Salvando un mondo di mattoncini
Siete ancora freschi di Spider-Man Homecoming, Thor Ragnarok e avete una foto di Stan Lee sotto al cuscino? Congratulazioni fortunelli, gli intramontabili universi Lego e Marvel si sono fusi ancora una volta per dar vita a una grande avventura piena di momenti esilaranti e di mattoncini volanti, capace di fare la gioia degli appassionati di tutte le età. Lego Marvel Super Heroes 2 è un mostro di contenuti e da bravi fan anche noi ci siamo tuffati nella mischia per salvare il mondo assieme ai nostri beniamini – tra new entry e vecchie glorie.
Quei bontemponi di TT Games sono stati in grado di confezionare un titolo indiscutibilmente divertente ma – questo è bene premetterlo – caratterizzato da meccaniche di gioco inflazionate e più lontane che mai dall’aggettivo di “fresco”. L’approccio del team di sviluppo sembra non differire molto da quello adottato per le incarnazioni videoludiche della WWE, ecco perchè anche i problemi riscontrati sono – in pratica – gli stessi. Forte di più di 230 personaggi utilizzabili e dell’immancabile ironia che caratterizza i videogiochi legati ai mattoncini più famosi al mondo, questo Lego Marvel Super Heroes 2 sarà riuscito a farci chiudere un occhio su di un game design a tratti scricchiolante? Scopritelo nella nostra disamina.
Un’abbuffata di iconici eroi
Kang il Conquistatore raggiunge la Terra con la sua imponente astronave ma i Guardiani della Galassia sono pronti a fermarlo. Dopo aver affrontato quel che è un potere sconfinato – causa Gemme dell’Infinito – non si tarda a realizzare un dato di fatto: ci sarà bisogno di un sforzo ben più “corale” per poter sventare le trame malvage del formidabile villain. Lego Marvel Super Heroes 2 ci ha subito accontentati, trasferendoci a Manhattan e – in particolare – nel bel mezzo di una mega festa organizzata dai cari Avengers. La sede dei nostri eroi preferiti, tutti rigorosamente utilizzabili, non è soltanto una delle tante location che visiteremo nel corso dell’avventura: acquistare i Mattoncini Rosa di Gwenpool, creare da zero il proprio eroe o sfidare un amico in locale in una lotta per la conquista delle Gemme dell’Infinito saranno solo alcune delle opzioni offerte dalla “madre delle basi operative”. Concluso il piacevole intermezzo, siamo stati nuovamente catapultati nel bel mezzo dell’azione fino ad assistere alla fondazione di Chronopolis.
Senza addentrarci ulteriormente nell’esposizione della trama, vi basti sapere che riuscirà a tenervi sulle spine e a strapparvi una risata in diverse occasioni. Il design dei singoli livelli, da Asgard al Far West, l’abbiamo apprezzato e non poco – al pari della caratterizzazione degli eroi. Ciascuno degli appena citati avrà il suo moveset peculiare e non ci stiamo riferendo solo agli attacchi veri e propri: Iron Man – giusto per citarne uno – potrà “svestirsi” e tornare a essere Tony Stark in qualunque momento del gioco. Il ritmo dell’esperienza sarà scandito da livelli sui binari e dalla componente open world propria di Chronopolis. Questa gigantesca città interdimensionale potrà essere esplorata in lungo e in largo e riuscirà a intrattenere il completista più incallito grazie anche alla presenza di segreti e di compiti secondari da portare a termine.
Distruggi, ricostruisci, ripeti
Citazioni a profusione – il primissimo livello “No Eson of Mine” strizza un po’ troppo l’occhio al pezzo dei Genesis per passare in osservato – ed esilaranti sequenze di intermezzo potrebbero rappresentare la medicina ideale per una ricetta di gioco sensibilmente minata da una certa ripetitività di fondo ma la verità è che non possiamo ergerci a garanti di ciò. Le battaglie contro i boss e le soluzioni per procedere nei livelli si rifanno – praticamente sempre – alla stessa identica pratica: distruggere oggetti dello scenario per poi assemblare il congegno utile a superare un determinato ostacolo. Un giovanissimo giocatore desideroso di utilizzare i suoi beniamini (probabilmente) non avvertirebbe questa continua sensazione di dejà-vù ma siamo sicuri che ciò possa valere anche per un adulto?
Fortunatamente, il contorno è così ben curato da garantire – almeno in parte – la salvaguardia del divertimento e la buona salute della volontà di voler giungere ai titoli di coda. Gli effetti delle armi e dei prodigiosi colpi dei protagonisti Marvel sono inaspettatamente gradevoli e lo stesso si può dire per la presentazione visiva generale. Nessuno sta gridando all’Horizon Zero Dawn – sia chiaro – ma poter mettere a ferro e a fuoco le costruzioni di mattoncini Lego sparse per i livelli è davvero esaltante. Non abbiamo potuto non apprezzare la qualità dell’illuminazione e l’aggiunta di un motion blur cinematografico ma il vero plauso l’abbiamo riservato al comparto sonoro. Le musiche d’accompagnamento sono semplicemente quelle giuste e il doppiaggio italiano è ben sopra la media: un punto, questo ultimo, a dir poco cruciale per un titolo del genere.
Concludendo…
Lego Marvel Super Heroes 2 dovrebbe essere posseduto da ogni appassionato dei due universi di riferimento… o quasi. Le sequenze di intermezzo sono uno spasso, il doppiaggio italiano è di pregevole fattura e non sono certo molti i giochi a vantare un roster di più di 230 personaggi Marvel. Il design dei livelli e la caratterizzazione di ciascun eroe sono altri due vigili difensori della voglia di arrivare ai titoli di coda ma non possiamo fare a meno di segnalare la presenza di un grosso contrappeso sull’altro piatto della bilancia: gli aggettivi “fresco” e “profondo” continuano a mantenersi distanti da questo fortunato filone ed è impossibile che questa mancanza non vada ad incidere in maniera più o meno significativa sulla qualità complessiva dell’esperienza offerta da TT Games. In definitiva, i fan più giovani dovrebbero appropriarsi al più presto della nuova avventura di Avengers e compagni mentre i giocatori più adulti potrebbero anche attendere un po’ in più e dare priorità a qualche pezzo da novanta di quest’ultima stagione videoludica.