La trama
Sweeney Todd, il diabolico barbiere di Fleet Street, un uomo innamorato e deluso dalla vita, passa dalla luce dei dorati capelli della moglie all’oscurità dei sentimenti di vendetta. Tutta colpa del giudice Turpin (Alan Richman) che un tempo, quando ancora la vita sorrideva al giovane barbiere, lo accusò di un crimine mai compiuto per allontanarlo dalla bella moglie e cercare di possederla. Ora Benjamin Barker (Johnny Depp), il vero nome di Mister T. è tornato e vuole vendetta, vuole riabbracciare sua moglie e sua figlia ma anche sporcarsi le mani di sangue, rosso trionfo di giustizia.
Mrs Lovett (Helena Bonham Carter) lo aspetta e mentendo sulla morte della moglie Lucy, appoggerà il bel barbiere nel suo diabolico piano utilizzando i corpi dei cadaveri sgozzati per preparare gustosi pasticci di carne. Contemporaneamente il giovane marinaio Anthony (Jamie Campbell Bower) si innamora della dolce Johanna (Jayne Wisener), figlia di Barker tenuta prigioniera dal giudice, e cercherà di scappare insieme a lei. Questa è una storia romantica che vuol descrivere l’amore giovane e speranzoso. Ma è anche odio e vendetta causati dallo stesso sentimento. Il tocco Burtoniano è inconfondibile, i personaggi sono ingenui sognatori che vengono sconfitti poco per volta dalla realtà che raramente è come pensano. I loro sguardi sono malinconici e il loro trucco è drammatico: pallida carnagione ed occhi infossati grazie a scure tinte di ombretti. L’alone gotico non è affatto fuori posto in una pellicola ambientata nella Londra vittoriana, dove la gente in preda ai cambiamenti dovuti all’urbanizzazione e all’industrializzazione era vittima di criminalità e violenza. L’ambientazione che vediamo nel film non è precisamente databile, non vedremo per tutto il corso della pellicola nessuna data o riferimento storico, ma questa è una scelta voluta. Il regista ha deciso di cullare gli spettatori in una Londra fiabesca, una Londra da film dell’orrore!
La sfida
Tim Burton in questo film si è misurato con un nuovo genere: il musical. In questo periodo, è confortante e piacevole vedere registi che si mettono alla prova con nuove sfide in questo caso con brillanti risultati! Nel 1979 il musical “Sweeney Todd: the demon barber of Fleet street” scritto da Stephen Sondheim andò in scena per la prima volta. Non fu un grande successo, tuttavia Tim continuò a rivederlo. Ed ora, nel 2008, ecco nelle sale cinematografiche il musical cinematografico, con un “famigliare” cast ed il caratteristico tocco dark. La scelta di interpretare un musical non fu semplice neanche per gli attori scelti da Burton che dovevano imparare a cantare. Mentre la produzione del film procedeva tranquillamente con impegni, attori e costumi, nessuno aveva ancora sentito cantare Johnny Depp, tuttavia, grazie all’aiuto di un vecchio amico compagno di strimpellate, l’attore imparò a cantare e non deluse nessuno (ovviamente gli attori furono allenati anche da dotti maestri di canto). Pensate che Johnny Depp confessa che la prima canzone che cantò (ed intendo nella sua vita!) fu “My friends” tratta dal musical! Helena Bonham Carter, moglie di Burton e talentuosa attrice, aveva il sogno di cantare in un musical fin dall’età di 11 anni! Ciò nonostante, non furono pochi i disagi nell’apprendere l’arte del canto, lei stessa afferma che in tre mesi lavorò tantissimo e la canzone “By the sea” si rivelò molto difficile poiché le pause per respirare erano quasi inesistenti.
