Action side-scrolling stealth videogame non è una parolaccia né un’imprecazione. E’ la definizione inglese di Mark of the Ninja, videogioco sviluppato da Klei Entertainment ? gli stessi della serie Shank ? che in italiano possiamo definire come un titolo d’azione a scorrimento orizzontale con elevata enfasi sulla furtività, altrimenti nota come stealth. Dopo i fasti di Shank, un titolo d’azione in terza persona, a scorrimento orizzontale in cui bisogna abbattere ogni cosa che si muove sullo schermo, ecco che i talentuosi sviluppatori decidono di mantenere il proprio, inconfondibile, stile e di realizzare l’esatto contrario di quel che fu il loro primo gioco. Dopo l’esordio su Xbox Live Arcade, Mark of the Ninja arriva anche su Steam e il risultato è uno stealth game in tutto e per tutto, dove la circospezione e l’evasione dallo scontro la fanno da padroni. E quale alter-ego potevano concepire, per l’utente, se non lo specialista di furtività per antonomasia? Come si evince dal titolo, qui si impersona un ninja come pochi…un vero ninja!

Mark of the Ninja

La leggenda dei fiori maledetti

La trama narrata da Mark of the Ninja, ruota intorno a misteriosi fiori neri del deserto, dai quali si trae un inchiostro mistico che dona, a chi questo inchiostro lo tatua sulla propria pelle, poteri straordinari e, a lungo andare, irreversibile follia che può essere contrastata soltanto con il seppuku: il sacro rituale del suicidio per svisceramento. Il protagonista del gioco, un eroe senza nome, riceve questi tatuaggi e si imbarca in una missione difficile: quella di salvare il proprio sensei e di neutralizzare dei terroristi che minacciano di fare estinguere il Clan Iga dei “Ninja del Marchio”. Non vogliamo rivelarvi di più, perché la storia è ben intrecciata e i colpi di scena non mancano di certo.

Questione di stile

Mark of the Ninja si affida alla già rodata tecnica di Klei Entertainment che consiste nello sviluppare un gioco in due dimensioni, coniugando la bellezza di fondali e modelli dei personaggi disegnati a mano, ad una tecnica di animazione tanto difficile da realizzare quanto impressionante sotto il profilo della fluidità dei movimenti ricostruiti. Tutto questo è già stato visto in azione con i primi due Shank, ma adesso oltre all’inconfondibile “tratto”, si trovano tante altre trovate che donano, al titolo che stiamo esaminando, una dignità tutta sua ed uno stile inconfondibile. Gli ambienti in cui agiremo sono quartieri urbani, palazzine, magioni, fabbriche o città nel deserto. Capita di scendere in campo durante un temporale, una tempesta di sabbia, di giorno oppure di notte, con evidenti conseguenze sulla percezione propria ed altrui.  “Conseguenze” e “percezione”, oltre ad una attenta analisi del territorio, sono fondamentali per un ninja quale noi dovremmo essere: non ha senso cominciare a correre, mandare in frantumi lampadine e provare a picchiare tutti quelli che ci sbarrano il cammino. Correre provoca rumore, magistralmente reso in cerchi di onde sonore che ? dipanandosi entro il raggio d’azione di una guardia ? può mettere in allarme il nemico. Il rumore può essere provocato dal semplice camminare su una superficie di legno cedevole e scricchiolante, oppure spaventando corvi o topi rispettivamente sui cornicioni dei tetti o nei condotti di areazione. Oltre al fattore “rumore”, un ninja che si rispetti deve fare i conti anche con luci ed ombre, agire non visto o comunque facendo in modo che nessuno ? o quasi ? sappia chi sia passato. Ecco dunque che bisogna vedersela con le fonti di luce quali lampioni, fari o lampadari, e quando questi non vi sono, il nemico adotterà laser e sensori di movimento per scovarci. I già citati temporali, che possono caratterizzare alcune missioni, avranno l’effetto di renderci visibili per qualche istante, se indugiassimo all’aperto proprio nel momento in cui c’è un lampo nel cielo. Mark of the Ninja, in ogni suo aspetto tecnico, esalta la componente marcatamente stealth del gioco e ricorda a noi aspiranti ninja che ogni azione ha una conseguenza. Come lasciare un cadavere in vista oppure appeso ad un palo, come lasciare una porta aperta al nostro passaggio. Nulla sembra lasciato al caso e dopo qualche ora iniziamo a comprendere quanto arduo sia dover arrivare all’obbiettivo senza spargere sangue o quasi. Il comportamento coerente dell’intelligenza artificiale (altro fiore all’occhiello di questa produzione) non fa altro che spronarci a fare del nostro meglio per passare inosservati.

