La fantascienza a tinte cyberpunk ci affascina ormai da diversi decenni. Il boom di questa corrente artistica lo si deve principalmente all’iconico Blade Runner, film uscito nel lontano 1983 e da allora diventato un vero e proprio cult. In questo lasso di tempo ne abbiamo viste di opere appartenenti a questo filone, anche in campo videoludico ovviamente. Proprio prendendo spunto dallo splendore della pellicola diretta da Ridley Scott, Cloudpunk ci racconta una storia cyberpunk a base di intelligenze artificiali e corporazioni spietate, tra pioggia battente, neon accecanti ed una notte perpetua.

Il gioco punta fortemente sul comparto narrativo e non perde tempo ad immergerci nel mood della storia, mettendoci alla guida di una sorta di macchina volante chiamata HOVA. Possiamo così cominciare a svolazzare in giro per Nivalis, l’intricata città in cui è ambientata la vicenda. A colpire, già dalle prime battute di gioco, è l’atmosfera che si respira, soprattutto se consideriamo che stiamo parlando di un titolo low budget caratterizzato da un comparto grafico tutt’altro che fotorealistico.

In Cloudpunk impersoniamo Rania, una giovane e tenace ragazza che vuole semplicemente cercare di sbarcare il lunario in questo universo distopico infestato da crimine e totalitarismo. La protagonista vive dunque la sua prima notte di lavoro per una semi-legale compagnia di consegna con sede proprio a Nivalis. La trama si fa ben presto intrigante e la voglia di saperne di più su ciò che ci circonda prende velocemente il sopravvento. La struttura ludica è totalmente asservita alla narrazione e risulta alquanto lineare, traducendosi nella ricerca di un parcheggio per l’HOVA, nella presa in consegna del pacco da trasportare, nel tragitto da percorrere fino a destinazione (con la rigida regola di non aprire mai il pacco) e la conseguente riscossione del ​​pagamento. A parte qualche situazione in cui si presentano dei bivi decisionali, il gameplay del gioco permane piuttosto statico e lineare per tutta la sua durata, risultando per certi versi limitato.

Le poche meccaniche di gioco presenti sono comunque ben realizzate. Il sistema di guida di Cloudpunk è abbastanza gratificante: il grilletto destro accelera, la virata è gestita dalla levetta analogica sinistra e l’altitudine dalla destra. All’inizio può risultare leggermente astruso ma, una volta presa confidenza, vi ritroverete a sfrecciare tra i grattacieli in totale scioltezza. E’ inoltre possibile personalizzare l’ HOVA sotto diversi punti di vista, dall’estetica, acquistando dei simpatici gadget, alla resistenza agli urti passando, inevitabilmente, per i boost relativi alla velocità del veicolo.

Abbiamo già citato la necessità di parcheggiare, azione effettuabile in determinate aree prestabilite. Tramite questo escamotage, gli sviluppatori vogliono invogliare il giocatore ad esplorare a piedi la città, dando la possibilità di comprare provviste, parlare con gli NPC e raccogliere oggetti di varia natura. Lo scopo è quello di scongiurare l’evenienza che il giocatori si limiti semplicemente a guidare da un indicatore di missione ad un altro, senza prestare particolare attenzione all’ambientazione. Per queste fasi esplorative a piedi potete tranquillamente alternare a piacimento visuale in prima e terza persona.

Rania è virtualmente accompagnata dal suo amico canino Camus che, a dire il vero, non è più un cane. Il suo corpo non esiste più ma la sua coscienza è stata salvata e uploadata nell’IA dell’ HOVA, diventando così una sorta di classico assistente vocale ma più futuristico. Si sta comunque parlando di un cane e possiamo assicurarvi che le conversazioni tra lui e la protagonista sono divertenti, oltre che sinceramente ben scritte.

Le prime consegne scorrono via senza particolari intoppi, ma ben presto cominciano a verificarsi situazioni spinose, spesso tradotte in questioni morali con cui confrontarsi. E’ assolutamente vietato aprire i pacchi o chiedere cosa contengono, ma cosa succede quando lo fai? Una volta al corrente di essere invischiati in qualcosa di losco, come la consegna di un androide schiavizzato, cosa è giusto fare? Spesso il gioco dà la possibilità di scegliere e ci sono un paio di consegne ramificate che presentano più di un finale. Completare la spedizione o vendere l’articolo per guadagnare qualche soldo? Eseguire gli ordini o liberare un robot sessuale dalla schiavitù? Cloudpunk vi metterà spesso alle prese con decisioni tutt’altro che scontate.

Uno dei tratti distintivi che rendono ancora più particolare Cloudpunk è che, nonostante l’ambientazione e il genere, non sono presenti armi o particolari scene di violenza. State tranquilli dunque, anche esplorando i peggiori bassifondi non rischierete mai di lasciarci le penne, persino dialogare con i membri delle gang può portare a conversazioni amichevoli e simpatiche. A tal proposito, sono svariati gli NPC con i quali è possibile interagire, alcuni conferiscono persino degli incarichi opzionali più o meno stratificati. Ciò converge in una serie di sottotrame che progredendo si trasformano lentamente in un avvincente mistero centrale. E’ la narrazione il punto di forza del titolo. Ogni NPC incontrato, ogni consegna completata, dà vita a un mondo pieno di fascino e mistero, ironia e tecnofobia. È solo un peccato che gli incontri lungo la strada siano così fugaci e facciano poco per portare avanti la trama, incrementando più che altro la costruzione della lore.

