Killer is Dead è il gioco di Suda51 che non ti aspetti. Primo perché con un titolo così l’unica cosa che ti viene in mente è che si tratti di un sequel del celebre Killer7 realizzato da Grasshopper Manufacture, secondo perché dagli screenshot a corredo di quest’articolo ? straripanti di grafica cel-shading che caratterizza i personaggi principali con le sue linee dure e marcate ? è difficile capire la bontà effettiva dell’ambientazione e del gameplay.

Il sicario travagliato

Mondo Zappa sembra più un colletto bianco che un killer: occhiali da intellettuale, smoking, camicia bianca e cravatta. Già, se non fosse per la katana Gekkou e un braccio bionico di Megamaniana memoria sarebbe proprio il perfetto uomo in carriera. L’assassino prezzolato partorito dalla mente di Goichi Suda lavora su commissione per la Bryan Execution, la prima linea di difesa mondiale contro i Wire, esseri corrotti dall’influsso malefico proveniente dalla Luna. Il cast di comprimari di Killer is Dead sembra uscire da un anime giapponese sulla falsariga di Cowboy Bebop: c’è l’omonimo capo di colore metà androide, l’avvenente senpai materialista Vivienne e la kohai Mika che accompagna Mondo in tutte le missioni svolgendo la funzione di rianimatrice nel caso la nostra barra della salute sia completamente esaurita, un buffo siparietto interattivo contestualizzato nelle meccaniche di gioco e che fa il verso alle schermate di “continua”. La struttura episodica di quest’action ? suddivisa in 12 missioni principali più la manciata di secondarie e gli ammiccanti minigiochi della serie Gigolò ? si apre sempre con un surreale siparietto nel quale il cliente di turno firma il contratto d’ingaggio raccontando ai membri dell’agenzia governativa la creatura da giustiziare per concludersi alla fine del livello, ad esecuzione avvenuta, con l’ennesima parcella non saldata e le esternazioni di Vivienne sotto gli occhi di un impassibile Mondo e le fragorose risate di sottofondo di Bryan.

Giustiziere di professione, playboy nel tempo libero

Killer is Dead è il gioco materialista di Suda51, un action stiloso nel quale persino oggetti bonus ed elementi dell’interfaccia danno sfoggio dell’opulenza che permea le vicende di Mondo e compagni: l’indicatore di salute è rappresentato da diamanti, i punti abilità per acquistare nuove mosse e abilità sono gioielli dorati mentre la barra del sangue ? che permette di avviare una modalità col quale il nostro emulo di Goemon Ishikawa scatena fendenti a velocità supersonica eseguendo mosse finali devastanti quando l’energia del nemico o del boss di turno è stata depletata ? viene metaforicamente paragonata a rose in appassimento. Inoltre il denaro accumulato al termine di ogni missione ci permette di comprare costumi, ticket di Mika (per la rianimazione menzionata in precedenza) e i regali per le vostre avventure da galantuomini, le missioni Gigolò.

Inserite probabilmente per puro fan service, le missioni “di conquista” delle belle di Mondo rappresentano avventure di una notte al pari delle Bond girl cinematografiche, che concettualmente sarebbero pure interessante se il gameplay non scadesse nel miniogioco delle “belle statuine”. Per conquistare a suon di regali la donna di turno ? qui spogliata della propria connotazione umana e ridotta a mero oggetto del desiderio maschile ? dovremo osservare le relative “grazie” (seno, parti intime, fianchi, collo e faccia) mentre questa è distratta. Più riusciamo nell’impresa senza venire scoperti, maggiore sarà il sangue al cervello e il livello di testosterone di Mondo che, raggiunto l’apice, gli permetterà di ottenere il coraggio necessario ad offrire un regalo tra quelli acquistati. Se poi riusciamo pure a scoprire i gusti della fanciulla presentando doni di suo gradimento riusciremo a conquistare il suo cuore e trascorrere con lei una notte di piaceri. Un aiuto viene addirittura da un paio di lenti speciali (offerti da un personaggio secondario) che ci permetteranno di vedere attraverso gli indumenti della pulzella rivelando la lingerie indossata, così da accelerare la riuscita del minigioco. L’unico motivo per affrontare le missioni Gigolò, libidine a parte s’intende, sono le ricompense e in particolare quelle che sbloccano funzionalità aggiuntive del braccio bionico di Mondo.

Il Musselback, l’arto cibernetico sinistro, permette di far eseguire a Mondo attacchi secondari così devastanti da far invidia persino a Samus di Metroid. Nonostante la schermata di caricamento tenga ogni tanto a precisare che esso disponga di ben 99 funzioni vi ritroverete a sbloccarne soltanto quattro offensive: si parte dalla classico cannone utile ad abbattere nemici distanti (con possibilità di effettuare letali colpi alla testa contro avversari umanoidi) proseguendo per una trivella a corto raggio più utile contro i Wire muniti di scudi sino ad arrivare ad una coppia di armi talmente potenti da destabilizzare un po’ troppo il bilanciamento del gioco come il raggio congelante e l’equivalente che spara un poderoso laser.

