Nel momento più buio, Batman trova risposte all’Arkham Asylum
Ero rimasto un po’ deluso dall’ultimo episodio di Batman – The Telltale Series. Un po’ per i diversi problemi legati alla gestione delle scelte e allo sviluppo della trama, un po’ perché il prodotto, a giudicare dalla qualità altalenante di alcune scene di gioco, sembrava fatto di fretta. Mi piacerebbe poter dire che il quarto episodio, Guardian of Gotham, sia riuscito a dissolvere questi timori, ma temo che Telltale abbia ancora molto lavoro da fare, soprattutto in vista dell’ormai attesissimo episodio finale.
Guardian of Gotham
Dopo lo sconvolgente finale dello scorso episodio, ritroviamo Bruce imprigionato nell’iconico istituto psichiatrico Arkham Asylum. Nonostante abbia scoperto l’identità di Lady Arkham, il nostro eroe è costretto all’ospedalizzazione forzata per aver assalito Copplebot sotto effetto del terribile veleno che i Figli di Arkham stanno diffondendo come parte del loro piano terrorista. Quando le cose vanno peggio del dovuto, ecco che un inaspettato quanto familiare individuo si mette dalla nostra parte e ci offre manforte. La sezione ad Arkham ha il suo indubbio fascino, e mostra una versione più lugubre e moderna della struttura che, abbandonato lo stile il gotico, appare simile a un “normale” centro psichiatrico. Una scelta stilistica che non brilla particolarmente, per quanto possa forte della presenza di alcuni tra i “villain” psicopatici migliori della saga. Diciamo che – sorprese a parte – una sequenza importante e, per certi versi, “a colpo sicuro” come quella di Arkham poteva essere gestita meglio. Una volta libero, Bruce si troverà in netta difficoltà per colpa del veleno che ancora circola nel suo sangue. Questo gli farà perdere il controllo in più occasioni, mettendo il giocatore in difficoltà e le sue scelte a rischio, visto che il protagonista avrà reazioni imprevedibili. Tanto per peggiorare le cose, la scalata al potere di Copplebot avrà ripercussioni più che negative sulla tecnologia a disposizione di Batman, ora malfunzionante e poco affidabile. Ma la vera ciliegina sulla torta rimane l’instabile Harvey Dent, ormai totalmente fuori controllo e spinto verso atti estremi.
Un bel pasticcio a cui il giocatore proverà a porre rimedio alternandosi tra Bruce e Batman, come nei precedenti episodi. A livello di trama ormai ci siamo, la conclusione dell’opera è dietro l’angolo e gli ultimi pezzi sono stati convenientemente piazzati. Le perplessità nate la scorsa puntata sulla gestione della trama rimangono, seppure in forma minore, visto che, in generale, la narrazione risulta ottima, ricca di momenti importanti e trascinanti. Deludente solo il senso di incompletezza dovuto al finale, forse troppo disgiunto nelle sue due macro-scelte. Passando al giocato, i dialoghi nelle sessioni con Bruce continuano a contrapporsi alle scene d’azione nei panni di Batman. Entrambe le parti godono di un’ottima cura, ma questa volta pare che la vera stella sia proprio l’uomo mascherato, protagonista di alcuni dei combattimenti più spettacolari della stagione. Anche su questo fronte poco da aggiungere, peccato solo per la bizzarra serie di bug tecnici che affliggono l’esperienza. Succede infatti a volte che i personaggi non muovano la bocca durante i dialoghi, un vero peccato considerando che capita specialmente in alcune delle scene più drammatiche. Questo problema si presenta anche al contrario e capita che manchi l’audio in alcune sezioni. Sembra che il lavoro svolto dal team sia stato – di nuovo – frettoloso, vista anche la durata lievemente minore rispetto agli altri episodi. Il fronte tecnico, per questi motivi, ne esce piuttosto debilitato, anche per via di un design meno ispirato e d’impatto rispetto a quello visto nei precedenti capitoli. A parte questo, comunque, si riconferma la stabilità prestazionale raggiunta nella scorsa puntata. L’esperienza generale rimane più che godibile, e se siete fan accaniti di Batman adorerete alcune delle citazioni sparse qua e là. La sezione ad Arkham, oltretutto, fa capire come questa prima stagione sia solo un grosso preludio a ciò che succederà in futuro, quando i destini di protagonista e comprimari si intrecceranno con quelli di altri personaggi al momento ancora “in panchina”, ma già pronti a portare la loro “verve distruttiva” nella storia di Bruce Wayne.
Concludendo…
Guardian of Gotham è simile al suo predecessore: problemi tecnici e una certa svogliatezza nell’approfondire alcuni elementi, contrapposti a una storia comunque intrigante e con decisi tocchi di classe, arricchita da una certa varietà situazionale. Il capitolo è godibilissimo, ma essendo il penultimo episodio è preoccupante notare che la persistenza di certi problemi…