Revolution calling

Prendete un videogioco, immergetelo nella situazione politico-economica che ha caratterizzato la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, sostituite i grandi personaggi dell’epoca con degli animali antropomorfizzati dall’indubbio carisma e quello che otterrete non sarà “Orwell’s Animal Farm Simulator” (so che lo avete pensato…) bensì l’ultima fatica dei Pocketwatch Games: Tooth and Tail.
Un gioco che preannuncia, sia su PC che su PS4, una “rivoluzione” in senso ampio…

Viste le particolari premesse andiamo a vedere insieme di cosa si tratta…

Tooth

La fattoria degli animali indie-pendenti

Come abbiamo già accennato, Tooth and Tail è immerso in un contesto a dir poco eccezionale: siamo in un luogo imprecisato ma dal tempo ben definito, nel quale ideologie politiche di nostra conoscenza si scontrano per l’affermazione di nuovi equilibri socio-economici. Troveremo ben quattro fazioni: i liberali Longcoats, che si battono per l’affermazione del libero mercato, i conservatori Civilized, che tentano di mantenere il potere legittimandolo per mezzo della diffusione di una dottrina religiosa, i socialisti Commonfolk, propugnatori della rivoluzione per una corretta distribuzione delle risorse, e i nazionalisti del KSR, la cui priorità è il mantenimento dell’ordine attraverso l’uso della forza.

Ma non pensiate di trovarvi di fronte ad un set che mette di fronte “i buoni contro i cattivi”. Se all’inizio vi sembrerà di vestire i panni della fazione “giusta”, col proseguire della campagna vi renderete conto che le motivazioni che spingevano i vostri nemici a combattere contro di voi erano tutt’altro che banali, configurando l’intera esperienza come una delle più profonde – sotto il piano filosofico e politico – che il mondo indie ci abbia regalato negli ultimi tempi. Inoltre si toccheranno anche aspetti meno sovrastrutturali ma ugualmente difficili da trattare, come povertà, giustizia, cannibalismo e pena di morte, il tutto fatto sapientemente e non è assolutamente cosa da poco.

I temi, dunque, non saranno certo leggeri ma il tono “fiabesco”, la presenza di protagonisti zoomorfi e una vena humor ben inserita nel contesto (che per essere ben apprezzata necessita una piccola conoscenza della lingua inglese, non è infatti disponibile la localizzazione in italiano), riescono nell’impresa di alleggerire – senza svilire – la grande caratura dell’intero sistema narrativo di un gioco che, già solo per questo motivo, meriterebbe di esser comprato a occhi chiusi e a prezzo pieno.

tooth

Strategia a portata di pad

Tooth and Tail, fosse stato un libro lo avremmo promosso già a pieni voti, ma in quanto videogioco andrà fatta un’analisi anche sotto il punto di vista ludico.

Partiamo col dirvi che si tratta di una versione “snella” di uno strategico in tempo reale, nel quale non si potranno controllare direttamente le unità assoldate ma solo il leader della fazione. Tale personaggio – che sarà l’unico a poter essere spostato a piacimento sulla mappa – non ha un attacco ma potrà indirizzare, attraverso l’uso di una bandiera\stendardo, le bocche da fuoco del vostro “bestiale” esercito. Ogni animale rappresenta una categoria d’attacco: si va dal fuoco leggero degli scoiattoli a quello pesante dei cinghiali, passando per i gufi che permetteranno di attaccare dall’alto e i maiali che invece saranno dediti alla produzione dell’unica risorsa del gioco, ovvero la carne. Risorsa vitale per l’economia di gioco, visto che attraverso il suo utilizzo sarà possibile reclutare l’esercito che vi porterà alla vittoria.

Ma è l’incredibile velocità del gameplay a caratterizzare davvero la produzione. Sarà necessario essere bravi a pianificare velocemente le azioni per poter avere la meglio sugli avversari, anche se questa frenesia porta spesso – se non addirittura sempre – a rendere caotici gli scontri, premiando non lo stratega più bravo, ma colui che ha reclutato (a volte in maniera fortuita) l’esercito più adatto ad affrontare quel preciso scontro. Le partite, anche quelle dei quattro atti della campagna single-player, non dureranno mai più di sei-sette minuti ciascuna ma vi assicuriamo che non sarà una passeggiata superarle tutte. La difficoltà, seppur leggermente più alta rispetto a quanto offerto oggi, ci è sembrata decisamente ben bilanciata. Tuttavia presto vi renderete conto che sarà necessario affrontare una stessa missione più di una volta per interpretarne le dinamiche in modo corretto e vincente. Non un Trial & Error ma poco ci manca.

