Approdato su Pc Windows e Mac nel maggio del 2012, Diablo 3 ha segnato il ritorno, a distanza di oltre un decennio, di un brand che stava per sfumare nelle nebbie del vaporware al pari di Duke Nukem Forever e del mai partorito The Last Guardian. In questo ultimo scorcio di 2013 possiamo tirare un sospiro di sollievo nell’affermare che almeno due su tre dei titoli fin qui citati siano arrivati sugli scaffali ? digitali e non ? dei negozi. Occorre ammettere per Duke Nukem Forever e Diablo 3, che il prezzo del ritardo sia stato abbastanza salato, la delusione seguita alle grandi aspettative deluse è stata elevata. A distanza di poco più di un anno, l’action-gdr di Blizzard arriva su console PlayStation 3 e Xbox 360, mentre è confermata l’ulteriore versione che potrà essere giocata sulle prossime venture PlayStation 4 e Xbox One. Ho provato per voi la versione PlayStation 3 di questo porting: vediamo insieme che cosa c’è da salvare o condannare di questo "Diablo 3 da salotto". Per comprendere cosa sia Diablo 3 ed approfondirne tutti gli aspetti tecnici, invito a leggere la recensione della versione Pc dello stesso gioco.
Nonostante tutto, al di là di tutte le limitazioni, semplificazioni e case d’aste, ho premiato Diablo 3 per Pc perché la sua alchimia fatta di gameplay snello, divertente e soddisfacente, gestione skill e rune del personaggio funzionante, cooperazione online a tratti entusiasmante, tiene incollati almeno per una ventina d’ore ed è merce ultra-rara di questi tempi; non sono ore di noia, soprattutto se giocato in coop con amici o utenti del Battlenet. E’ uno di quei pochissimi giochi che resta installato nell’hard disk e non inutilmente, perché una partitina, insieme ad amici, ci scappa sempre. Le uniche note veramente dolenti della versione Pc sono: la Casa d’Aste che ha rovinato tutto il senso del loot, dei ritrovamenti degli oggetti, dello scambio con gli utenti, delle cerche per trovare il pezzo tanto agognato; l’impossibilità di fare evolvere il personaggio andando a personalizzarne le statistiche ed abilità. Una semplificazione che non è stata gradita dai puristi del genere, nonché dai veterani di Diablo 2.
A partire dal 3 settembre scorso, Diablo 3 è arrivato su PlayStation 3 e Xbox 360, forte soprattutto dell’assenza di quelle due cose che i fanatici del Pc-Gaming proprio non hanno tollerato mai e mai lo faranno. La prima è indiscutibilmente la forma di protezione dalla pirateria, il cosiddetto DRM che costringe a collegarsi a Battlenet per poter giocare. Su console questa cosa non esiste, si può giocare Diablo 3 in allegria, offline, senza obbligo di connessione. La seconda assenza è quella data dalla Casa d’Aste, uno strumento che agli sviluppatori serviva per limitare i casi di frode e compravendita di oggetti, armi ed equipaggiamenti, pratica tutt’ora in uso ed abuso per i giochi Blizzard più vecchi, tipo Diablo 2 e World of Warcraft. Il tutto ha generato un grande sospiro di sollievo nella community, anche se resta la semplificazione massima della gestione del personaggio, cosa mai digerita da chi, di pane-e-gdr, ci vive da una vita.
Tecnicamente parlando ci attestiamo su livelli discreti. E’ subito evidente che il porting dalla versione per computer non è avvenuta in maniera indolore e paritaria, diversi compromessi sono stati raggiunti. E’ evidente la "scalettatura" sui bordi di oggetti e personaggi (difetto di aliasing), un po’ meno evidente l’effetto "tearing", che indica l’assenza di "sincronia verticale" tipica di moltissimi giochi per Pc, filtro che evita di rendere l’immagine lievemente "spezzata" in certi frangenti. Infine occorre segnalare sporadici cali di frame rate e fa male doverne parlare al tramonto del 2013, segno che esistono ancora degli studi di sviluppo che ? dopo otto anni, non sono ancora capaci di sfruttare a dovere l’hardware delle console. Al di là di questi difetti da dover riportare più per dovere di cronaca che per evidenziare pesanti difficoltà di fruizione del videogioco, occorre ammettere che Diablo 3 sulla televisione è un gran bel vedere. C’è chi parla di "dipinto in movimento", merito di fondali che sembrano disegnati a mano, sui quali i modelli poligonali dei personaggi si muovono con disinvoltura. Ma grande merito ? soprattutto ? va dato agli spettacolari effetti speciali quali fuoco, fumo, fiamme ed in particolar modo i colpi speciali dei personaggi, che risaltano con colori ed effetti in un tripudio pirotecnico. A far da collante al tutto l’impressionante motore fisico e la discreta interazione con l’ambiente circostante, secondo me due dei metri di paragone ancora insuperati dai diretti concorrenti di Diablo 3.
Giocare Diablo 3 con il DualShock 3 è un’esperienza quasi (e vorrei sottolineare tre volte il QUASI) indolore. Prima di provarlo ero molto scettico sulla possibilità di poter godere dell’action gdr di Blizzard senza mouse e tastiera e sono stato contentissimo di scoprire che alla fine il gioco si lascia giocare piuttosto bene. Le uniche perplessità sono sorte quando gli avversari sono diventati estremamente numerosi ed io avrei voluto avere un mouse per mirare al bersaglio scelto da me (magari il nemico più insidioso, rispetto a quello più vicino), invece il sistema di puntamento semi-automatico del gioco non mi ha lasciato moltissima libertà di azione, costringendomi ad adottare uno stile di gioco lontano dal mio modo di fare (io uso il Mago). Discorso un po’ diverso, indubbiamente, giocando con Barbaro e Monaco che fanno piazza pulita di tutto ciò che gli si para davanti, senza pensarci troppo. Una novità assoluta sul fronte del gameplay è data dalla possibilità di effettuare una schivata con la levetta analogica destra. Questo porta il gioco ad un livello superiore di azione rispetto alla controparte Pc, anche se mi chiedo cosa se ne faranno, i giocatori del Cacciatore di Demoni, della sua skill "Volteggio". Certo, stiamo parlando di una skill, un’abilità attiva che permette una schivata decisamente più lunga di quella base, ma a me è sembrato che la schivata di base sia sufficiente ed il fatto che la abbiano tutti i personaggi provoca l’infelice situazione che l’abilità Volteggio sia, di fatto, la meno utile di tutto il gioco.
Tirando le somme, Diablo 3 irrompe nelle offerte ludiche di PlayStation 3 e Xbox 360 praticamente come unico esponente di quegli action gdr dove l’unica cosa che conta è brandire l’arma più forte e procedere a testa bassa fino alla fine del gioco. E’ divertentissimo, seppur più breve della media dei giochi di ruolo, ma il vero spasso è quello di giocarlo in LAN party con amici, tramite PlayStation Network oppure nell’inedita modalità cooperativa in locale (cioè nello stesso schermo, fino a quattro giocatori). Piccole ciliegine in più, per l’utenza console, che vanno ad arricchire una torta che già in partenza era molto buona, non perfetta da tutti i punti di vista.