L’ E3 2012 ha mostrato un buon numero di titoli interessanti, ma è stata Sony a regalare le emozioni più grandi con il videogameplay dell’esclusiva The Last of Us , titolo sviluppato da Naughty Dog annunciato circa due anni fa. Dopo molto silenzio dunque, il gioco si mostra già in fase avanzata e stupisce per innumerevoli motivi, tanto da prendersi le lodi di Kojima, che si è detto impressionato dalla nuova avventura del team americano autore della serie Uncharted.
Un uomo, una ragazzina e la sopravvivenza
Le premesse di The Last of Us sembrano apparentemente appoggiarsi su qualcosa di già visto: lo scenario è quello degli USA post-apocalisse, in cui ogni angolo del Continente è stato contaminato dall’epidemia di un fungo che ha lentamente mandato in rovina l’intera civiltà americana, trasformando molti cittadini in zombie e tutti gli altri in sciacalli. La storia comincia nel Massachusetts, precisamente a Boston, e vede coinvolti due protagonisti: Joel ed Ellie.
Joel è un ex cacciatore sulla quarantina che ha visto lo svilupparsi dell’epidemia, con un passato ricco di violenze e colpe da espiare; Ellie è una ragazzina di 14 anni nata già nell’epoca moderna, quando ormai l’epidemia aveva fatto il suo corso, ed affascinata da ciò che rimane della storia americana pre-apocalisse, civile e non. I due si ritrovano a viaggiare insieme nel tentativo di fuggire dalla zona contaminata dopo che Joel avrà promesso ad un amico di portare in salvo la ragazzina.
La lotta per la sopravvivenza mostrerà, a detta degli sviluppatori, un’originale coinvolgimento emotivo in cui le conseguenze dell’epidemia – ovvero gli zombie e gli sciacalli – faranno solo da contorno alla relazione tra Joel ed Ellie, che cominceranno a cooperare per il bene comune. La coppia è quasi inedita per un videogame, ma lo è certamente in queste circostanze, in cui la maturità ed il coraggio di Ellie faranno spesso la differenza, affiancate dalla forza e dalla sicurezza su cui conterà Joel.
Cooperazione, tattica, esplorazione e casualità
Sette minuti di gameplay nella conferenza E3 bastano ed avanzano al titolo Naughty Dog per fare incetta di premi della critica. La sequenza mostra un po’ di tutto, anche se lascia spazio a diverse altre idee e caratteristiche non svelate.
Joel ed Ellie si muovono con cautela nella città ormai deserta ed in disuso, cercando di trovare la via più agevole per proseguire il cammino. Joel riesce ad entrare in un edificio, probabilmente un tempo condominio: la struttura è abitata da diversi sciacalli, e mentre i due protagonisti parlottano cercando di capirci qualcosa, comincerà il primo scontro a fuoco: Joel si ripara dietro armadietti e muri, utilizzando soprattutto combattimenti corpo a corpo per avere la meglio sull’avversario armato, ma dopo aver eliminato la prima minaccia gli altri non si faranno attendere, chiamando il videogiocatore a studiare subito una tattica per uscirne vivo.
Lo scontro a fuoco aperto è praticamente la via più difficile: come in ogni survival, i proiettili sono pochissimi, il prezzo è invece altissimo, pertanto i nemici spareranno con molta precisione e velocità. Considerata la scarsità di medicinali e cure in generale, l’utente dovrà cercare di risparmiare munizioni e salute con l’ingegno. Il video mostra Joel aggirare i nemici entrando nelle stanze comunicanti per poi prendere di soppiatto gli sciacalli. Se il fine giustifica i mezzi, ci si fa subito scudo con un nemico, inducendo tutti gli altri a non sparare per non rischiare di uccidere il compagno, mettendo in posizione di vantaggio il protagonista.
Ellie intanto segue il suo protettore, stando attenta a non farsi vedere, e partecipa all’azione passivamente, raccogliendo ciò che può esserle utile. Joel spara al nemico titubante ed elimina anche colui con cui si era fatto scudo – semplicemente picchiandolo con l’arma – ma nella stanza sopraggiunge un altro sciacallo: l’ex cacciatore non ha più munizioni in canna e quando se ne accorge il suo avversario comincia ad avvicinarsi spavaldo per eliminare il protagonista: è proprio in questo momento che Ellie tira fuori il suo coraggio lanciandogli dritto in testa un mattone che aveva recuperato pocanzi, regalando a Joel la possibilità di finire il nemico.
