Cenone a casa Baker

Sorprendendo in molti tra stampa e pubblico, Capcom è riuscita a far cadere nel dimenticatoio gli indiscutibili errori commessi con il sesto capitolo di Resident Evil in un baleno. Come? Grazie a Resident Evil 7: Biohazard. La “visita di cortesia” del copiosamente sfortunato Ethan in casa Baker ha avuto successo nel rappresentare un’idilliaca ripartenza per la celebre serie partorita da quel folle di Shinji Mikami. Perfettamente bilanciato tra innovazione e tradizione, Resident Evil 7 ha infatti brillantemente dissolto i dubbi di chi temeva per l’efficacia delle scelte di game design prese dal team di sviluppo, dimostrando ancora una volta che esporsi ad alcuni rischi in fase di pre-produzione, quasi sempre, paga.

Di quel che è uno dei migliori survival horror dell’attuale generazione abbiamo parlato in maniera esaustiva nella nostra recensione ma allora – vi potreste chiedere – che cosa andrete a leggere in quest’ulteriore disamina? Ebbene, sia i possessori del gioco che i ritardatari troveranno pane per i loro denti perché abbiamo avuto la possibilità di provare le nuove espansioni della storia del gioco mediante Resident Evil 7: Gold Edition. Mettete da parte la “Civil War” tra i difensori del pandoro e gli adoratori del panettone e tuffatevi con noi nell’abisso orrorifico del Bayou. Prima di iniziare, vogliamo fare una doverosa premessa: la recensione contiene qualche spoiler legato all’avventura principale.

Piatto ricco, mi ci ficco!

Resident Evil 7: Gold Edition è, in soldoni, tutto ciò che il settimo capitolo ha da offrire, dai Banned Footage, passando per Ethan deve Morire fino a Nessun Eroe, il DLC della storia con protagonista l’iconico Chris Redfield. In sede, ci occuperemo dei contenuti scaricabili più importanti, quelli legati al destino di Zoe e Lucas Baker. La prima è la figlia “sana” della folle famiglia di Resident Evil 7, o meglio, l’unica a non essere stata completamente assoggettata al volere di Eveline. Lucas, al contrario, non potrebbe essere più distante dal concetto di stabile, basti pensare al fatto che le sue turbe psichiche risalgano a molto prima dei tragici eventi del gioco per averne prova inconfutabile.

Le espansioni della storia che fanno luce sugli avvenimenti successivi alla trama principale sono un po’ brevi, riuscirete a completarle entrambe in poche ore, ma questo non significa che si siano rivelate mal congegnate o prive di spessore. Entrambe posseggono diverse peculiarità in termini di gameplay, così come alcune ambientazioni completamente inedite. Ci teniamo a dire che siamo rimasti incredibilmente colpiti dalla qualità del doppiaggio in Italiano, talmente curato da riuscire a superare persino l’ottimo lavoro svolto per l’avventura principale: che sia per la scelta dei doppiatori – con un convincente Claudio Moneta nei panni di Chris – o per le performance stesse, non abbiamo mai avvertito il bisogno di settare l’audio in lingua Inglese.

I’m no hero, never was, never will be… o qualcosa del genere

Ethan riesce a eliminare Eveline con la potentissima pistola Albert 01 (un nome che è tutto un programma) ma come spesso accade in Resident Evil, a ogni fine di un incubo corrisponde la nascita di nuovo terrore. Della parte infame dei Baker è rimasto in vita un singolo componente, Lucas, il quale ha un bel po’ di scheletri nell’armadio. L’avventurarsi di Chris nei cunicoli bui e contaminati della vecchia miniera ha il fine di catturare il folle per conto dell’Umbrella Corporation, una compagnia militare privata mossa dalla volontà di fare ammenda per gli errori commessi dalla spregiudicata casa farmaceutica fondata da Marcus e Spencer molti anni prima.

Seppur l’ambientazione di Nessun Eroe sia stata già mostrata durante la storia principale, possiamo certamente affermare che non ci sia nulla di più adatto a offrire una claustrofobica esperienza survival horror. Il veterano Redfield non è un civile improvvisato a killer di BOW e ha dalla sua sia un adeguato equipaggiamento militare che la preparazione fisica. Sparando qualche colpo di pistola ai Micomorfi li destabilizzerete e avrete l’occasione per mandarli al tappeto con un poderoso diretto. Nei momenti più “affollati”, il fucile a pompa a ripetizione sarà la vostra ancora di salvezza ma dovrete prestare molta attenzione agli esemplari potenziati, i quali potranno cadere vittima dei proiettili soltanto dopo essere stati colpiti da un particolare tipo di munizioni della Samurai Edge.