Nivalis è vasta ed eterogenea e i sette quartieri presenti mostrano diverse particolarità. Si passa da zone semidistrutte e sguazzanti nel degrado, abitate dai peggiori scarti della società come i sotterranei del Midollo, a zone residenziali ben più lussuose ricche di sfarzo ed imponenti costruzioni. La città è estremamente bella da vedere, realizzata attraverso un particolare design artistico chiamato voxel art: fondamentalmente dei mattoncini in stile Lego, un po’ alla Minecraft per intenderci.

Nonostante la ridotta mole poligonale, il notevole dinamismo che ci circonda, il suggestivo sistema di illuminazione e i riusciti effetti di pioggia causano qualche inciampo tecnico di troppo al titolo. Le due problematiche più persistenti sono il frequente pop up che riguarda gli oggetti in lontananza, qualche inspiegabile freeze, un frame rate non particolarmente fluido e, soprattutto, l’elevata mole di caricamenti. Alcuni risultano evidenti, come quando si passa da un quartiere all’altro, altri vengono celati da espedienti ludici, come la necessità di servirsi di ascensori per raggiungere particolari altitudini.

Segnaliamo anche un costante bug riguardante gli indicatori di missione, che spesso rimangono attivi anche una volta completata la missione in questione. Si può provare a dialogare con gli NPC relativi alla quest ma il risultato è che dovrete sorbirvi nuovamente i dialoghi già ascoltati, non risolvendo nulla. Alla fine del gioco ci siamo dunque ritrovati con tre missioni attive che in realtà erano già state completate. Si tratta di un bug che non inficia particolarmente la godibilità del titolo, probabilmente risolvibile con una semplice patch, ma che forse denota una certa frettolosità nella realizzazione di questo porting delle versioni console.

Non bastano comunque queste magagne a rovinare il buon lavoro svolto dagli sviluppatori. Anche perché il grado di coinvolgimento in Cloudpunk viene amplificato da un comparto sonoro eccellente, che vi consigliamo di assaporare servendovi di un paio di buone cuffie. La pioggia costante in sottofondo, il chiacchiericcio dei passanti, le pubblicità radiofoniche, gli slogan delle autorità, le sirene della polizia… Il tutto converge in una sensazione di immersione quasi inebriante. A ciò aggiungiamo una colonna sonora synthwave di pregiata fattura, sincronizzata dinamicamente con ciò che succede a schermo. Le sonorità proposte ricordano prepotentemente le composizioni che Vangelis realizzò per Blade Runner ma non siamo comunque di fronte ad una becera copia priva di identità. Si tratta di un lavoro sorprendente, che quasi meriterebbe una edizione in vinile.

Nota di merito anche per il doppiaggio inglese: ben recitato, almeno per quanto riguarda il cast principale. Il titolo è localizzato in italiano per quanto riguarda testi e sottotitoli.

Concludendo…

In definitiva, Cloudpunk ha rappresentato una piacevole sorpresa, grazie ad un comparto carico di mistero, ben scritto ed arricchito da un’atmosfera immersiva ed una colonna sonora pregievole. I dialoghi sono uno dei punti forti dell’esperienza ed il il tono generale coinvolge in una storia cyberpunk diversa dal solito, meno cupa ma comunque ricca di fascino. Dall’esplorazione della seducente Nivalis alla scoperta di una trama suggestiva e coinvolgente, non possiamo che promuovere il lavoro svolto da IonLands. Peccato per qualche problema tecnico di troppo e per una struttura di gameplay un po’ troppo basilare e limitata, per il resto siamo certi che Clodupunk abbia le carte in regola per meritare il vostro tempo, con la certezza che saprà regalarvi 9-10 gradevolissime ore di gioco a base di luci al neon, distopia e misteri da svelare.

CI PIACE
  • Narrativamente audace
  • Atmosfera affascinante
  • Colonna sonora d’impatto
NON CI PIACE
  • Qualche problema tecnico di troppo
  • Gameplay strutturalmente molto limitato
Conclusioni

Con alcune problemi tecnici e una struttura ludica piuttosto limitata, Cloudpunk non è perfetto. Tuttavia, presenta una città fantascientifica affascinante, una storia suggestiva, dei carismatici personaggi principali e una colonna sonora che ha ben poco da invidiare alle produzioni più blasonate. Inoltre si guida un’auto volante, cosa volete di più?!

7.5Cyberludus.com

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Alla costante ricerca di se stesso e del suo ruolo nel mondo, perde la sua verginità videoludica con la gloriosa PS1 e da allora è un amore in costante crescita. In quanto appassionato di cinema apprezza particolarmente i videogames in grado di raccontare storie interessanti e coinvolgenti. Attende con impazienza una cruenta apocalisse zombi per mettere in atto tutto ciò che ha imparato grazie a Resident Evil e The Last of Us.

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