Il primo, deludente, contenuto aggiuntivo per Gears of War 3, chiamato Horde Command Pack, aveva davvero scontentato tutti. Qualche skin per le armi, un manciata di personaggi e delle mappe esclusive per la modalità Orda (peraltro poi rese pubbliche con il secondo DLC, stavolta gratuito, a fine novembre), con il forte sospetto che i contenuti fossero presenti nel disco anche prima del lancio del gioco. Uno scivolone per Epic che in poco tempo ha saputo farsi perdonare, proponendo RAAM’s Shadow, un DLC così sostanzioso che possiamo tranquillamente definirlo il primo, vero, DLC per Gears of War 3. Ed eccoci per analizzare a fondo i contenuti di questa espansione.
La squadra Zeta e il Generale più amato
Ci troviamo nella città Ilima, pochi giorni dopo l’E-Day, quindi dall’invasione delle locuste sul pianeta Sera. A differenza della trilogia, non troveremo più i personaggi della squadra Delta ma controlerremo una nuova squadra, chiatama Zeta. I nuovi protagonisti sono Micheal Barrick e Alicia Valera, mentre gli altri due componenti Kim Minh e Tai Kaliso sono per i fan della saga esponenti ben noti nell’esercito COG, già conosciuti rispettivamente nel primo e nel secondo episodio. Il nostro compito sarà quello di terminare l’evacuazione della città di Ilima, che sta per essere messa a ferro e fuoco dalle locuste. Dall’altro lato, il Generale RAAM e la sua fida Guardia Theron stanno pianificando l’arrivo dei seeder e dei kril. Fiumi di sangue e proiettili scorreranno in città, nella sua ultima notte.
La velocità dei COG e il lento incedere del Generale
Come prevedibile, RAAM’s Shadow non apporta alcuna modifica sostanziale a un gameplay la cui solidità è forse il cavallo di battaglia dell’intera saga, ma porta alcune piccole novità. Il martello dell’alba sarà comandabile da un piccolo quartier generale, portando il tutto a una resa grafica aerea in b/n molto simile a quella vista nei vari episodi di Call of Duty, ispirata alle telecamera poste sui missili intelligenti. L’altra novità sostanziale, e sicuramente più attesa, quella di poter utilizzare per la prima volta le locuste, e non una locusta qualsiasi ma il Generale RAAM, probabilmente il più riuscito (e amato) cattivo della serie. Non ci sarà permesso di correre, ma RAAM non necessita di corsa; la sua quasi invulnerabilità è data dai kril che, come già visto in passato, offrono una sorta di scudo al personaggio. Potremo utilizzare gli stessi volatili come arma, puntando un COG e i kril lo faranno a brandelli in pochi attimi, anche all’interno di un silverback. Potremo anche usare il gigantesco machete a nostra disposizione premendo il tasto B, sostanzialmente “impalando” il nemico di fronte a noi, con una animazione, che farà tornare in mentre ai giocatori “storici” una nota scena del primo capitolo. La lentezza, che è anche sinonimo di una malcelata spacconeria, tenderà a spezzare un po’ troppo il ritmo di gioco, ma la brevità delle sequenze, e la loro scarsa presenza, faranno sì che gli intermezzi con RAAM siano quasi un “calmante” al giocatore, visto il lungo e impegnativo percorso di sparatorie che dovrà affrontare durante il DLC. Infine, qualche piccola contraddizione narrativa: sono presenti anche i lancer retro (inventati dalle locuste dopo i fatti del secondo episodio) e i fucili a canne mozze, non presenti nei precedenti episodi. Si tratta, comunque, di dettagli irrilevanti che non rovineranno l’atmosfera.
Aspetto tecnico e durata
Graficamente il DLC si mantiene sugli altissimi livelli offerti da Gears of War 3, in più proponendo scenari e ambientazioni più lugubri e più in linea con i primi capitoli. La città deserta è molto dettagliata e credibile, e i vari edifici che esploreremo (su tutti la scuola) mostrano un level design di sicuro valore. I corridoi e i lunghi spazi aperti sono pensati in funzione delle lunghissime sparatorie che affronteremo, peraltro mediamente un po’ più lunghe e complesse anche di Gears of War 3 stesso, e da un punto di vista stilistico si avvicinano molto al primo episodio della serie, mostrando una certa continuità e coerenza filosofica (escludendo giusto la sciocchezza delle armi riportata nel paragrafo precedente). La durata del DLC è piuttosto lunga, e in base alla difficoltà che sceglieremo varierà tra le tre e le quattro ore. La difficoltà, e i molti Obiettivi da sbloccare, saranno un buon incentivo per la rigiocabilità. Questa volta si va sul sicuro: soldi spesi bene.
Conclusione
A differenza del primo DLC, che poco e pochi aveva convinto, questo RAAM’s Shadow mette proprio d’accordo tutti. Il respiro epico della saga ritorna ancora una volta, e dimostra che, anche senza i protagonisti di sempre, Gears of War resta sempre Gears of War, riuscendo a incollare allo schermo sia per le sue meccaniche di gioco, ormai pressoché perfette, sia per un’anima narrativa in continua evoluzione, così come il suo universo. Circa quattro ore di sparatorie intense e impegnative, personaggi nuovi e vecchi, graditi, ritorni, il tutto con l’ombra del Generale RAAM e delle locuste, finalmente giocabli. Consigliato senza riserve.