La modalità multiplayer di Tooth and Tail permette di giocare sia contro avversari umani che bot, in partite fino a quattro giocatori. In questo caso però le mappe saranno create proceduralmente e la tal cosa potrà favorire in maniera eccessiva uno solo dei giocatori, sbilanciando così pesantemente l’esito della partita in favore del più “fortunato”. Letteralmente entusiasmante la possibilità di giocare in locale condividendo lo schermo.

L’immediatezza e la rapidità del gioco si riflettono anche sui controlli. Abbiamo notato quanto fosse naturale gestire il tutto attraverso l’uso di un pad, grazie a una mappatura dei tasti che ha dell’incredibile: il dorsale destro impartisce l’ordine di attacco e, se premuto a lungo, obbliga tutte le unità alla ritirata; il dorsale sinistro fa le medesime cose ma solo a un tipo di unità alla volta. Direte voi che solo due tasti non possono essere sufficienti a gestire un esercito, ma dopo solo un paio di missioni capirete come possa essere brillante questa scelta minimale, seppur fortemente efficace.

Il romanticismo della pixel-art

Pocketwatch Games si è fatta notare artisticamente già grazie a Monaco: What’s Yours Is Mine e conferma con Tooth and Tail le sue notevoli capacità. La pixel-art utilizzata, caratterizzata da un forte utilizzo di “sfumato”, è deliziosa e riesce a restituire il giusto tono dell’opera nella rappresentazione di ambientazione e personaggi. Forse, nelle missioni più concitate proprio lo “sfumato” potrebbe incidere negativamente sulla chiarezza di alcuni dettagli vitali, ma è un problema che si riesce a superare dopo qualche ora di gioco, facendoci l’abitudine.

La colonna sonora invece è semplicemente straordinaria. È opera infatti di un certo Austin Wintory –  già creatore di brani per giochi come Flow, Journey e The Banner Saga – che ha musicato il gioco regalando colore a ogni fazione, inspessendone la caratterizzazione con la semplice scelta del genere musicale: con i Commonfolk, ad esempio, avremo una sorta di tarantella, mentre con i Longcoat, un brano di musica classica suonata con strumenti che richiamano le grandi composizioni ottocentesche. Inutile dire che il risultato è veramente sbalorditivo.

Chapeau!

Concludendo…

In fin dei conti questo Tooth and Tail è un gioco che, nonostante i pochi difetti legati al gameplay, è capace di divertire tanto l’appassionato degli strategici, quanto il giocatore alla ricerca di qualcosa di più immediato, il tutto raccontando una bella storia e stimolando più di una riflessione. Se ciò non bastasse il comparto artistico è a livelli altissimi – soprattutto per quanto concerne la colonna sonora – e il prezzo di venti euro è davvero stracciato se commisurato all’offerta.

Insomma, a noi è piaciuto tanto e siamo sicuri riuscirà a conquistare anche voi… Пролетарии всех стран, соединяйтесь!

CI PIACE
  • Contesto narrativo eccezionale
  • Colonna sonora varia e ottimamente realizzata
  • Controlli minimali ma efficacissimi
  • Lo split-screen!
  • Gameplay frenetico...
NON CI PIACE
  • ...forse anche troppo frenetico
  • A volte gli scontri risultano eccessivamente confusionari
  • Le mappe procedurali non sono "giuste"
Conclusioni
Un titolo indie assolutamente da non sottovalutare, capace di farsi apprezzare sia dagli strateghi provetti, sia da chi ricerca qualcosa di più veloce e immediato. Il tutto immerso in un set talmente ben pensato da riuscire, da solo, a farvi chiudere un occhio su alcuni piccoli difetti strutturali del gameplay.
8.7Cyberludus.com
Articolo precedenteQuattro giochi Xbox 360 saranno aggiornati per Xbox One X
Prossimo articoloSouth Park: Scontri Di-Retti – Recensione
Studente di "Archeologia e Culture Antiche" all'università di Salerno, passa il suo tempo interessandosi di tante, troppe cose. Nulla però è in confronto della sua passione per i videogiochi, quasi insana. Predilige il gioco su PC, il retrogaming, gli RPG e gli strategici, ma non disdegna tutto il resto, ad esclusione dei simulatori di guida che evita neanche fossero debiti.

E tu che ne pensi? Facci conoscere la tua opinione!