Sacha Baron Cohen, chiese un appuntamento al produttore ed al regista, si presentò dinnanzi a loro e dopo averli informati di aver avuto esperienze canore in cori, si esibì nella canzone “Il violinista sul tetto”. La performance oltre a suscitare moltissime risate diede modo di comprendere le potenzialità recitative e musicali del nuovo Adolfo Pirelli! Con il cast completato e ricco di talenti, è curioso scoprire che, prima della recitazione sul set, fu registrata l’intera partitura! Tim Burton, durante le atroci esecuzioni del barbiere, decise che gli attori dovevano avere un’espressività simile a quella dei vecchi film horror muti per far si che musica e recitazione si compenetrassero. L’effetto speciale utilizzato per tagliare le gole, consiste in una “pettorina” di gommosa irrorata da cavi che sono collegatoi a recipienti pressurizzati che pompano impressionanti quantità di sangue, il cui colorito acceso e poco realistico vuole accentuare questo desiderio retrò del regista.
Le origini di Sweeney Todd
Con un’ingegnosa sedia reclinabile ed un rasoio affilatissimo, Sweeney Todd è il più grande omicida di massa nelle storie di crimine inglesi. La complice, Mrs Lovett, con i resti di carne umana preparava i suoi famosi pasticci di carne. E’ molto probabile che il diabolico barbiere non sia mai esistito, ma la sua leggenda è passata alla storia e le mamme inglese per tranquillizzare i bambini irrequieti non si servivano dell’uomo nero ma del temibile Sweeney Todd che poteva rapire e trasformare in torta i monelli! Le storie di cannibalismo non sono di certo una grande novità, basti pensare ad “Hansel & Gretel” dove la strega cerca di mangiare i malcapitati bambini o “Cappuccetto rosso” in cui il lupo mangia la nonna della protagonista. Il cannibalismo è una paura primaria dell’uomo che è terrorizzato dall’idea di mangiare carne umana inavvertitamente o per massima vendetta. Il mito di Sweeney Todd prende piede nel 1800. Il periodo vittoriano è famoso per le sue storie gotiche dell’orrore, nelle quali la gente voleva leggere di sangue violenza e follia omicida. Nella cultura francese si era affermato in questo periodo il “Grand Guignol” teatro parigino sorto nel 1887 dove macabre e violente rappresentazioni horror trovavano pane per i loro denti.
In ambiente londinese erano di moda delle pubblicazioni note con il nome di “Penny blood” e “Penny dredful”. Proprio in quest’ultima raccolta di storie mal pagate scritte non di certo da premi per la letteratura, nella prima metà del 1800 comparve Sweeney Todd nel racconto “A string of pearls: A romance”. In questa vicenda il barbiere non uccide per vendetta ma per derubare i malcapitati clienti. Riscosse moltissimo successo, tanto da essere messa in scena in uno spettacolo teatrale che fece ulteriormente innamorare il pubblico. L’attore Tod Slaughter portò quest’opera dai tempi vittoriani a quelli moderni con numerosissime performance teatrali e nel 1936 con il film in bianco e nero (mai tradotto in Italia) “Sweeney Todd the demon barber of Fleet street”. Nel 1979 Sweeney Todd ricomparve con il thriller musical di Sthepen Sondheim (dal quale è stato tratto il film burtoniano) con Angela Lansbury nei panni di Mrs. Lovett. Un secolo dopo l’inizio della leggenda il musical vinse numerosissimi premi, ed ora il nuovo capolavoro di Tim Burton si è aggiudicato l’oscar per miglior scenografia (dell’italiano Dante Ferretti!) e ben due Golden Globe Awards per miglior attore (Depp) e miglior film (musical o commedia). Se il malefico barbiere di Fleet Street sia mai esistito, rimane un mistero che rende la storia ancora più affascinante. Consiglio di vedere Sweeney Todd, è una pellicola che cattura l’attenzione anche a chi non sopporta i musical, ricca di effetti tridimensionali che hanno contribuito a rendere l’ambiente misterioso e con performance canore imperdibili. Il pezzo iniziale suonato dall’organo aprirà il sipario, et voilà! Immergetevi e fatevi trasportare dalle note. Ammettetelo, farvi spaventare non è mai stato così piacevole!
Alessia Milla