Albedo: Eyes form Outer Space si presenta a noi nella maniera peggiore, con un filmato introduttivo (creato tramite l’engine del gioco) caratterizzato da animazioni, dialoghi e recitazione pessime. Il peggiore dei biglietti da visita, specialmente dopo un menù di sicuro impatto visivo ma dalla terribile navigazione. Riesce però a presentarci Longy, il protagonista, una guardia notturna presso i misteriosi laboratori JUPITER che stanno per essere attaccati da una strana forma di vita aliena. Fortunatamente, avanzando, il gioco si rivela migliore di quanto l’inizio facesse temere.
Dalle immagini, Albedo può sembrare un first person shooter, in realtà si tratta di un titolo che si ispira maggiormente alle avventure grafiche di stampo classico (come quelle LucasArts), con numerosi enigmi spesso risolvibili combinando gli oggetti che si possono trovare sparsi tutto attorno; ha, tuttavia, anche un’altra caratteristica peculiare: si tratta di un videogame sviluppato da un singolo e talentuoso italiano, Fabrizio Zagaglia, anche conosciuto col nickname z4g0, e pubblicato dalla IV Productions – ovvero Ivan Venturi, un grandissimo del gaming nostrano. Per questo il primo impatto col gioco (tralasciando la già citata introduzione) lascia stupefatti per un gioco indie! Certo, alcune texture sono troppo sporche e a bassa definizione, ma tutti gli elementi principali risultano ben modellati, le animazioni degli oggetti e dei nemici sono ben fatte e l’ambientazione da b-movie di fantascienza anni ’60, per quanto non molto originale e ispirata, riesce a dare personalità al titolo.
Oltre la grafica
Come già detto nel paragrafo precedente, questo gioco ricorda un’avventura grafica ma con l’interessante variazione del punto di vista, che passa in prima persona. Nel gioco ci troveremo ad esplorare varie stanze (20 in totale) e a risolvere gli enigmi che ci si pareranno davanti; i rompicapo sono sicuramente il fiore all’occhiello dell’esperienza vissuta giocando ad Albedo: sono molti, impegnativi e anche parecchio variegati. Quasi troppo, a dire il vero, visto che non si concentrano su una o più meccaniche precise e che quindi non esiste una vera e propria curva di apprendimento oltre al primo enigma (palesemente un tutorial) e all’utilizzo del visore temporale. Gli enigmi spaziano dall’unire componenti tra loro, utilizzare gli oggetti trovati in un ambiente a proprio favore fino a veri e propri minigiochi di hacking (nella maggior parte di questi ultimi è anche presente una funzione che permette di saltarli).
Proprio per venire incontro ai diversi tipi di sfide, l’interfaccia è stata modificata rispetto a quella di un first person shooter: con la rotella del mouse è infatti possibile vedere gli oggetti nel proprio inventario o, se si è vicini ad un oggetto interagibile, scorrere le azioni da effettuare, che sono in larga parte quelle classiche delle avventure punta e clicca. Si potrà osservare o interagire in vari modi con l’oggetto selezionato, è possibile cercare di combinarlo con altri oggetti (ad esempio unire una corda ad un distributore automatico per farlo cadere) nella speranza che queste azioni ci permettano di avanzare nell’enigma. Sfortunatamente questa interfaccia è abbastanza scomoda da utilizzare e anche le scorciatoie per tastiera fornite dal gioco non riescono a mitigare la sua scomodità, specialmente nelle scene più concitate. L’impressione è che sia un sistema di comandi creato con in testa le console (infatti è prevista l’uscita di Albedo sulle console di nuova generazione) e quindi adatto all’utilizzo del gamepad, anche se le perplessità sulla sua efficacia nelle fasi action permangono.
Se non puoi batterli in astuzia…
Albedo però non è solo enigmi: in alcune rare occasioni ci verrà data l’occasione di affrontare i terribili invasori dallo spazio, sia in corpo a corpo che con una doppietta! Sfortunatamente le fasi action di Albedo sono tutt’altro che indimenticabili: le sessioni da sparatutto sono mediocri e con nemici dalle hitbox dubbie, e le fasi a pugni (o con armi improvvisate) si risolvono in un semplice button mashing.
Concludendo…
Albedo è un buon titolo d’esordio che fa sperare per il futuro, ma aldilà degli enigmi interessanti e della buona presentazione grafica c’è poco altro. Le fasi d’azione sono mediocri e gli appassionati di avventure grafiche potrebbero rammaricarsi delle quasi totale assenza di trama e dei pessimi dialoghi. A tutto questo si somma qualche bug, che in alcuni casi ha costretto a ricaricare il salvataggio precedente (si spera siano risolti in futuro), e dei sottotitoli italiani approssimativi. In definitiva, ci troviamo di fronte ad un titolo consigliato quasi esclusivamente ad appassionati di enigmi e curiosi, che potrebbero essere catturati dai lati positivi di Albedo: Eyes from Outer Space.