L’apice della Resistenza
La saga di Resistance ha fatto breccia nel cuore dei giocatori sin dal suo primissimo esordio: pezzo forte della line-up di lancio Playstation 3 , lo sparatutto in prima persona Insomniac Games ha incollato allo schermo milioni di videogiocatori, grazie ad una trama coinvolgente, che vedeva cambiare il corso della nostra storia a causa dell’invasione della razza aliena Chimera sulla Terra, un comparto tecnico notevole e una curva di difficoltà decisamente impegnativa. Due anni dopo Fall of the Man, fu la volta di Resistance 2, seguito che gettava le basi del prequel in un contesto ancora più ampio, tra città devastate dalla guerra, poderose armi da battaglia e mostri titanici da abbattere per non essere abbattuti. Dopo la parentesi di Retribution (capitolo di mezzo tra il primo e il secondo episodio) su PSP, ci sono voluti quasi tre anni per il completamento di Resistance 3 . Insomniac ha voluto dare il massimo per il capitolo conclusivo(cosi si dice, ma ne siamo sicuri?) della trilogia next gen (la serie continuerà su PSVITA), sfoggiando il 3D, Playstation Move, più azione, parecchia violenza e una modalità multiplayer in grado, forse, di competere con la spietatissima concorrenza. Pronti a combattere questa nuova epica battaglia per la libertà?
Alla ricerca della redenzione
Non rovineremo la sorpresa ai giocatori che non hanno avuto ancora l’occasione di gustarsi il finale mozzafiato di Resistance 2. Basterà semplicemente dire che gli sforzi di Nathan Hale non sono serviti a nulla: la razza Chimera non solo ha invaso l’intero pianeta, ma lo ha contaminato attraverso un virus letale, trasformando gli ambienti in lugubri cimiteri naturali, che fanno da monumento alla quasi defunta razza umana, ormai reietta e costretta a vivere sottoterra. Il 10% della popolazione superstite non si arrende al crudele destino: a guidarli è Joseph Capelli, non proprio un eroe per antonomasia. Capelli è in effetti un disertore, che ha preferito scappare e abbandonare il campo nel tentativo di salvare la propria famiglia. Ma la situazione disperata e la speranza riaccesa dal dottor Malikov, secondo cui esisterebbe una cura, lo spingono a redimersi dagli errori del passato commessi in guerra e a contribuire alla causa, che porterà ciò che resta della resistenza allo scontro finale per la libertà.
Il plot, nonostante l’apparente semplicità dei contenuti, è narrato in maniera egregia e magistrale come solo Sony sa fare: voce narrante, filmati di intermezzo dal taglio fortemente cinematografico, originali sequenze realizzate in stile fumetto e una regia congeniale a quel senso di disperazione che la storia vuole comunicare. Nei precedenti capitoli, nonostante le difficoltà e la morsa sempre più stretta dei Chimera, l’umanità teneva testa all’oppressione con tenacia e orgoglio. In questo episodio, sono proprio i superstiti a sembrare “ospiti” di un mondo che non appartiene loro, una terra selvaggia, pericolosa, dove morire è più semplice e resistere è quasi un’impresa futile.
Questa condizione inquietante ma allo stesso tempo coinvolgente, degenera purtroppo nei capitoli finali del titolo Insomniac, rovinando completamente le aspettative, attraverso un finale improbabile e che getta diversi punti interrogativi sull’intera saga. Non stiamo parlando di semplici incognite, ma di vere e proprie pecche che lasciano la storia incompiuta, probabilmente a causa dei tempi ristretti della lavorazione. Una vera lacuna questa, che impedisce al terzo capitolo di elevarsi “narrativamente”come migliore della serie, ma per fortuna non lo penalizza a tal punto da definire la storia di Resistance 3 improbonibile o sottotono.
Benvenuti sulla Terra
Il comparto tecnico di Resistance 3 , seppur non toccando livelli ragguardevoli tipici di molte esclusive Sony, mostra comunque gli artigli davanti alle nostre TV.
