Lo studio francese DON’T NOD, meglio conosciuto per il franchise di Life is Strange, si presenta al grande pubblico con una nuova IP che, coniugate con ottime sequenze di combattimento, sfrutta tutta la pregressa abilità del team nel caratterizzare avventure narrative basate sulle scelte. Banishers: Ghosts of New Eden è probabilmente una tra le più grandi sorprese di questi primi mesi del 2024, un titolo che offre una narrativa coinvolgente, aiutata sicuramente dalle ottime performance attoriali del cast principale, un ampio mondo aperto con segreti a volontà e combattimenti divertenti.

Oggi vi raccontiamo nel dettaglio qualcosa di più su Banishers: Ghosts of New Eden, e perchè, secondo noi, dovreste assolutamente recuperarlo.

Buona lettura!

Red e Antea, una storia d’amore “dannata”

La storia si apre nel 1695, con i nostri personaggi principali, Red Raith e Antea Duarte, su una nave diretta verso il Nuovo Mondo (America coloniale) su richiesta di un vecchio amico. Red e Antea sono amanti e compagni, membri di una setta nota come i Cacciatori, che lavorano insieme per proteggere i vivi dai “morti”. Il loro compito è quello di occuparsi di fantasmi, spettri e altre creature post-vita che, anziché attraversare l’aldilà, sono rimaste indietro per rendere difficile la vita a coloro che hanno lasciato alle spalle.
Arrivati in America nella città di New Eden, la coppia scopre che il loro amico è stato ucciso e che New Eden stesso è in gravi difficoltà. Sembra che la città sia afflitta da una maledizione di origini sconosciute, che infligge intense sofferenze e sogni orribili agli abitanti del villaggio. Red e Antea si mettono alla ricerca della soluzione del mistero e presto si trovano di fronte ad una entità nota come “L’Incubo”. Nello scontro, Antea viene uccisa e Red rischia quasi di annegare, salvato solo da una strega che lo esorta a continuare la sua missione per liberare la terra dall’ira de L’Incubo. Red scopre presto che Antea è ancora con lui; ora è diventata ciò che era giurata di eradicare, un fantasma che non può ancora proseguire.

Questi eventi preparano il terreno per la trama e il meccanismo principale del gioco, in cui Red abita il mondo fisico e Antea, il mondo degli spiriti – per la durata dell’avventura i personaggi lavoreranno in per liberare la città dal suo incubo collettivo, gli abitanti afflitti dai loro vari fantasmi, e Red deciderà come affrontare la morte prematura di Antea.

Le nebbie di Sil…New Eden

Nonostante tutte le apparizioni spettrali, la nebbia fantasmagorica e le creature spiacevoli che vagano, New Eden e le terre circostanti sono state splendidamente create. Sebbene rappresenti solo un piccolo angolo del nord-est americano, DON’T NOD è riuscita a creare una buona varietà di ambienti da visitare, nonostante passeremo gran parte del tempo a vagare tra foreste di pini, troveremo anche spiagge, montagne o una vasta miniera sotterranea. Il gioco fa buon uso della verticalità, regalando al giocatore delle viste spettacolari in alcuni momenti della storia.

La mappa di gioco è eccellente, con punti di interesse e indicatori di missione chiaramente segnati: ogni volta che incontreremo un oggetto o un’area che richiede un potere che non hai ancora, la mappa registra persino le loro posizioni insieme alla competenza necessaria, un piccolo dettaglio decisamente apprezzato.

La mappa di Banishers si estende parecchio, dando ai giocatori terreno fertile per esplorare, trovare tesori, purificare oggetti di magia oscura o, più semplicemente, raccogliere collezionabili. Il titolo non presenta un sistema di crafting integrato, ma le varie piante, oggetti e lasciti spettrali che raccoglieremo andranno ad alimentare i vari rituali che dovremo eseguire e forniranno potenziamenti al nostro equipaggiamento. Potremo anche acquistare materiali, oggetti e armi dai pochi personaggi venditori sparsi per il mondo.

Scelte, scelte e ancora scelte

Fedele alle radici narrative basate sulle scelte, affronteremo molti punti della storia in cui saremo tenuti ad affrontare, verbalmente anche, le varie persone, viventi e morte, che popolano o infestano New Eden.

Risparmiare una persona incontrata durante il cammino o “bandire” un fantasma, contribuirà, indirettamente, all’evolversi degli intrecci narrativi tra Red e Antea, e tutto funziona dannatamente bene. Ci sono anche diversi casi di infestazione al di fuori del percorso principale della storia, e questi valgono davvero il tempo dedicato, poiché queste scene d’azione e frammenti di storia rivaleggiano per la loro alta qualità con la storia principale stessa.

Red e Antea sembrano proprio una vera coppia: ragionano in solitudine, parlano con sarcasmo, litigano e si scusano dopo. Imparare a conoscere le loro storie passate tra i colpi di scena della narrazione li rende ancora più affascinanti: la scrittura è fantastica, e le performance dei doppiatori sono incredibilmente convincenti, dando vita a questi personaggi in una maniera vivida e curata.

Un God of War-like che funziona benissimo

Parlando di meccaniche di gameplay, nude e crude, il concept alla base del titolo risiede nella capacità di passare tra Red e Antea (quasi) in qualsiasi momento.

