Puntuale come un orologio svizzero, così come accade ormai da quasi vent’anni, è giunto negli scorsi giorni sui nostri scaffali virtuali MLB The Show 24, iterazione annuale del brand di Sony dedicato al baseball americano. Uno dei pochi giochi sportivi che, con puntualità, di anno in anno si presenta con migliorie, aggiunte e “chincaglierie” che rendono ogni capitolo “personale” ed “originale” (per quanto possa esserlo un titolo sportivo ad uscita annuale).

Dunque, c’è ragione di scendere nuovamente nel “diamente verde” a menar di mazza? Scopritelo nella nostra recensione della versione Xbox Series X!

Mazze che ruotano, palle che esplodono

MLB The Show 24 è il titolo sportivo di riferimento (e anche l’unico sul mercato) dedicato al baseball americano. Nonostante lo sport in Europa non goda di chissà quali fasti, negli USA la disciplina sportiva è probabilmente la più seguita in assoluto. E così come è ormai tradizione, l’esperienza videoludica ordita è una via concreta tra la piena simulazione e un più classico spirito arcade: linea “Immaginaria” che può esser sospinta da un lato o dall’altro grazie ad una buona dose di opzioni e di possibilità di scelta su come, meccanicamente parlando, giocheremo. Come ogni anno, Sony San Diego Studio “impacchetta” una esperienza ludica con diverse novità che, seppur non siano capovolgenti, continuano nel suo eterno percorso di lento miglioramento ed ampliamento dell’offerta ludica complessiva. MLB The Show 24 conterrà al suo interno una pletora piuttosto estesa di modalità ludiche. Partendo dalla modalità classica, utile per giocare in singolo o sfidando un amico (online o in locale), avremo a nostra disposizione una modalità carriera (Road to the Show) sia maschile che femminile, con tanto di editor ultra dettagliato e di Draft a cui parteciperà il nostro alter ego, una modalità “Franchise” per focalizzarci più sull’aspetto tattico e gestionale e, infine, la modalità “Diamond Dynasty”, praticamente l’Ultimate Team del gioco.

Non mancheranno, com’è già ormai tradizione assodata, alcune modalità tra il gioco e la divulgazione culturale dedicata allo sport, come il game mode “Storylines” (dedicata ancora una volta ai campioni della “Negro Leagues”, con quattro storie specifiche al lancio, e a Derek Jeter) e “March to October” per rivivere i più grandi momenti della storia del baseball. Un pacchetto di contenuti notevole e dalla mole gargantuesca che non può non far felice ogni appassionato di baseball nord americano. In generale, l’offerta contenutistica è rimasta sostanzialmente invariata con, però, delle novità specifiche in quasi ogni modalità. Ad esempio, nella modalità Diamond Dinasty avremo la possibilità di usare le carte ottenute “sbustando” per un’intera stagione che, però, è stata allungata temporalmente rispetto al passato. Così come, al contempo, è stato diminuito il numero delle carte “top” nella modalità nelle fasi iniziali, per rendere meno “ardua” la curva di adattamento alla modalità che, ricordiamo, prevede scontri in singolo ed in multiplayer. Così come succede per le modalità Ultimate Team di ogni titolo sportivo, anche in MLB The Show 24 vi saranno diverse microtransazioni che consentiranno ai più danarosi di acquistare pacchetti con moneta sonante: nonostante l’aggiunta crei squilibri per definizione e renda il titolo, almeno in teoria, “iniquo”, il gioco in sé sarà piuttosto generoso nel concedere carte, pacchetti e contenuti di varia natura in modo gratuito. In generale, da un punto di vista squisitamente contenutistico, MLB The Show 24 non fa un enorme passo in avanti rispetto all’anno scorso: potremmo definire il novello capitolo una versione riveduta, corretta e parzialmente ampliata del precedente chapter, adatta comunque sia più a chi mastica sul serio il gioco e molto meno ai neofiti.

Salvo!