Cooperazione, tattica, esplorazione e casualità: se Joel non fosse entrato nelle stanze comunicanti, Ellie non avrebbe recuperato il mattone; se Joel non si fosse fatto scudo col nemico i proiettili sarebbero finiti prima. Il video termina poco più avanti, quando l’uomo ormai privo di qualsivoglia potenza di fuoco costruisce una molotov per fronteggiare altri due nemici: il primo viene dato alle fiamme, mentre il secondo – in preda al terrore – viene abbattuto con la forza del suo stesso fucile, implorando pietà.
L’incedere di Joel ed Ellie si appoggia a passi incerti e cauti, come detto all’inizio: Naughty Dog ha lavorato molto sulla naturalezza dei movimenti, a cominciare dal sistema di copertura che sembra fondersi col gameplay “libero”. Spesso e volentieri l’ancoraggio dietro un ostacolo separa il protagonista dall’ambiente, mentre in The Last of Us, notiamo Joel appoggiarsi semplicemente all’armadio o al muro, senza forzare più di tanto il movimento, proprio come se volesse cercare di muoversi in silenzio senza allertare gli sciacalli. Quando viene colpito da un proiettile, l’uomo scivola verosimilmente in terra, così come quando è chiamato a muoversi rapidamente verso la stanza adiacente. Ben più rapida è Ellie, che non da l’impressione di essere stanca, pur ostentando una certa sicurezza nei movimenti.
Gli elementi per un capolavoro di giocabilità ci sono tutti: tensione, tempismo, survival e azione. L’avventura si divide tra il dinamismo delle azioni durante gli scontri e l’esplorazione dell’ambiente, sempre molto lenta. Quando l’utente entra nell’inventario, Joel si toglie lo zaino e comincia a guardarci dentro, recuperando gli oggetti che il videogiocatore ha intenzione di usare: in questi frangenti il gioco non viene messo in pausa e pertanto il protagonista è inerme, rendendo necessario il pianificare le azioni da svolgere in circostanze sicure e tranquille.
Ogni goccia al suo posto
Parlando di un prodotto targato Naughty Dog viene subito da pensare che il comparto grafico sia una perla del mercato, ed è proprio così. In quei 7 minuti scarsi di videogameplay ci si perde nei dettagli e nella cura maniacale per i particolari sia all’interno che all’esterno, nonostante la zona all’aperto duri una manciata di secondi.
L’ambiente sporco, le stanze sottosopra e l’interazione con gli oggetti: le sequenze corpo a corpo mostrano colpi proibiti ed espressioni del viso che rendono davvero l’idea dell’emozione dei personaggi, con lo sciacallo spaventato ed inerme mentre Joel gli spezza il fiato, piuttosto che dare a qualcuno una testata contro l’armadietto che spinge l’oggetto sopra di esso. Effetti sul viso e sul pavimento, il sangue che esce dal naso in seguito ad una botta col fucile e chiazze ovunque vi sia una colluttazione, rendono visivamente ciò che è successo nell’arco di qualche secondo, senza considerare gli effetti audio e il doppiaggio: Joel zittisce Ellie quando capisce la minaccia, spifferi oltre le porte, imprecazioni, frasi balbettate per la paura.
Capolavoro annunciato?
The Last of Us sembra a tutti gli effetti quel titolo destinato a prendere il perfect score ovunque, magari allontanato dalla perfezione solo perché “la perfezione non esiste”, ma che in realtà se la meriterebbe. In 7 minuti pare evidente trovarsi davanti un prodotto forte sotto ogni aspetto, che si fa forza di una trama perlopiù concentrata su sentimenti ed emozioni, in cui le azioni del survival seguono per forza di cose e i due protagonisti se ne caricano il peso perché si deve, pur di uscirne vivi.
Il survival Naughty Dog vedrà la luce nella seconda metà del 2013.