Roba da duri
Che non ci vengano a dire che l’universo videoludico non sforna più giochi difficili. Tutti noi, almeno una volta nella vita, ci siamo imbattuti in quei titoli tosti e ostici a tal punto da non dormire la notte, cosi assurdi da farci imprecare ferocemente sbattendo il pad contro il muro, o contro il tavolo o semplicemente lanciandolo a terra. Stimolo incalzante per gli hardcore gamers e incubo ad occhi aperti per i giocatori meno esperti e pigri, questa nicchia proibita di giochi si è fatta strada nel corso del tempo, e oggi sta tornando in pompa magna soprattutto grazie al mercato digitale e alle software house indipendenti, desiderose di mettere alla prova loro stessi quanto i giocatori più intrepidi. Il sadico colpevole di oggi è l’ormai celebreDerek Yu, il "papà" di Spelunky, delizioso platform in 2D già uscito nel 2008 per PC e successivamente per X360, sviluppato dai ragazzi di Mossmouth, e oggi disponibile su Playstation Store per Playstation 3 e Playstation Vita al costo di 14,99 euro. Non fatevi ingannare dal simpatico aspetto del protagonista e dallo stuzzicante level design: questo titolo incarna una vera e propria trappola mortale, soprattutto per il vostro equilibrio mentale. Procedete dunque con la lettura per saperne di più ma..non dite che non vi avevamo avvisato!
Il cercatore di morte
Nei panni di un rinomato esploratore, dovremo addentrarci all’interno di un insidioso tempio, all’insegna della scoperta e dell’avventura e determinati ad impossessarci di preziosi manufatti e tesori. Fin qui nulla di strano e inedito, se non fosse per il non trascurabile particolare che ogni angolo dei livelli casuali in cui vi imbatterete nasconda pericolosissime trappole mortali. Fatevene una ragione: morire e ricominciare in Spelunky è un azione frequente, cosi frequente che, o vi ci abituate o rischierete seriamente di cancellarlo dalla sezione salvataggi in men che non si dica. Per fare alcuni esempi, basterà imbattersi nel contenuto di un vaso per scoprire che al suo interno si nascondono ragni velenosi, o basterà entrare in una stanza per essere attaccati da famelici pipistrelli; le trappole sono posizionate in maniera assolutamente causale e cadere da un precipizio ricorderà non poco i primi episodi di Tomb Raider, dove la povera Lara finiva a terra con le ossa irrimediabilmente frantumate. L’ansia e il nervosismo cresceranno di pari passo, ma non possiamo nascondervi il fascino dell’adrenalina in corpo per ogni morte scampata, per ogni livello superato. Dolore e soddisfazione sono emozioni contrastanti ma complementari in questo titolo. L’elemento curioso sta nel fatto che il protagonista non conosce inizialmente le insidie che lo attendono e dovrà perciò sperimentare sulla propria pelle, cosa sia pericoloso e cosa no, aggiornando cosi il proprio diario. Morire dunque, non è solo frustrante ma anche necessario per apprendere come muoversi bene lungo i livelli. Sfortunatamente, eccetto per alcuni punti specifici, morire vi riporterà all’inizio del tempio: avete capito bene, all’inizio del gioco. Se da un lato questo aspetto potrebbe scoraggiare i giocatori occasionali, i gamers esperti troveranno sicuro pane per i loro denti avidi di sfide impossibili. C’è da dire però che tanta difficoltà è (in parte) giustificata da un inventario di tutto rispetto: funi utili per calarvi dai dirupi più alti e liane per oltrepassare baratri insidiosi, bombe necessarie per far esplodere muri che bloccano l’uscita e oggetti da lancio capaci di disinnescare le trappole da lontano. Oltre ai tesori, avrete la possibilità di imbattervi in donzelle in difficoltà, ma anche in mostruose creature: come comportarvi? Spelunky è un titolo difficile quanto sadico e comico: non solo le morti del protagonista saranno esilaranti, ma anche alcune scelte che farete, come uccidere i rivenditori di armi per entrare in possesso dei loro averi invece di acquistarli, o dare in pasto alle belve le sopravvissute per salvarvi la pelle anziché salvarle, vi strapperanno non pochi sorrisi.
Comparto tecnico e longevità
Il tutto è sapientemente condito da un comparto tecnico impeccabile: gli scenari in 2D catturano per il fascino squisitamente retrò e i riferimenti alla saga di Indiana Jones non mancano. Il design dei nemici, delle creature e dei personaggi secondari regala brio durante l’esplorazione dei livelli. Questi sono infarciti da una sensibile varietà: labirinti avvolti nell’oscurità, giungle ricche di terribili corsi d’acqua, montagne ghiacciate e tutto il repertorio classico dei titolo basati sull’avventura e sull’esplorazione. Il comparto audio offre una colonna sonora spassosa e sempre congeniale al contesto. Non dimentichiamo i buffi effetti sonori, soprattutto le urla e i rumori che accompagnano la nostre morti, capaci di farci imprecare o ridere a crepapelle. Ottimo il sistema di controllo e quasi sempre all’altezza in ogni situazione. Il "quasi" è dovuto al fatto che di tanto in tanto i salti non saranno sempre precisi, nonostante il nostro incedere cauto, e questo equivale a morte certa, e non per colpa nostra (perciò dovrete aggiungere altre dosi di nervosismo extra durante le partite).
Spelunky si può completare in una decina di ore, se escludiamo naturalmente le tantissime potenziali morti e la calma che vi consigliamo di adottare livello dopo livello e che vi farà naturalmente avanzare con lentezza. Alla campagna principale si aggiunge la componente multiplayer, in locale e fino a quattro giocatori. Giocare in compagnia ribalta completamente la situazione e morire sarà meno facile ma non per questo impossibile. Potrete inoltre sfidare i vostri amici nei vari deadmatch presenti nei livelli appositi, dove potrete far scattare trappole ai danni dei nemici e farli fuori armati di tutto punto. Il fattore rigiocabilità sale grazie al fatto che potrete ricominciare la partita per ottenere un punteggio più alto, anche se superare il primo giro sarà già un fatica fisica (per le vostre mani) e psicologica per i vostri poveri nervi.
Conclusioni
Spelunky non è un titolo per tutti, questo dobbiamo metterlo in chiaro. Non è adatto ai pigroni che vogliono la vita facile, ma anche per i più temerari questo gioco sarà una bella gatta da pelare. Ma questo non significa che non sia un gioco valido, tutt’altro. Vogliamo infatti premiare il nostro alter ego esploratore e la sua ardua avventura perché, chi riesce a procedere, sentirà scorrere nelle proprie vene un brivido unico, quella sensazione di soddisfazione e di sfida che rendono l’esperienza avvincente e impegnativa. Spelunky non colpisce solo per il livello di sfida, ma anche per il level design affascinante, per il gameplay a tratti geniale e per un sadico umorismo di fondo che vi farà innamorare di questa avventura, sudando però sette camicie, se non di più!