Tra fascicoli da esaminare, mostruosità da abbattere e trappole di Lucas da evitare, le due ore e mezza necessarie al completamento di Nessun Eroe voleranno via ma non prima di aver regalato agli appassionati del genere una sezione intrisa di un macabro fascino che non abbiamo più trovato all’interno della serie dopo Resident Evil 2 e RE 3: Nemesis. Avremmo certamente voluto ottenere qualche risposta in più da quest’esperienza ma gli sviluppatori potrebbero aver deciso in corso d’opera che non era ancora il momento di scoprire tutte le carte in tavola. Una cosa è certa: il futuro di Resident Evil potrebbe rivelarci qualche grossa sorpresa.

Fine di Zoe, per gli amici Don’t fu*k with Joe Baker

Se a Nessun Eroe spetta il titolo di “espansione classica” di Resident Evil 7, a Fine di Zoe va certamente assegnato l’Oscar per la miglior “espansione tamarra” dell’anno in corso. Dopo la fuga di Ethan e Mia dal casolare dei Baker, la vita della povera Zoe resta in serio pericolo. Tutto sembra perduto per la giovane ma l’arrivo di un attempato salvatore riesce a ribaltare una situazione altrimenti disperata. Dimenticatevi del giovane principe azzurro in sella a un cavallo dorato e date il benvenuto al fratello maggiore di Jack Baker, Joe.

Questo veterano in pensione dell’esercito degli Stati Uniti d’America non ha bisogno di pistole letali o di armi di grosso calibro per annientare le BOW che si aggirano per le paludi del Bayou: a cosa servono, del resto, i fucili d’assalto e le armi tattiche quando si è posseduti dallo spirito del compianto Carlo Pedersoli? Esatto, Joe Baker è un Bud Spencer che mangia larve, scolopendre e gamberi al posto di fagioli e salsiccia. Per quanto l’idea possa sembrare assurda al primo impatto (in effetti lo è) vi assicuriamo che funziona molto bene nell’economia di gioco e riesce anche a donare un tocco di freschezza al gameplay vero e proprio.

Altrettanto indovinate sono le aree paludose, piene di armi biologiche e, soprattutto, di giganteschi alligatori avvezzi al consumo di carne umana: scendere in acqua ed esporsi a grossi rischi nel tentativo di trovare materiali utili o restare alla larga dai giganteschi predatori ma meno attrezzati per far fronte agli altri pericoli? Scelte, scelte, scelte. In Fine di Zoe non mancherà il Nemesis personale di Joe Baker, un instancabile individuo che non vuole proprio saperne di andare al creatore.

Concludendo…

Nessun Eroe e Fine di Zoe sono due espansioni ben lontane da The Witcher 3: Blood & Wine in quanto a mole contenutistica ma sono diversi i motivi che dovrebbero spingere gli appassionati di Resident Evil 7 a completarle. Fate parte di coloro che non hanno ancora giocato al settimo capitolo per paura di trovarsi tra le mani un prodotto distante dai punti cardine della serie? A voi invece consigliamo di recuperare immediatamente Resident Evil 7: Gold Edition, l’esperienza completa di uno dei survival horror più significativi degli ultimi anni.

CI PIACE
  • Fine di Zoe e Nessun Eroe sono brevi ma di qualità indiscutibile.
  • RE 7: Gold Edition è un acqusito imprescindibile per i fan che hanno deciso, in un primo momento, di non comprare Resident Evil 7.
NON CI PIACE
  • Da Nessun Eroe ci saremmo aspettati qualche rivelazione in più, specie dopo lo slittamento della data d’uscita.
Conclusioni

Resident Evil 7: Gold Edition è un acquisto obbligato per tutti i fan che all’uscita dell’esperienza principale si sono fatti prendere dal timore di ritrovarsi tra le mani un prodotto distante dai punti cardine della serie. Ai possessori del gioco, invece, consigliamo caldamente di portare a termine Nessun Eroe e Fine di Zoe, le due espansioni che chiudono definitivamente la “saga dei Baker”.

9.1Cyberludus.com

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Ha conseguito una laurea triennale in fotografia, cinema e televisione e, attualmente, si dedica a tempo pieno alla divulgazione dell’arte audiovisiva definitiva: il videogioco. Gira e sceneggia cortometraggi, video di dubbia sanità mentale con The Gentlemen e cura il canale YouTube “Lo Spazio di Donte”. Assieme ai compagni d’arme in Cyberludus.com e VG24/7.it, cerca di crescere nel campo del giornalismo videoludico ma, mal che vada, continua a coltivare il sogno proibito: costruire un insieme di piattaforme in mezzo al mare senza il controllo di governi, sistemi e religioni… Outer Heaven.

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