Mille ere geologiche fa, quando i telefonini erano inutili (e pesantissimi) orpelli, la musica si ascoltava su cd e tramite walkman e un PC pesava orientativamente quanto uno scooter, esistevano luoghi mitologici chiamati sale giochi: quasi completamente scomparse oggi, esse erano il ritrovo di tutti gli amanti dei videoludi, sia di quelli che avevano la fortuna d’avere una (costosissima!) piattaforma per giocare, sia chi sfortunello poteva solo investire pochi dindini nei classici cabinati. Ebbene, tra i vari Cadillac & Dinosaurs, Street Fighter e Metal Slug, tra i giochi più in voga in questi meandri fatati, verso la fine degli anni ‘90, v’era sicuramente The House of the Dead. Un’autentica gemma, tale da sviluppare varie correnti di pensiero su come “metabolizzarlo”: vi erano opinioni discordanti sul modo in cui andava impugnata l’arma, sulla migliore strada per cui procedere, sul miglior modo di affrontare i boss.

Avanti veloce ad oggi: nel mese di aprile, proprio il primo e leggendario capitolo della saga uscito nel lontano ‘96, ha fatto capolino sulle principali piattaforme da gioco moderne in una versione modernizzata graficamente e non solo. Un remake compiuto grazie alla partnership di MegaPixel Studio e Forever Entertainment che, a pochi mesi dall’uscita, ha proprio nei giorni scorsi pubblicato una patch per le console current gen. Ed è proprio della versione Xbox Series X che discorreremo in questa recensione, perciò… facciamo un macello!

La casa dei morti

The House of the Dead Remake è un rappresentante di un genere caduto un po’ nel dimenticatoio, ovvero quello degli “sparatutto sui binari”: per i più giovani o inesperti, questo genere vestiva il giocatore del mero compito di sparare quintali di proiettili a (quasi) tutto quello che si muoveva a schermo, nel mentre la visuale in prima persona “scorreva” nei meandri dei livelli. Un genere “furente” anni addietro, quando quasi tutte le piattaforme avevano a disposizione una periferica esterna in grado di fungere da “pistola” per mirare sullo schermo, ma che oggi conta pochissimi titoli “freschi” e quasi tutti per realtà virtuale. Ma torniamo a The House of the Dead Remake: il gioco, come detto, è un rifacimento tecnico e (parzialmente) concettuale del primo capitolo uscito più di due decadi fa. Il titolo, come in passato, ha una premessa narrativa estremamente semplice: nella tenuta del folle dottor Curien, qualcosa è andato estremamente storto e l’intera magione è stata invasa da non morti e aberrazioni d’ogni sorta. Nei panni dell’agente speciale Thomas Rogan (e, nel caso si optasse per il cooperativo, anche dell’agente G), dovremo addentrarci nella citata casa infestata, massacrare tutto ciò che si muove e fermare le diaboliche macchinazioni dello scienziato pazzo.

Nonostante il forte valore nostalgico della produzione, il cui remake riesce appieno a rifondare quella “brutale ignoranza” da B-Movie che ha reso magica la serie, in linea generale la sensazione, specialmente su Xbox, è di una uscita “fuori tempo massimo”: ma andiamo con ordine. Partiamo con l’analizzare i contenuti: in linea generale, The House of the Dead Remake ripropone in scala 1:1 tutto ciò che era possibile fare nella versione originale, aggiungendo qualche intermezzo “shooting” in più e piccole ma divertenti novità rispetto al titolo del ‘96. Se la campagna (che, a difficoltà normale richiederà una ventina di minuti per esser completata, anche se vi saranno diverse “strade” da seguire) è sostanzialmente stata riproposta intatta, essa però sarà affrontabile in due modalità: una originale e l’altra, chiamata Orda, vedrà nettamente aumentato a schermo il numero totale dei nemici. Entrambe le modalità, al contempo, potranno essere affrontate in cooperativo locale o online, oltre che ad una difficoltà superiore, che vedrà divenire i nemici via via più resistenti.

Morte e resurrezione di un mito?

Naturalmente, nel rispetto dei trascorsi ludici del gioco, in The House of the Dead Remake le nostre prestazioni saranno evidenziate da un punteggio generale decretato da diversi fattori, quali i danni subiti e provocati ai nemici, il numero di game over (a proposito: avremo un numero di rientri “gratuiti”, poi saremo chiamati a spendere i punti performance per ottenere nuove “monetine” per continuare a giocare), i segreti scoperti ecc. Dunque, la routine ludica si ridurrà, sostanzialmente, alla nostra volontà di esplorare tutte i segreti della campagna e ottenere via via punteggi superiori per competere in una classifica generale: a questo punto, la concreta longevità della produzione, sarà radicalmente relativa e basata non solo sul livello di nostalgia, ma anche sulla nostra esplosiva o meno volontà di competere. Come anticipato, The House of the Dead Remake aggiunge, anche a livello di contenuti, qualcosa in più rispetto all’originale: non solo vi saranno più “incontri” e nemici da abbattere, ma avremo anche diversi segreti extra come l’unlock dell’armeria che ci consentirà di poter adoperare, colpendo alcuni scrigni sparsi per il gioco, armi diverse dalla canonica pistola di Rogan.

