Non era neanche arrivato sul mercato Final Fantasy XIII che Square Enix annunciò Final Fantasy XIV “ONLINE”, a sottolineare la natura MMO del titolo. Diretto successore di Final Fantasy XI, il quattordicesimo episodio doveva riportare alla ribalta il genere degli MMO in casa Square. Tuttavia le cose non sono andate affatto bene.

Pubblicato lo scorso settembre su PC Final Fatansy XIV prevedeva un periodo di prova gratuito di 30 giorni, oltre il quale l’utente per continuare ad accedere ai server del gioco avrebbe dovuto pagare un abbonamento. A sei mesi di distanza la promozione è ancora in corso. La proroga del periodo “di prova” è dovuta al fatto che l’esperienza offerta dal gioco è lontana dagli standard qualitativi a cui Final Fantasy ci ha sempre abituati.

Non è un caso, del resto, che il produttore Hiromici Tanaka è stato sostituito da Naoki Yoshida che ha ora il difficile compito di risollevare le sorti del secondo MMO di Square Enix.

Yoshida ha spiegato che non saranno richiesti iscrizioni o abbonamenti agli utenti finché il titolo non sarà degno del nome che porta.

“E’ quasi una questione personale, perché sono stato un giocatore per lungo tempo anche io. Chiederemo un compenso monetario solo quando il prodotto sarà valido. Spero di dimostrare ai giocatori che noi siamo molto seri sulla questione: il gioco sta costando a Square molti soldi, ma finché non avverranno sostanziali cambiamenti, non chiederemo nulla in cambio. Al momento quindi non c’è ancora una data in cui attiveremo le sottoscrizioni.”

Tuttavia Square Enix crede ancora nell’ MMO e sta tentando in ogni modo di salvarlo apportando dovute modifiche. Sicuramente l’uscita della versione per PS3 è ancora lontana.

“Square Enix crede ancora molto in questo progetto, e lo sta finanziando con tutte le risorse a disposizione. Ecco perché siamo in grado di fare questo. Solo Square Enix può fare qualcosa di simile.”

Tentare di risollevare le sorti di un prodotto già sul mercato non è impresa semplice, ed è ancora più difficile riconquistare la fiducia degli utenti “traditi”. Square Enix dovrebbe stare più attenta a usare il nome Final Fantasy. Probabilmente se il gioco avesse avuto un altro nome, visti i problemi e le spese eccessive, si sarebbe accantonato il supporto e lo sviluppo e il gioco sarebbe stato ricordato semplicemente come mediocre. Ma porre “Final Fantasy” su un prodotto alza sempre le aspettative incondizionatamente: Square può solo cercare di arginare i danni.

Articolo precedenteUbisoft annuncia Anno 2070
Prossimo articoloThe Witcher 2 ispirato da Demon’s Souls
CyberLudus è un'Associazione Culturale che opera nel settore videoludico dal lontano 2007, a stretto contatto con produttori e distributori di tutto il panorama internazionale. La nostra redazione segue con passione ed entusiasmo l'evolversi di questo mondo, organizzando tornei e contest, partecipando a manifestazioni ed eventi e, attraverso il nostro portale, fornendo all'utenza un piano editoriale che prevede recensioni, anteprime, guide strategiche, soluzioni, rubriche ed approfondimenti.