Valfaris è il secondo titolo indie integralmente ideato dal poliedrico metallaro Andrew Gilmour, veterano dei videogames ed autore del platform Slain e del suo riuscito reboot: Slain Back From Hell. Per l’occasione Andrew ha fondato la label Steel Mantis insieme a Thomas Jenns, un esperto coder e level designer. Dopo tre lunghi anni di lavoro insieme finalmente il frutto è maturo e pronto per il rilascio ufficiale e noi, grazie ad un codice per la Switch fornitoci dagli sviluppatori, siamo pronti a dirvi la nostra!
An Heavy Metal Space Saga
Trattandosi di un gioco spiccatamente Arcade la storia è di contorno e ragionevolmente ridotta all’osso, narrata tramite un misto di immagini statiche e cutscene tridimensionali. Non manca ovviamente un imperturbabile eroe protagonista, Therion, che possiede le sembianze di una improbabile fusione tra Conan il Barbaro e uno Space Marine di Warhammer. Il gioco inizia quando il nostro protagonista a bordo della sua nave spaziale “wolfship”, guidata dalla fidata IA “Hekate” va all’assalto della fortezza spaziale Valfaris, patria natale di Therion. In questo posto un tempo paradisiaco infatti il cattivo di turno, Vroll, padre di Therion, ha deciso di risiedere, corrompendo e devastando l’ambiente con le sue mostruose creature. E’ venuto in fine il momento della resa dei conti: dopo aver effettuato un’atterraggio “hard and heavy” il nostro valoroso combattente scende dalla nave ed inizia la ricerca del genitore, per sconfiggerlo una volta per tutte e riportare Valfaris ai fasti del passato!
Gameplay
Valfaris è un platform 2D che propone un gameplay collocato a metà strada tra un arcade puro ed un metroidvania. Nonostante la traiettoria sia quasi sempre obbligata, talvolta è possibile girare più o meno liberamente nei livelli per cercare l’occasionale bonus o zona segreta.
Il nostro impavido eroe ha a disposizione quattro tipologie di armi: uno scudo, un’arma bianca, un’arma da fuoco leggera inesauribile ed una pesante che consuma energia. Lo scudo può ovviamente bloccare gli attacchi avversari e, se utilizzato nel modo giusto, è anche in grado di imprigionare i proiettili in arrivo per poi rispedirli al mittente. Per rendere possibile questo però è necessario avere buoni riflessi ed attivarlo all’ultimo istante, proprio quando il proiettile sta per colpire Therion.
Quando lo scudo blocca qualcosa viene consumata parte della limitata energia a disposizione, la stessa che viene erosa utilizzando le armi pesanti e che va quindi ricaricata spesso. Per farlo è sufficiente utilizzare le armi bianche: ogni nemico colpito od ucciso con i fendenti genera sfere blu fluttuanti che ripristinano parte dell’energia della tuta. Si tratta di una meccanica semplice, tutto sommato, che però è ben bilanciata e garantisce la necessità di variare spesso le tattiche di combattimento.
Poco dopo l’inizio del gioco il nostro nerboruto combattente spaziale ottiene la sua prima arma pesante: lo Spettrinfernale, in grado di sparare devastanti raffiche di anime infuocate. Si scopre velocemente che nel corso del gioco per ognuna delle tre tipologie di armi sarà possibile trovare numerosi sostituti, in tutto 19, che rendono molto vario il gameplay ed incentivano adeguatamente il proseguimento.
Heavy Metal Rules
Nel corso del lungo svolgimento di Valfaris, che conta innumerevoli livelli accuratamente disegnati a mano, troviamo tutte le meccaniche più comuni del genere: piattaforme semoventi, volanti, scale, salti combinati, livelli verticali, etc. Immancabili anche i checkpoint, rappresentati qui da altari metal dove vanno inseriti appositi Idoli recuperati durante il livello e dove è anche possibile selezionare le armi e potenziarle. L’attivazione dei checkpoint in questo caso è di fatto facoltativa, perché per ogni idolo posseduto il nostro Therion diviene più potente. La scelta se spendere gli idoli nella sicurezza dei checkpoint oppure sull’aumento di energia che ne deriva è sicuramente un’elemento interessante che arricchisce il gameplay.
Il level design è sempre eccellente e vario, anche se le ambientazioni tendono ad essere un po’ troppo orientate verso temi raccapriccianti, con cose viscide, teschi e arredi “metal” in generale. Il genere deve piacere, non si discute, ma talvolta accade di non distinguere benissimo gli elementi del paesaggio calpestabili dal resto. Per fortuna la giocabilità è di prim’ordine: le hitbox dei nemici sono calibratissime, molti avversari utilizzano pattern di attacco vari, con una IA frizzante in grado di stupire in diverse occasioni! La difficoltà è molto alta, ma equa: non si prova mai la sensazione di perdere in maniera punitiva, anche se certe sezioni richiedono davvero azioni calibratissime per essere superate … un’ottima occasione per i giocatori di sfoderare le loro peggiori maledizioni.
Comparto tecnico
Come era facile aspettarsi anche questo titolo, come Slain, è stato completamente sviluppato con il versatile Unity. La passione per il Metal di Andrew Gilmour demarca l’intera produzione e non coinvolge solo la colonna sonora: il comparto grafico 2D copre quasi interamente temi particolarmente dark, ma sfoggia una pixel graphic di qualità, particolare e curata. Le animazioni dei vari personaggi sono fluide e soddisfacenti, con alcune piccole chicche quali l’headbanging di Therion quando raccoglie un’arma, oppure le sue innumerevoli animazioni di morte che variano a seconda delle situazioni.
Il comparto audio include ovviamente una colonna sonora in stile heavy metal di grande pregio, opera dell’ex chitarrista dei Celtic Frost, Curt Victor Bryant. Deve piacere il genere, ovviamente, però va fatto presente che non risulta mai troppo invasiva e spesso riesce anche a deviare verso stili più soft.
Sulla piccola console di casa Nintendo il gioco gira generalmente fluido, ma non mancano momenti in cui il framerate cala vistosamente – per fortuna accade di rado. Come nota finale facciamo notare che tutto il testo è tradotto decentemente in italiano (occhio che va selezionato a mano dalle opzioni) e la versione digitale occupa circa 850 Mbyte sulla memoria della console.
Concludendo…
Valfaris ci ha decisamente convinto, si tratta di un prodotto particolare, curato, che può regalare al momento dalle 6 alle 8 ore di piacevole divertimento! La varietà delle situazioni, delle armi e delle ambientazioni garantiscono sempre che i momenti spesi a giocare non siano ripetitivi e, nonostante sia un gioco che potrebbe snervare qualcuno per la difficoltà medio-alta, a nostro avviso è comunque ben lungi dall’essere gratuitamente punitivo come i titoli souls-like. Come pensiero finale, se pensate che 7 ore di gioco siano poche per il prezzo, tenete presente che gli sviluppatori hanno promesso una nuova modalità “Full Metal Mode”, in arrivo con una successiva patch, per consentire di rigiocare l’intero gioco ad una difficoltà più alta, mantenendo tutti i potenziamenti raccolti nella prima esecuzione e offrendo una nuova classe di armi chiamate “Destroyer“!