Poiché Antea è un fantasma, può vedere il lato spirituale del mondo, capace di individuare tracce di energia spettrale che Red non può discernere. In combattimento, questo significa che sarà in grado di infliggere più danni ai fantasmi, anche se avrà solo a disposizione attacchi a pugni poiché impossibilitata ad impugnare armi fisiche. Gli attacchi di Red, nella prima parte del gioco, sono completamente basati sul corpo a corpo, utilizzando la sua sciabola con attacchi leggeri e pesanti standard, la capacità di bloccare insieme a una parata basata sul tempismo efficace, e una schivata/rotolamento che si sente ottima e migliora il ciclo di combattimento – un sistema di combattimento che, per certi versi, ci ha ricordato molto quello degli ultimi due capitoli di God of War.

Infliggere danni con colpi regolari aumenterà anche la nostra “Barra di Esilio”, che, una volta pronta, ci consentirà di sferrare un potente attacco in grado di eliminare alcuni nemici con un solo colpo. Attaccando i nemici nei panni di Red consentirà alla barra dello spirito di Antea di riempirsi, permettendoci di “switchare” a lei per tornare a menare le mani nella dimensione spirituale: essenzialmente un timer di recupero, che funziona incredibilmente bene per tutta la durata dell’avventura.

Le meraviglie tecniche dell’Unreal Engine 5

Banishers: Ghosts of New Eden sebbene non sia al livello dei “giganti” alimentati dall’Unreal Engine 5 di oggi, riesce a proporre un comparto visivo estremamente coinvolgente. I volti sono dettagliati in modo eccellente e trasmettono le emozioni delle loro interpretazioni. Il mondo di gioco è davvero splendido, soprattutto gli scatti panoramici che mostrano l’immensità della natura selvaggia e la sua bellezza naturale, con quel tipo di verticalità che apprezziamo in un titolo open world. Gli unici momenti in cui la grafica incontra qualche problema sono con l’illuminazione, che a volte può essere un po’ scura, e qualche occasionalità quando i modelli dei giocatori si avvicinano agli ambienti in spazi ristretti.

Abbiamo provato il titolo su due combinazioni diverse, sia su Steam Deck – dove il gioco riesce a stabilizzarsi in maniera fluida intorno ai quaranta frame al secondo – sia su un PC di fascia alta, dove l’opera di ottimizzazione operata dal team si manifesta in tutta la sua grandiosità. Il sound design è uniformemente eccellente, dal già citato doppiaggio all’audio ambientale dei vari luoghi: la carne al fuoco è tanta, tra suoni delle armi, dei nemici, e il gioco gestisce tutto abbastanza bene, dando cRedibilità all’inquietudine del viaggio nel quale ci siamo imbarcati.
Non è da escludere l’elevato tasso di rigiocabilità, a causa di tutte le scelte che potremo fare nell’arco dell’avventura. La vasta quantità di cose da fare e trovare nella mappa di gioco, garantisce altre 15-20 ore di gioco aggiuntive, da sommare a quelle necessarie al completamento della trama principale, di per sé molto più longeva della media.

Concludendo…

Banishers: Ghosts of New Eden è una tra le più piacevoli sorprese di questo 2024 videoludico, l’ennesima forse. Siamo di fronte ad uno tra i picchi qualitativi più alti raggiunti dallo studio di sviluppo francese che, anni fa, diede i natali al franchise di Life is Strange. La maturità del comparto narrativo si intreccia incredibilmente bene con il gameplay da Action GDR, che strizza l’occhio a titoli del calibro di God of War, sul fronte del combat system. Da segnalare l’ottimo performance attoriale dei due protagonisti, eccezionalmente doppiati, che ci faranno piangere e sorridere per tutta la durata dell’avventura.

CI PIACE
  • Narrativamente maturo e caratterizzato da una recitazione sopra la media
  • Le scelte e i bivi narrativi alimentano il fattore rigiocabilità
  • Ottime trovate in ambito combat system
  • Mappa dall’ampio respiro, varia e caratterizzata da un’ottima verticalità
NON CI PIACE
  • Tecnicamente non siamo ai livelli di altri AAA sul mercato
  • Derivativo, su molti aspetti
Conclusioni

Una prova di maturità da parte dei ragazzi di DON’T NOD, passata con successo. Banishers: Ghosts of New Eden è un action RPG maturo e caratterizzato da solide meccaniche di gameplay, a cui si va ad aggiungere un comparto narrativo di primissimo ordine, ricco di intrecci, ottima scrittura e un magistrale sound design (oltre che doppiaggio). Un titolo da recuperare, senza troppi fronzoli.

8.8Cyberludus.com

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Nerd purosangue classe 1992, si avvicina al mondo dei videogiochi grazie al SEGA Master System di sua madre. Destreggiandosi tra Alex Kidd e Sonic the Hedgehog, comincia a farsi una importante cultura videoludica a base di platform e beat ‘em up. Fedele seguace della “master race”, consuma giochi di ruolo dalla mattina alla sera, anche se la sua saga preferita rimane Grand Theft Auto degli inarrivabili Rockstar Games, che fin dal primo capitolo lo ha aiutato a diventare la brutta persona che imparerete a conoscere.

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