Grazie ad un codice fornitoci dagli sviluppatori, abbiamo avuto modo di provare la versione PS5 di Iron Danger, interessante titolo uscito originariamente nel 2020 su PC.
Il gioco, sviluppato da Action Squad Studios e pubblicato da Daedalic Entertainment, è fondamentalmente un breve RPG basato su un sistema di combattimento che vanta alcune meccaniche realmente interessanti e dopo averlo sviscerato per circa dieci ore abbondanti, siamo pronti a dirvi la nostra su questo ambizioso titolo.
L’esperienza di gioco offerta da Iron Danger è estremamente lineare, non proponendo side quest, dialoghi a scelta multipla o extra di varia natura. Ecco perché vi sconsigliamo caldamente di approcciarvi a questo prodotto se siete alla ricerca di una classica esperienza RPG ricca di sfaccettature. Ciò su cui hanno invece puntato con estrema convinzione i ragazzi di Action Squad è il combat system, vero fiore all’occhiello della produzione.
Il combattimento pone le sue fondamenta sull’interessante meccanica di manipolazione del tempo. Sostanzialmente il giocatore ha la possibilità di plasmare il flusso del tempo a proprio piacimento, ciò porta a vivere una sorta di mix tra combattimenti in tempo reale con pause tattiche ed una più classica concezione di combattimento a turni, in cui possiamo sperimentare varie strategie in periodi di tempo prestabiliti chiamati heartbeat e che, di fatto, rappresentano il focus dell’intera esperienza di combattimento. Se questa meccanica non vi ispira particolarmente, sappiate che probabilmente il gioco non farà al caso vostro, rappresentando di fatto la colonna portante dell’esperienza di gioco.
Iron Danger ci mette nei panni di Kipuna, una ragazza che nel prologo assiste impotente alla caduta del suo villaggio, bruciato e preso d’assalto da una una forza nemica visibilmente più avanzata e temibile. Nel tentativo di fuga, la ragazza cade in un baratro finendo impalata su uno strano frammento magico che pare essere “posseduto” da una misteriosa entità che di fatto le salva la vita, donandole portentosi poteri magici.
Non vogliamo dilungarci più di tanto ovviamente per non rovinarvi il gusto di scoprire la storia, vi basti sapere che la progressione narrativa del gioco è estremamente lineare e nonostante risulti abbastanza gradevole, sembra troncarsi sul più bello proprio quando le cose cominciano a farsi interessanti, come se in origine gli sviluppatori avessero in mente la realizzazione di un sequel che, a questo punto, non sappiamo se giungerà mai.
In termini di progressione, ogni livello completato ci fa accedere ad una schermata in cui potremo potenziare i membri del party attraverso un sistema di abilità veramente povero, in cui non sono presenti nemmeno gli equipaggiamenti. La crescita del personaggio è più che altro basata sull’avanzare della trama che effettivamente sulle nostre azioni in gioco, avvilendo l’esperienza di crescita in maniera sostanziale.
Se dunque state ancora leggendo questa recensione è certamente poiché siete rimasti incuriositi dall’unica meccanica veramente riuscita di Iron Danger, la manipolazione del tempo. Proviamo dunque a parlarne in modo più approfondito.
Il combattimento inizia non appena si entra in contatto con un PNG nemico. Ci sono alcune opportunità per un approccio furtivo ma una volta individuati il gioco si ferma, proprio come in Dragon Age o Divinity: Original Sin, e una sequenza temporale di combattimento scorre lungo la parte inferiore della schermata. Il tempo è suddiviso in 14 segmenti di battito cardiaco che mostrano ogni movimento effettuato dal giocatore.
A questo punto entrano in gioco le abilità di Kipuna e dei suoi compagni di avventure. Ognuna di queste abilità, così come il movimento o la semplice attesa, vengono riportate sulla barra della linea temporale. Al giocatore tocca il compito di consultare ed intervenire sull’indicatore in questione, con lo scopo di fare la scelta giusta al momento giusto.
Il tutto viene posto in un contesto senza respiro, in cui ogni mossa può essere decisiva. Quando infatti effettuiamo una scelta per Kipuna, il suo compagno resta fermo fino a nuovo ordine, ed è qui che entra in gioco l’abilità del giocatore nel comprendere come e quando riavvolgere il tempo in modo da rimediare a determinati errori.
La dislocazione dei nemici è pensata in modo intelligente, in modo da tenerci costantemente sulle spine, soprattutto nelle boss fight e nelle fasi avanzate di gioco.
Iron Danger è tutto qui, visto che anche l’esplorazione è decisamente minimale, per non dire superflua. Le aree di gioco sono alquanto circoscritte e pur sviscerandole a dovere non troverete chissà quale ricompensa o stimolo, a parte qualche oggetto curativo. Non ci sono scelte nei dialoghi, ne scoperte da fare in merito alla lore di gioco. Questo è veramente un peccato perché il mondo creato dagli sviluppatori aveva certamente il potenziale per essere maggiormente sviscerato ed approfondito.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, Iron Danger non offre picchi rilevanti, proponendo un level design dignitoso, un’ambientazione artisticamente gradevole nonostante un comparto grafico di certo non al passo coi tempi. Buona la colonna sonora ed il doppiaggio in lingua inglese.
Segnaliamo che il gioco non presenta la localizzazione dei testi in italiano.
Concludendo…
Iron Danger propone un’esperienza di gioco gradevole, interamente sorretta dall’audace combat system. Peccato per la totale assenza di profondità in termini di progressione ed esplorazione, nonché il vuoto totale relativo alla componente ruolistica, di fatto inesistente. Trattandosi del titolo di debutto di un giovane team indipendente, non possiamo comunque che ritenerci soddisfatti dal titolo.