Il gameplay puro di MLB The Show 24 non ha fatto passi indietro rispetto all’eccellente standard dello scorso anno, anzi. Non solo l’impatto estetico generale del gioco rasenta, già visivamente, il fotorealismo, passando dai piccoli ritocchi alle animazioni dei battitori alla traiettoria della palla, ma è anche profondamente regolabile da un punto di vista più squisitamente meccanico. Ci sono così tante opzioni, cursori e modi di giocare che è possibile trovare un modo per soddisfare le proprie esigenze, sia che si desideri un’esperienza più realistica o meno. Le molteplici opzioni di controllo e di difficoltà fanno un buon lavoro, come già specificato, nel dare la possibilità di adattare l’esperienza alle proprie preferenze, con impostazioni meccaniche più complesse come la Zone Hitting che premiano il livello di abilità più alto con una maggiore influenza su ciò che accade. L’aspetto e il suono sono ancora ottimi, incorniciati da una verosimile presentazione in stile televisivo, e la sensazione di un colpo “perfetto” è sempre piacevole. Il sistema di illuminazione aggiornato, in particolare, rende l’azione più vibrante e realistica che mai. Sicuramente, l’aggiunta più “gustosa” tra le novità sono le Impact Plays: se si presenta l’opportunità di una giocata spettacolare, il tempo rallenterà e, al contempo, partirà un vero e proprio quick time event in cui dovremo essere abili nel concludere in modo positivo un mini gioco basato sui riflessi. Il modo in cui ci si comporta in questo caso determina il successo della giocata e, spesso e volentieri, l’esito generale del match.

V’è comunque da segnalare tutta una serie di aggiunte e migliorie secondarie al complessivo gameplay che, nonostante non rivoluzionino nel complesso il gioco, vanno ad “addolcire” la complessiva esperienza. Vi sono alcune centinaia di nuove animazioni che andranno ad animare l’azione di gioco e l’IA, a questo proposito, pare leggermente più responsiva ed “astuta” rispetto agli anni precedenti, specialmente per quanto concerne il “supporto” alle azioni del giocatore. In aggiunta, vi sono anche alcune modifiche e “aggiornamenti” per riflettere meglio i cambiamenti nel baseball, come le animazioni che si adattano alla “disengagement rule” e le dimensioni delle basi leggermente modificate. Una generale alta qualità che si riflette anche più specificatamente nel comparto tecnico generale del gioco.

Nonostante il titolo non sia esente da qualche bug qui e lì, specialmente di carattere estetico, in generale l’ossatura “matematica” di MLB The Show 24 è solida e pregevole. Partendo dagli stadi, ben riprodotti e particolareggiati (ma forse un po’ manchevoli nella riproduzione della folla), passando ai modelli poligonali e alle animazioni delle varie azioni di gioco, tutto appare piuttosto ben confezionato e sufficientemente realistico. Nel nostro test con Xbox Series X, non siamo incappati in rallentameenti o “singhiozzature” di sorta, con l’esperienza che resta saldamente legata ai 60 frame al secondo che, oggi giorno, sono divenuti “sindacali”. Buon lavoro anche per quanto riguarda i suoni che, in generale, confermano l’alta qualità dell’anno scorso, con effetti e rumori che incorniciano realisticamente le nostre peripezie.

Concludendo…

Non una rivoluzione, ma una conferma: MLB The Show 24 è il gioco di punta dedicato al baseball (e anche l’unico sul mercato). Il pacchetto di contenuti, la qualità generale e l’offerta ludica generale non ha nulla da invidiare ai “capi-bastone” delle altre discipline sportive: per chi ama questo spettacolare sport, purtroppo non così diffuso come dovrebbe in Europa e in Italia, non c’è nulla di meglio, fattivamente ma anche ipoteticamente. Le modalità sono tante, i contenuti sono profondi e le opzioni per rendere il gioco più o meno realistoc danno naturalmente una marcia in più per accogliere anche i neofiti della disciplina (che, data la complessità dello sport, non avranno comunque vita facile). Probabilmente, per chi ha già divorato lungamente il precedente capitolo, non vi saranno novità sconvolgenti, ma le tante piccole aggiunte potrebbero comunque solleticare la voglia di scendere nuovamente in campo.

CI PIACE
  • Tecnicamente pregevole
  • Gameplay “malleabile”
  • Tanti contenuti con diverse novità…
NON CI PIACE
  • …ma nessuna “rivoluzione”
  • Un po’ “indigesto” per i neofiti
Conclusioni

MLB The Show è il punto di riferimento globale per chi ama il baseball americano ed il capitolo 24 della lunga saga ha confermato, senza se e senza ma, chi detenga (con gran tranquillità) lo scettro e la corona. Il gioco è ampio, profondo e malleabile al punto giusto, anche se più adatto ai veterani che ai “digiuni” della disciplina. Le modalità sono tante e la mole di contenuti “divorabili” è davvero enorme. Non vi sono enormi rivoluzioni rispetto al precedente capitolo, ma Sony San Diego conferma l’infinita “marcia” verso il continuo ampliamento, miglioramento e abbellimento estetico che il gioco, da decadi, “subisce” con costanza ed efficacia. Un ottimo prodotto, tranquillamente alla pari con gli altri “regnanti” delle altre discipline.

8.6Cyberludus.com

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