Ogni livello sfoggia scenari sempre diversi e ricchi di dettagli: i sotterranei della resistenza che pullulano di vita, le strade soleggiate delle città fantasma in Oklahoma, le vie di campagna che nascondono i nemici nei campi di erba alta e tutto ciò che resta dei palazzi di una New York ammantata dalla neve. Ogni singola schermata vanta spazi abbastanza ampi, anche se da vicino il più delle volte, si notano diverse texture non proprio eccezionali, soprattutto nelle natura presente negli scenari. Le animazioni ci hanno convinto poco, decisamente legnose e a tratti innaturali. La densità poligonale di scenari e modelli si mantiene comunque su livelli più che apprezzabili.
Piccolezze alla fine, se confrontate con il design davvero d’atmosfera di certe locatisons e dei nemici. La razza Chimera raggiunge in questo capitolo la sua massima espressione, tra vecchie mostruose conoscenze e nuovi boss semplicemente titanici, che invadono la schermo quanto le nostre paure. Non a caso abbiamo intravisto una certa brutalità in questo episodio, che sconfina spesso e volentieri nell’horror, soprattutto grazie ad una particolare tipologia di nemici tutta nuova per la serie, che non vi sveliamo per questioni di spoiler. Dulcis in fundo , gli effetti particellari, decisamente mirabili e di sicuro impatto, soprattutto quelli del fumo e del vento, capaci di rendere la visione quasi fastidiosa, come fossimo davvero in balia di una tempesta.
La stereoscopia, esattamente come nei pochi titoli usciti fino ad ora, compie il suo dovere e contribuisce a regalare emozioni sensibilmente apprezzabili. Ci auguriamo che la tecnologia 3D possa però regalare visioni più coinvolgenti in futuro, che facciano breccia nei cuori e diano meno fastidio agli occhi.
Notevole, come da tradizione, il comparto audio: il doppiaggio in italiano rivela interpretazioni a regola d’arte, eccezion fatta per qualche recitazione un po’ troppo forzata. Il campionario suoni, tra gli effetti delle armi e i lamenti da tremarella dei terribili Chimera, saranno una gioia per le vostre orecchie. Chiude il cerchio una colonna sonora impagabile, che alterna melodie nostalgiche e melanconiche a pezzi di sicuro impatto per le periodiche scariche di adrenalina durante le sparatorie.
Una campagna all’antica, o quasi
L’aspetto più marcato che si nota non appena si inizia a giocare a Resistance 3 , è la consapevolezza di avere tra le mani un gioco d’altri tempi. La modalità multigiocatore, seppur presente, passa in secondo piano per dare lustro alle nove ore necessarie per completare i 20 livelli di gioco della campagna principale. L’impossibilità di trasportare al massimo due armi cede il posto al maxi inventario che ne sfoggia ben dodici e la rigenerazione automatica della salute fa un passo indietro in favore del nostalgici e più classici medipack sparsi per i livelli.
Il sistema di controllo non è molto distante da quello sperimentato nei precedenti capitoli: con L1 si attiva lo zoom per la mira, R1 per fare fuoco, L1 per le granate, R2 per il fuoco secondario. Agli analogici spettano rispettivamente il movimento di Joseph (premendo L3 si attiva lo scatto) e quello della telecamera. Ai tasti X, quadrato, triangolo e cerchio, sono assegnate le azioni di salto, ricarica, richiamo dell’inventario e l’accovacciata.
In alternativa al Dualshock 3, Playstation Move regala altrettanta comodità e affidabilità nelle risposte ai comandi: dopo il successo con Killzone 3, ancora una volta il binomio Move/Navigation Controller risulta vincente e assicura un’esperienza consigliata agli appassionati del genere.
L’azione, grazie anche ai continui spostamenti di locazione, costringe il protagonista a muoversi sia in spazi angusti pattugliati da qualche nemico, sia in aree estese che brulicano di Chimera armati fino ai denti. Dimenticate le squadre di aiuto dei precedenti capitoli: in Resistance 3 il vostro braccio destro sarà rappresentato solo da qualche soldato e di conseguenza dalle vostre sole forze. La situazione peggiora ( nel senso buono), non appena apprenderete che l’IA nemica si è evoluta parecchio: gli alieni non sono solo più crudeli, ma dannatamente tattici, in grado di ripararsi praticamente ovunque e di coordinare i propri attacchi. Alcuni nemici, come gli Assalitori che incontrerete nelle primissime fasi di gioco, utilizzano una sorta di propulsori per saltare da un tetto all’altro, disorientandovi e costringendovi alla precisione chirurgica quando si tratta sputare piombo a distanza. Tutto questa rende la curva di difficoltà decisamente ben calibrata e impegnativa.