Simulatore di Ninjutsu

Uno degli aspetti che più ci ha colpito in sede di prova, è che i livelli di gioco, pur sviluppandosi prevalentemente in orizzontale, dal punto A al punto B, sono ben costruiti anche in verticale, lasciandoci non meno di tre possibilità di azione: possiamo decidere di passare dai tetti, dalle fondamenta/dalle cantine oppure dalla porta principale. Va da sé che l’ultima delle ipotesi è quella più rischiosa, perché naturalmente più sorvegliata. Non mancano anche piccole variabili, come l’accesso tramite finestre, condotti dell’aria o trombe dell’ascensore, a suggerirci che gli sviluppatori non hanno proprio trascurato nulla e a noi è lasciato solo l’imbarazzo della scelta. Ogni missione mette a dura prova i nostri sforzi, chiamandoci a pazientare, osservare, ascoltare, capire le tattiche e le movenze degli altri prima di agire, esattamente come insegna il Ninjutsu. A mali estremi, si può anche uccidere una guardia per volta, ma solo e soltanto cogliendola alla sprovvista (da un nascondiglio, dall’alto, dal basso) perché affrontarle faccia a faccia ? oltre che ad essere inutile ? porta ineluttabilmente ad una morte rapida, perché il nostro alter-ego è solo un ninja ed un essere umano, bastano dunque due o tre colpi d’arma da fuoco per metterlo a tappeto. Oltre alla spada per sgozzare il malcapitato e ai pugnali da lancio che servono principalmente per infrangere luci e generatori di corrente per i sistemi di sicurezza, il nostro eroe può fare affidamento su equipaggiamenti per diversivo o oggetti che oltre a distrarre recano un danno. Tra i primi evidenziamo la presenza di bombe fumogene, petardi o granate accecanti per distrarre le guardie; tra i secondi invece si spazia fra tagliole, dardi avvelenati/allucinogeni e letali scarabei utili a far sparire un cadavere oppure ad uccidere rumorosamente una guardia sgradita. Gli equipaggiamenti, ovviamente, non sono solo questi ma lasciamo a voi il piacere di scoprirli e di vederli all’opera. I livelli non sono un semplice sfondo per le nostre evoluzioni: essi possono (devono, NdR) essere esplorati da cima a fondo per trovare preziosi manufatti o aree segrete a cui accedere. Queste aree segrete portano a stanze speciali, slegate dal livello corrente e dalla trama, e danno fondo a tutta la nostra abilità e al nostro acume, perché ci premiano con punteggi alti e artefatti da recuperare. Alla fine della missione, tali ritrovamenti, uniti alla qualità del nostro operato, fruttano una valutazione in punti. In dipendenza dal punteggio, viene sbloccato un numero variabile di “talenti”, da uno a tre. Lo scopo è quello di accumularne il più possibile per poterli così spendere nell’acquisto di nuove abilità, nuovi equipaggiamenti, nuove facoltà oppure per sbloccare divise diverse da quella base. Per fare un esempio: si può sbloccare una divisa che permette di non fare il minimo rumore correndo, ma ci preclude totalmente l’utilizzo della spada per uccidere le guardie. Più ci dimostriamo bravi, evanescenti, sfuggenti ed interessati all’esplorazione, dunque, più siamo premiati da nuovi potenziamenti che rendono l’esperienza sempre fresca, varia e mai ripetitiva.

Uno dei titoli più divertenti e belli dell’anno

Non paghi di tanta carne al fuoco, unita ad una eccellente direzione artistica, gli sviluppatori hanno pensato bene di premiare il ninja più bravo con la possibilità, una volta finito il gioco, di ricominciarlo con tutti gli equipaggiamenti e gli oggetti fino ad allora sbloccati, con l’augurio che le nuove facoltà possano rendergli vita facile e punteggi migliori nelle partite seguenti. Mark of the Ninja non è un gioco per tutti. E’ uno stealth game veramente singolare, eccezionale, che premia chi gioca con pazienza, metodo e dedizione. I giocatori amanti della “caciara”, gli utenti occasionali e quelli poco inclini a mostrare pazienza e tempismo, potrebbero trovarlo ostico e per nulla divertente. Il particolare stile grafico, basato sul bi-dimensionale a scorrimento (come i leggendari platform di un tempo ormai lontano) potrebbe non piacere agli amanti del tridimensionale, del fotorealismo e dei poligoni. Bisogna ammettere che il sistema di controllo ideale resta quello “di partenza”, cioè il joypad per la Xbox 360 per il quale è stato concepito. Utilizzare la tastiera non è sconsigliato, ma non promette di certo un’esperienza molto spensierata perché i pulsanti per le azioni principali sono tre: salto, interazione, colpo speciale, ma presto si uniscono il tasto “concentrazione” (in cui il tempo si arresta, dandoci il tempo di decidere che tipo di oggetto scagliare e su quale bersaglio) e i tasti di cambio d’equipaggiamento. Con il pad, queste operazioni diventano molto fluide, naturali e abbastanza precise, non possiamo dire lo stesso per la tastiera ma crediamo che con un po’ di pratica si possa portare a termine il gioco. In definitiva crediamo che Mark of the Ninja sia, nell’anno 2012, uno dei migliori ? per certi versi il migliore in assoluto ? stealth game in circolazione ed uno dei migliori esponenti di sempre nel genere dei “simulatori di furtività”. Convince su tutti i fronti, anche su quello della longevità, grazie alla possibilità di rigiocarlo tranquillamente dopo la campagna di missioni lunga quasi dieci ore. Ultimo, ma non per importanza, un rapporto qualità/prezzo che ci porta a consigliarlo ad occhi chiusi a tutti quelli che sono interessati.

CI PIACE
  • Stealth game per eccellenza
  • Direzione artistica impressionante
  • Vario e rigiocabile come pochi al mondo
NON CI PIACE
  • Difficoltà tarata verso l’alto
  • Difficile goderselo con la tastiera
  • Astenersi adoratori folli del poligonale
Conclusioni

Uno stealth game nudo e puro. Un diamante scagliato in un calderone pieno di pietre, ma poche realmente preziose. La sua natura in due dimensioni e platform non snatura quello che può essere, a tutti gli effetti, etichettato come uno spettacolare e bellissimo simulatore di Ninjutsu.

9Cyberludus.com

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