei titoli precedenti avviene che, quando lo sguardo viaggia lungo un orizzonte sconfinato, ciò che è sullo sfondo viene reso quasi sfocato. Il modello poligonale del protagonista è dettagliato grazie ai colori caldi della tunica che indossa, alla pelle scura e ai numerosi tatuaggi sulla pelle. Quello della creatura è sicuramente impressionante: le zampe da aquila sono realistiche, il dorso piumato è ricco di dettagli e, infine, la grossa testa evidenzia i dolci e grandi occhi dell’animale, oltre che le due piccole corna delle quali una spezzata (proprio come quelle di Ico). Gli unici nemici visti nel video sono delle statue di terracotta viventi che davano la caccia al bambino.
La fluidità infine appare “sicura” e mai meccanica; il numero enorme di animazioni che caratterizzano il bambino ed il drago sono evidenti e belle da vedere. Particolari sono l’effetto dei raggi solari riflesso sulle vesti del ragazzo, e il movimento delle piume della creatura, sorprendentemente naturali e realistici. Per ciò che concerne il comparto sonoro, la “serie” si è sempre distinta per musiche semplici ma che colpiscono nell’animo, e dal campionario suoni naturale, come il movimento dei rami e delle foglie degli alberi, il canto degli uccelli e il fruscio del vento. L’intento è sempre stato quello di far sentire solo il protagonista. Un essere piccolo che fa parte di qualcosa di immenso e sconfinato. Tuttavia, è comunque troppo presto per dare un effettivo giudizio, ma le potenzialità tecniche del titolo Sony sembrano davvero notevoli. Non resta che attendere ulteriori dettagli, magari attraverso video in game.
Soli ma inseparabili
Il gameplay del titolo Sony sembrerebbe incentrato sulla cooperazione tra i due protagonisti e le meccaniche sembrano fondere alcuni aspetti sia di “Ico” che di “Shadow of the Colossus”. Anzitutto il protagonista corre, salta e si arrampica, come il coraggioso Ico, e sempre come lui può trovare espedienti per sfuggire ai nemici, come scagliare oggetti o distruggere impalcature. Inoltre, può salire in groppa al drago come Wanda faceva col in suo cavallo Agro, e questo lascia presagire non solo che le distanze da percorrere saranno enormi, ma anche che in certi tratti la coppia dovrà collaborare, ad esempio per raggiungere un’altura o esplorare fondali marini o addirittura separarsi momentaneamente. In una sequenza del video il bambino dava da mangiare al drago e questo fa presagire che i due protagonisti dovranno prendersi cura l’uno dell’altro per rimanere in forma durante il viaggio.
Tra esplorazione e risoluzione di enigmi ambientali probabilmente bisognerà vedersela con l’esercito di terracotta che, da quanto visto, dà la caccia non solo al bambino ma anche e soprattutto al drago, sul cui dorso sono visibili frecce conficcate. Non è escluso che il bestiario di nemici comprenda altrettanti draghi o colossi di varia natura.
Conclusioni
La manciata di minuti del trailer è bastata a “The Last Guardian” a far parlare di sé, ma non è sufficiente per dare un giudizio sulle effettive premesse di questo particolare e interessante titolo. Una cosa è certa: sarà uno dei giochi più attesi dai possessori Playstation 3. Se Sony sarà in grado di trasmettere le stesse atmosfere, e quel tocco di fiaba, cosi raro in un videogioco – ma già apprezzato dai suoi predecessori – allora “The Last Guardian” e i suoi sconosciuti ma già amati protagonisti conquisteranno il pubblico attraverso la loro poesia tutta da giocare!