Non mancano alcuni classici clichè del genere e soprattutto della serie: combattimenti contro imponenti boss che si susseguiranno in più fasi, intense certo, ma troppo ripetitive il più delle volte, quasi come se fossero state create apposta per intrattenere il giocatore senza il bisogno di sviluppare livelli diversi e soprattutto più originali. Non mancano i veicoli da proteggere, come nelle fasi a bordo di un container e l’ormai celebre “gita” in barca di Joseph sul Mississippi, attanagliato da ogni sorta di abominio. Script visti e stravisti, ma ugualmente di sicuro impatto.
Anche in questo capitolo, le armi ricoprono un ruolo fondamentale, a tal punto che, utilizzandole, subiranno una crescita, non solo nella potenza, ma anche nella forma. Tra le armi spiccano il Bullseye, i cui proiettili traccianti seguiranno automaticamente il bersaglio colpito e naturalmente l’Auger, dotato di pallottole che attraversano oggetti e pareti. Le novità belliche del nostro arsenale sono tante: senza svelarvele, vi diciamo solo che rigiocherete le missioni più volte, sole per godere dell’effetto di una o dell’altra arma contro i nemici e lo scenario di gioco.
La campagna principale può essere affrontata con un amico, sia aggiungendo un pad e giocando in split screen sia in cooperativa online fino a un massimo di 16 giocatori.
Come potete notare, Insomniac ha deciso di ridurre drasticamente il numero dei partecipanti ( fino a un massimo di 60 in Resistance 2), ma soprattutto ha preferito lasciare i livelli della campagna principale come base per le sessioni multigiocatore. Niente più missioni slegate dalla trama e classi da scegliere. I giocatori potranno vivere l’esperienza online come se fossero nella campagna single player, dato che il minore numero di utenti ha garantito una stabilità tale che poco ha da invidiare alle emozioni vissute offline. Assente però il matchmaking, che consente di partecipare ad una sessione solo tramite invito. Il comparto è completodi perk, killstreak, livelli e la possibilità di sbloccare armi sempre più potenti. La possibilità di rigiocare la campagna online non deve però scoraggiare gli amanti della varietà, dato che saranno presenti diverse mappe originali e assolutamente inedite, molto diverse da quelle della campagna in singolo. Ma ancora più originali sono i poteri sbloccabili e richiamabili attraverso il D-pad, tra i quali un ologramma del personaggio in uso in grado di attirare e/o distrarre i nemici facendo fuoco, un rilevatore istantaneo in grado di visualizzare una mappa con tutti i nemici presenti o uno scudo energetico. Queste straordinarie capacità supplementari hanno ovviamente una riserva limitata di energia, perciò sfruttatele con saggezza.
Conclusioni
Rassicuriamo subito gli appassionati e i fan della serie: Resistance 3 è un degno capitolo della saga dedicata alla lotta tra la razza umana e quella aliena. Sony conclude la trilogia su PS3, regalando una regia e una narrazione come sempre coinvolgenti e toccanti, un gameplay che funziona ancora alla grande e non privo di qualche novità e una modalità multiplayer, diversa dalla precedente, ma incredibilmente solida ed efficace. Dal colosso nipponico, data la magnificenza dei precedenti capitoli, forse ci si aspettava un comparto tecnico strabiliante, ma la grafica si mantiene ugualmente su ottimi livelli, forte anche di un design pregevole ed evocativo. Per non parlare del comparto audio, assolutamente memorabile e ben arrangiato. Peccato solo per la conclusione non proprio soddisfacente di questa struggente storia, e per quella sensazione di “già visto” che aleggia su questo capitolo finale. Sony non si è spinta un po’ più in là per questa produzione, conscia forse del fatto che la fama e la garanzia ricavate dai primi due capitoli, sarebbero state credenziali sufficienti per concludere la serie senza rischi, con poche sorprese e tiepidi colpi di scena. Ma se da un lato l’amaro in bocca è quasi inevitabile, dall’altro rimanere impassibili davanti a un lavoro complessivamente ottimo, risulta una cosa davvero impossibile. La vittoria è per chi osa, ma anche per coloro che sanno fare bene il proprio mestiere, e in questo Insomniac Games è pioniera.