Giana Sisters: Twisted Dreams
La storia inizia con le due sorelle, Giana e Maria, intente a passare oziosamente il tempo nella loro cameretta disordinata; quando, all’improvviso, compare un diamante azzurro: le due sorelle decidono di non seguire la vecchia massima del mondo dei videogiochi “non toccare cose che vengono da altre dimensioni”, iniziano a giocarci incuriosite, finché questo non si trasforma in un vortice azzurro che risucchia Maria in un altra dimensione. Giana, invece di approfittare dell’occasione per appropriarsi dei vestiti, delle scarpe e degli smaltini di Maria come qualunque sorella sana di mente avrebbe fatto, decide di fare l’eroina e si getta nel vortice…
…per finire in un mondo fantastico, cupo e orrorifico: cadaveri, tombe, funghi velenosi, demoni cornuti, alberi che ti vogliono ghermire nel fiore degli anni, e via dicendo. Non c’è ovviamente traccia di Maria, che sarà sicuramente e comodamente finita alla fine di tutti i livelli previsti, direttamente nella tana del boss finale. A Giana non resta che incamminarsi di buona lena attraverso crepacci, spuntoni acuminati, castelli e fantasmi di questo platform 2D, sperando un giorno di tornare a casa. Giana scopre molto presto che l’apparenza del mondo in cui si trova dipende dal suo stato d’animo: con un po’ di volontà potrebbe sforzarsi a vedere cose positive laddove non sembrano esserci. Magari che, se è davvero convinta, può vedere che quell’albero che cerca di allungare i suoi rami verso di lei in realtà le sta sorridendo, che quelle tombe sono in realtà panchine di un parco fiorito, che quei demoni cornuti sono simpatici gufetti piumati. Mentre per noi comuni mortali, per poterlo fare, serve essere bipolari o assumere una miscelanza di droghe più o meno legali, per Giana è semplice come battere le ciglia. Zac, sei una povera bambina persa in un bosco da incubo. Zac, sei una punk sicura di sé che prende a calci i gufetti del parco rionale. Giana dovrà, suo malgrado, passare da uno stato mentale all’altro – Incubo, ovvero povera bambina nel bosco, e Sogno, ovvero punk sicura di sé – per poter completare i livelli. Per completare i livelli non basta arrivare alla fine, perché la porta per il livello successivo si apre solo se abbiamo raccolto un certo numero di diamanti; questi sono di tre tipi: azzurri che possono essere raccolti sempre, gialli che possono essere raccolti solo in fase Incubo e rossi che possono essere raccolti solo in fase Sogno.
Il commento
Il gioco è decisamente ben fatto. I due stati mentali sono caratterizzati da una grafica specifica e da una musica (composta dall’originale compositore Chris Hülsbeck e dai Machinae Supremacy) davvero adatta a far capire l’umore del momento: la traccia musicale è una per ogni livello, ma viene suonata in modo languido con pianoforte durante la fase di Incubo e in modo Heavy Metal con chitarra elettrica durante la fase di Sogno. Le transizioni tra le due fasi sono ineccepibili e straordinarie, sia come grafica che come sonoro, e sono qualcosa che da sola basta a giustificare il prezzo.
Ciò nonostante, non ho mai pensato che mi sarei potuto lamentare per la troppa grafica, ma effettivamente è successo. Lo sfondo è ricco di elementi, che si muovono in continuazione durante il passaggio sogno/incubo, e, soprattutto nei livelli più avanzati, possono essere confusi con elementi pericolosi. Più di una volta mi son dovuto fermare a pensare “ma… queste spine… sono sotto di me e mi uccideranno? oppure sono sullo sfondo?”; è ovvio che non sempre ti ci puoi fermare a pensare (soprattutto quando sei in caduta libera in un burrone) per cui in quei casi salvarsi dipende dalla fortuna. O da un pestare incontrollato e disperato sul tasto Sogno/Incubo.
Sempre grazie alla grafica spettacolare non è facile vedere tutti i diamanti, soprattutto quando sono “sfumati” perché si trovano nell’altro stato mentale; quindi è facile che possano sfuggire, anche se i livelli, soprattutto i primi, sono progettati in modo da costringerti a cambiare stato di frequente. Magari i “completazionisti” (o “platinatori”?) vedranno in questa difficoltà una sfida extra, magari da portare a termine con lo Score Attack, ma personalmente sapere che son passato davanti ad un diamante, non vederlo, andare avanti, vederlo, e dover tornare indietro, mi porta quasi sull’orlo di un esaurimento nervoso.
Se il nostro personaggio viene toccato da un nemico o dalle spine, muore. Sul colpo. A meno che non abbia il power up di protezione – perché in questo caso morirà in due colpi – sebbene questo non sia così diffuso. Ciò fa si che la difficoltà dei livelli sia abbastanza elevata: Giana Sisters: Twisted Dreams non è un gioco che si fa completare facilmente, e anche i boss sono delle incredibili carogne. Però sono sicuro che la cosa può dare una certa soddisfazione, se ci si fa forza ad andare avanti.
In conclusione: un platform classico, “come quelli di una volta”, ma con una realizzazione al passo con i tempi.