Naturalmente, un Remake e anche e soprattutto una questione di carattere tecnico: ed è qui che, probabilmente, The House of the Dead Remake “casca” irrimediabilmente, ma non esattamente per “colpa propria”. Come abbiamo già specificato, questo è sostanzialmente un gioco dove si mira: ergo, è un titolo che nasce con in testa l’idea che si possa utilizzare una sorta di puntatore “diretto” a schermo. Nella sua versione Nintendo Switch, è possibile adoperare i Joy-Con come puntatori. Nella sua versione PlayStation, il gioco ha recentemente ottenuto un update che rende i Move compatibili. Nella sua versione Steam, invece, il mouse sarà (abbastanza) comodo per disintegrare tutte le orde degli affamati non morti. E su Xbox? Ebbene, avremo semplicemente il gamepad. Una soluzione piuttosto scomoda e complicata da gestire, a maggior ragione se tenteremo la nostra sorte a difficoltà più elevate o nella modalità Horde, quando i nemici saranno esponenzialmente maggiori a schermo. Nonostante vi siano sufficienti opzioni per calibrare la sensibilità delle levette e la mira automatica, ciò va solo in parte a minare una situazione complicata. A questo, si aggiunga anche una tendenza (a dir la verità, non troppo frequente ma presente) del mirino a confondersi con gli elementi a schermo, spesso “nascondendosi” tra le membra “saltanti” e gli schizzi di sangue dei nemici. La questione “mira” su Xbox, tirando una riga, riduce dunque drasticamente la piacevolezza del titolo e, a conti fatti, mina nettamente le possibilità competitive dei giocatori Microsoft rispetto agli altri: non una colpa degli sviluppatori, naturalmente, ma l’idea che questa versione, probabilmente, “non s’avesse da fare” [semi-cit.] risuona fortissima in testa.

Specchio delle mie brame… non morte

Fortunatamente, il resto del lavoro profuso a livello tecnico è sicuramente pregevole: il salto qualitativo rispetto all’originale è stratosferico (ma son passati quasi 30 anni, ci mancherebbe), seppur probabilmente relativizzato alla qualità media odierna, nulla di particolarmente esaltante. In generale, tutti i modelli ambientali e dei nemici sono stati quasi integralmente reinterpretati e, per quanto concerne in modo particolare la versione Xbox Series X, sublimati in 4K. Ciò detto, sarà facile imbattersi in texture non particolarmente “aggraziate”, specialmente per quanto riguarda gli ambienti e gli oggetti della “scenografia”. Un buon lavoro è stato fatto anche a livello di animazioni, nettamente migliorate rispetto all’originale seppur nella norma (con una leggera punta di “indipendenza”) se relativizzate agli standard moderni. Per quanto concerne la complessiva fluidità, The House of the Dead Remake offre quasi sempre un “sindacale” 60 fotogrammi al secondo se si affronta la campagna “originale”.

Discorso diverso, invece, per quanto concerne la modalità Horde: in essa, il numero dei nemici a schermo sarà nettamente superiore e, con esso, anche il quantitativo dei cali di frame riscontrabili, specialmente quando avremo i nemici “in your face”. In generale, comunque, il lavoro tecnico profuso è sicuramente valido e rende finalmente giustizia ad un piccolo gioiello del passato, ingiustamente dimenticato. In ultima istanza, il comparto audio sarà tutto sommato adeguato e ignorante al punto giusto: metal a palla, recitazione vocale da B-Movie “over 9k” e bestiali mugolii ad ogni angolo dell’immensa magione.

Concludendo…

The House of the Dead Remake, tirando le somme, è un rifacimento concettualmente riuscito in base al prezzo, di un gioco però “fuori tempo massimo” per tante ragioni “incidentali”. E, in modo particolare su Xbox, ma per una “mancanza” della console Microsoft, giocare al rifacimento del leggendario titolo anni ‘90 sarà piuttosto complicato a causa dei controlli piuttosto scomodi. Detto ciò, se la nostalgia dovesse assalirvi in modo irresistibile, il lavoro profuso dagli sviluppatori sarà più che valido: un buon apparato tecnico, qualche piccola aggiunta a livello di gameplay ed una estensione della longevità (che resta comunque non particolarmente elevata) grazie ad alcune modalità “collaterali”. Un regalo per i nostalgici, ma forse un “no” per le nuove generazioni.

CI PIACE
  • È The House of the Dead!
  • Buon rifacimento tecnico
  • Alcune piccole novità a livello di gameplay…
NON CI PIACE
  • …ma giocare col pad è scomodo!
  • Qualche sporadico rallentamento
Conclusioni

The House of the Dead Remake ritorna sulle piattaforme moderne di gioco, con la sua dose di sano ed ignorante smembramento di non morti ed aberrazioni di vario tipo. Nonostante il rifacimento, guardando al prezzo, sia comunque riuscito visto il buon lavoro di “imbellettamento” tecnico e l’aggiunta anche di qualche elemento ex-novo a livello di gameplay, il titolo non riesce ad esser “sé stesso” su Xbox. Il motivo? Una certa scomodità meccanica nell’utilizzare il gamepad al posto di una periferica di puntamento “tradizionale”, che va addirittura a minare, parzialmente, anche alcune delle nuove caratteristiche introdotte. Resta, comunque, un omaggio dovuto: un buon remake, dall’altissimo valore nostalgico.

7Cyberludus.com

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