Non potremo però fare sempre affidamento sulla menzionata arma secondaria, sebbene ci permetta di attraversare più velocemente i livelli pieni zeppi di sezioni riempitive, primo perché il suo utilizzo consuma la barra del sangue e secondo perché produce una quantità di danni solitamente minore se confrontata con la Gekkou. Subentra quindi il sistema di combattimento all’arma bianca, dalle meccaniche hack’n’slash non così profonde quanto DmC o Metal Gear Rising ma decisamente più tecniche ed efficaci rispetto a Lollipop Chainsaw. Come già riportato in precedenza il parco mosse viene ampliato mediante l’esborso dei punti abilità ma vanta tutti gli strumenti necessari per esibirsi in combo e juggle. Se riusciamo poi ad allungare la catena di colpi consecutivi sino ad un valore prefissato avremo la possibilità di effettuare esecuzioni particolarmente truculente e starà a noi decidere quale tipologia di ricompensa ricevere tra cristalli, rose o punti abilità. Fondamentale è poi la schivata ? anche più della semplice parata ? che diventa essenziale soprattutto durante gli scontri con i boss e nei nei livelli di difficoltà più elevati. In maniera del tutto analoga al Witch Time di Bayonetta, schivare all’ultimo secondo, quando i nemici brillano di un’alone cremisi, avvia un effetto al rallentatore che ci consente di scagliare fendenti fulminei della nostra katana per depletare più velocemente l’energia del nemico.

Il lato oscuro della Luna

Killer is Dead è il gioco più oscuro di Suda51. Mondo non ha la passione battagliera di Travis Touchdown, non prova alcun piacere ad uccidere demoni come Garcia F. Hotspur né tantomeno è riconducibile ad una delle molteplici personalità di Smith di Killer7. Mondo non fa trasparire alcuna emozione al termine di ogni missione e addirittura quando durante il gioco gli viene chiesto se uccidere su contratto sia etico risponde che considera ciò un compito come un altro, è parte del suo lavoro. Al di là del desiderio di spassarserla con bellezze mozzafiato ? dopotutto sesso e compagnia sono sempre stati elementi chiave nelle opere di Goichi Suda ? non c’è alcun fine ultimo, nessun proposito di crescita personale o di rivalsa verso il mondo intero. E quando David, uno dei boss del gioco, gli propone di unirsi a lui per dominare insieme la Terra e la Luna, il nostro sicario dal passato tormentato rifiuta, adducendo persino la giustificazione che “trattandosi di un videogioco, da buono non può schierarsi col cattivo di turno”.

La connessione tra sesso e violenza viene ulteriormente evidenziata in Killer is Dead dalla presenza delle missioni di Scarlett, l’infermiera che cavalca un’enorme siringa e si nasconde nei vari livelli donando ripristinando il livello di sangue di Mondo se trovata. Per conquistare il suo cuore infatti non bisogna ricorrere al minigioco delle missioni Gigolò ma occorre superare una serie di sfide aggiuntive, dimostrandole così una determinazione e ardore senza pari. Si tratta in buona sostanza di combattimenti che mettono alla prova la nostra padronanza del sistema di combattimento: uccidere alcuni nemici con un attacco particolare, raggiungere un certo livello di combo senza subire danni, sopravvivere entro lo scadere di un timer e così via.

E poi ci sono i Wire, gli abomini corrotti dalla Materia Oscura, che condividono alcune similarità con altri nemici presenti nei giochi di Grasshopper Manufacture. Mentre Mondo è costantemente guidato dalla propria libido, i Wire sono rappresentati come esseri asessuati; la mancanza di organi sessuali sotto l’armatura è ancor più evidente nei boss come Dolly e il mostro gigante dell’Area 151. Quest’ultimo è un ricercatore mutato in seguito ad esperimenti falliti che gli hanno donato dimensioni e forza spropositate: eppure nonostante sia nudo e rappresenti l’avversario più ostico di Mondo, le sue parti basse non sono visibili, eccezion fatta per una minuscola protuberanza verde. Dolly è invece un avversario etereo, che tormenta i sogni e ricordi del protagonista; la sua veste nasconde quasi tutto il corpo accentuandone le fantasie erotiche, tranne nel momento in cui dobbiamo portare a segno i nostri attacchi poiché l’inquadratura passa dalla terza alla prima persona (dagli occhi della donna, mostrando esclusivamente le braccia protese).

Conclusioni

Killer is Dead è un breve viaggio nella psiche umana (bastano una decina d’ore per completare la storia principale senza dedicarsi a ogni missione secondaria e Gigolò) che si dipana sullo sfondo di una vicenda tanto surreale quanto oscura. Per gli amanti dei giochi giapponesi e fuori di testa come quelli di Suda51 rappresenta la proverbiale manna dal cielo, per tutti gli altri un prodotto poco curato, grossolano e grezzo, capace d’intrigare con la sua eclettica semplicità.

CI PIACE
+ Ambientazione e storia oscura, surreale, intrisa di comicità a tratti grottesca e citazionismo d'altri tempi...\n+ Sistema di combattimento tecnico e appagante\n+ Scontri con i boss molto creativi e originali
NON CI PIACE
- ...che alla fine però lascia diverse questioni irrisolte o comunque all'interpretazione del videogiocatore\n- Riutilizzo di alcuni asset grafici, in particolare nelle missioni 4 e 12\n- Missioni Gigolò di gusto indubbio e chiaramente orientate al fan service\n- Il motore di gioco è afflitto da pesanti fenomeni di screen tearing
Conclusioni
Surreale, pieno di interpretazioni e fuori come un balcone. Killer is Dead sarà probabilmente ricordato in futuro come la pecora nera di Grasshopper Manufacture che vanta di uno stile visivo particolare e un buon sistema di combattimento ma potrebbe deludere coloro che sono alla ricerca di qualcosa di più del solito gioco di Suda51.
8Cyberludus.com
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