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Solo i videogiocatori più stagionati conoscono i fasti e i nefasti della famosa serie di corse automobilistiche “Ridge Racer” , nata nel lontano 1993 e destinata alle sale giochi, poi convertita in esclusiva per Sony Playstation nel 1994. Stiamo parlando di una serie di racing games che non ha nulla a che vedere con Gran Turismo e non ha la minima velleità simulativa. Bando alle strategie e ai virtuosismi ingegneristici, dunque, perché Ridge Racer doveva semplicemente sbalordire visivamente e divertire da matti. Una missione che per almeno quattro episodi è riuscita perfettamente, per poi scadere nell’anonimato più totale (prima) e nel marasma dei titoli multipiattaforma (poi) senza spiccare minimamente su una concorrenza agguerrita come quella di Burnout, Colin McRae, Need for Speed. Dopo ben sette titoli (l’ultimo uscito nel 2007), il marchio passa allo studio LevelUp e promette un ritorno in pompa magna, previsto per il 2012 per Pc, Xbox 360 e Playstation 3. Il nuovo gioco si chiamerà Ridge Racer Unbounded.

Di tutto un po’

Anni ed anni a replicare una formula di gioco vincente può risultare, da un lato, soddisfacente, ma dall’altro – specie dopo quattro o cinque volte di seguito – gli utenti smettono di apprezzare la “squadra che vince” ed esigono un po’ di novità di rilievo. Il merito di una serie blasonata come Burnout è stato proprio questo, cioè la capacità di reinventarsi senza grossi scossoni. La rivoluzione, invece, regna sovrana negli studi di sviluppo che sono alle prese con Ridge Racer Unbounded e il perché è presto detto: bisogna tenersi al passo con i vorticosi tempi odierni, in cui i giochi di corse arcade rimandano immediatamente al colosso Ea Games con il già (stra)citato Burnout e Need for Speed, senza dimenticare la saga rallystica Dirt di Codemasters. LevelUp parte proprio dai successi di critica mietuti da Criterion Games per gettare le basi del prossimo Ridge Racer. Largo spazio, dunque, a corse clandestine con macchine potentissime e da sogno, in una città enorme e di fantasia chiamata Shatter Bay che, come al solito, è ricalcata su alcune metropoli americane come New York.

Ma le idee “prese in prestito” non finiscono certamente qui. Largo alle demolizioni selvagge di interi quartieri cittadini o monumentali strutture di cemento armato, proprio come accade in Motorstorm Apocalypse e Split/Second: Velocity. Le piste verranno quindi modificate pesantemente ostruendo il vecchio tracciato e aprendo nuove, tortuose, vie di fuga. Da Test Drive Unlimited 2, invece, appare mutuata la componente profondamente sociale che distingue l’esperienza online del gioco, con migliaia di città simili a Shatter Bay che – presumibilmente – fungeranno da “server di gioco” e nelle quali gli utenti tenderanno a mantenere fissa dimora per diventare dominatori dell’asfalto locale.

Aspetti tecnici e altre idee prese in prestito

Sotto il profilo meramente tecnico, Ridge Racer si presenta come una via di mezzo tra Burnout e Split/Second, con licenze poetiche prese in prestito da Motorstorm Apocalypse per quanto riguarda lo sfacelo che si crea a bordo pista. I modelli delle vetture e la qualità delle texture non fanno spaccare la mascella ma sono abbastanza convincenti già allo stato attuale di sviluppo, i video-gameplay rilasciati, invece, lasciano intendere uno stile di guida che strizza l’occhio alla già citata concorrenza. Altra citazione illustre può essere fatta a Need for Speed Most Wanted, poiché una modalità di gioco, che possiamo definire “campagna single-player” prevede una trama già vista in passato, con la presenza di una banda di fuorilegge e una gerarchia malavitosa da scalare per diventare il re incontrastato dell’asfalto di Shatter Bay.

Poca originalità ma tanta, tantissima, aspettativa

Viste le premesse, Ridge Racer Unbounded non sembra essere un campione di originalità. Le citazioni di illustri predecessori si sprecano e il rischio di essere un semplice clone di tutti e nessuno è dietro l’angolo. C’è però almeno un elemento positivo dietro agli sforzi di LevelUp: l’esperienza visiva e ludica maturata in questi anni, giocando e rigiocando i giochi concorrenti, potrebbe (e dovrebbe) aver influito positivamente sul gioco in lavorazione. Prendere il meglio del meglio, lasciando i nei e i difetti storici dei giochi di guida arcade al passato, non è affatto una cattiva idea e – al di là delle citazioni – nel 2012 potremmo seriamente avere tra le mani il gioco di corse arcade migliore della generazione, il più bello di tutti, in cui gli appassionati trovano tutto quello che desiderano e senza i fastidiosi difetti di gameplay o tecnici del passato. Ai posteri l’ardua sentenza.

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