Arboria è l’ennesima new entry nel ricchissimo panorama dei videogiochi indipendenti, che consente al giocatore di tuffarsi a capofitto nel tetro mondo di, appunto, Arboria. Come il nome suggerisce il paese in cui è ambientato, il gioco è popolato da esseri dalle sembianze vegetali che hanno, ovviamente, un grosso problema: l’Albero Padre infatti sta subendo una strana malattia dovuta alla corruzione delle sue preziose radici; lo sciamano del villaggio interviene e, insieme ad una inquietante fatina svolazzante chiamata Rata, richiamano alle armi tutti i guerrieri Yotun per spedirli nelle tetre caverne ed andare a distruggere il male che causa la corruzione.

Il terribile buco che spalanca al giocatore le porte per il prossimo dungeon casuale.

Rilascio Anticipato … forse troppo.

Con un accattivante trailer arricchito da una vivace musica, Arboria si affaccia sul mondo degli Early Access e viene gettato in pasto alla folla, promettendo come sempre uno sviluppo vicinissimo ai giocatori. Sviluppato dai polacchi DreamPlant, il gioco in questione si propone come un action-game in terza persona con elementi rogue-like (livelli casuali, permadeath) ed RPG (armamentario, potenziamenti). A parte l’ambientazione molto particolare, quindi, niente di eccezionalmente innovativo.
Non nascondiamo che sin dai primi momenti di gioco si percepisce che lo stato di avanzamento del titolo in questione è abbastanza acerbo: la storia è appena abbozzata mentre le scene iniziali travolgono il giocatore cercando di infondergli l’incipit che, sfortunatamente, non è poi troppo originale. Molto apprezzaibili i toni beffardi e scherzosi: non manca anche una divertente riproduzione del calcio spartano da parte dello sciamano per infondere “coraggio” al primo sciagurato guerriero.
Il gameplay per fortuna non è male: il nostro avatar si muove agilmente nei tetri dungeon che vengono generati casualmente dal motore di gioco. Per il combattimento è previsto il consueto attacco leggero, quello pesante ed una schivata. Un corretto alternare di queste tre azioni – unite ad una buona dose di riflessi – consentono al giocatore di sbaragliare le truppe nemiche con successo. Sfortunatamente, per questo primo assaggio di gioco, le fila nemiche sono poco varie perché costituite al 90% da esseri svolazzanti di qualche tipo (api, api grosse, calabroni sputazzanti, insomma avete capito). La distruzione di speciali cristalli blu, sparsi per i dungeon, consente al giocatore di raccogliere la moneta di gioco, i cosiddetti “Veri”, che potranno essere investiti in seguito. L’attuale roster di armi (innestate direttamente nel braccio del nostro eroe) ed armature non è molto vario al momento, però è efficace e tutto sommato il ritrovamento di un nuovo armamentario è sempre un evento lieto, che contribuisce a rendere meno tediose le varie partite.

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Nei vari livelli è possibile trovare queste ceste ricolme di armi e bonus.

Passa la testa

Prima abbiamo parlato di componenti rogue-like: ebbene sì, se il nostro povero guerriero dovesse soccombere sotto i colpi nemici perderà ogni sua possessione (armi, armature), ma la nostra amichevole fatina provvederà a conservarne la testa (yew!) per riportarla dallo sciamano nel villagio.
Questo posto rappresenta il classico fulcro di ogni gioco casuale, il momento di relax tra una run e la successiva, prima del nuovo dungeon. Qui è dove risiede l’Albero Padre, la “stampante di guerrieri” e molti NPC con i quali, tragicamente, è ancora vietato interagire: considerato anche che al momento è ricco di muri invisibili ed invalicabili, questa componente è praticamente assente e serve solo come punto di partenza per le partite.
Stampante? Sì, avete letto bene: i guerrieri Yotun vengono letteralmente creati all’inizio di ogni run tramite un macchinario bio-meccanico che fa parte del grande albero. L’idea è che, grazie al DNA contenuto nella testa mozzata dell’eroe appena passato a miglior vita, le progenie successive possano essere migliori. Ammesso che, ovviamente, si siano raccolti abbastanza Veri da investire in potenziamenti altrimenti … potrebbero anche essere peggiori!

Purtroppo l’ultima run è andata male: senza un notevole quantitativo di Veri gli Dei si arrabbiano e non garantiscono una buona progenie.

Comparto Tecnico

L’ambientazione di Arboria è forse la sua forza principale. Oltre all’ottima veste grafica, molto particolareggiata e dettagliata, lo stile proposto dagli sviluppatori è davvero unico (a tratti ci ha ricordato i quadri del noto pittore Giuseppe Arcimboldo) e conferisce al gioco una certa personalità davvero apprezzabile. Abbiamo notato alcuni misteriosi cali di framerate, ma, a parte questo, il titolo gira liscio senza particolari problemi. Il comparto audio, purtroppo, merita un’ amara bocciatura: gli effetti sonori, in particolare, lasciano il povero giocatore in uno stralunato silenzio durante molte azioni di gioco. Tra le altre cose, non abbiamo trovato traccia della interessante musica proposta nel trailer che, evidentemente, serviva solo come “specchietto per le allodole” per una colonna sonora incalzante che al momento non fa la sua comparsa.

La fatina ha delle sembianze abbastanza inquietanti…

Concludendo…

Arboria è un titolo interessante, ma dolorosamente incompleto. Dimostra di avere, per fortuna, un buon potenziale, perché il gameplay funziona ed è già di buon livello, ma ci teniamo a sottolineare che al momento potrebbe considerarsi poco più di una versione alpha. Ci ha lasciato molto perplessi che il giorno della messa in vendita (7 maggio) non sia stato fatto alcun rilascio di versione: è quasi una tradizione che, però, i DreamPlant non hanno voluto (o potuto) rispettare. In definitiva con una storia appena abbozzata, un hub centrale inesistente, un comparto audio increscioso e pochissimo contenuto (è possibile arrivare solo fino al primo boss poi basta) i nostri amici polacchi hanno ora il gravoso compito di colmare il gap che divide questa tech-demo da un gioco completo.

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