Presentato all’ E3 2010 di Los Angeles, NeverDead rappresenta l’ultima fatica dei ragazzi di Rebellion , già apprezzati nel mondo videoludico per alcuni titoli, principalmente sparatutto, dalla forte componente action e caratterizzati da una trama basata spesso su contesti storici realmente esistiti. Prodotto da Konami , NeverDead è uno sparatutto in terza persona che si muove nel più classico degli universi e relativi cliché: un male comune, magari una maledizione, ondate di nemici non umani e dalle forme più strane possibili e, infine, ma non ultimo, un protagonista tanto strambo quanto carisamtico. L’elemento che sembra discostare NeverDead da tanti altri sparatutto risiede proprio nel personaggio principale: il giovane Bryce , questo il nome del protagonista, ha subìto degli effetti collaterali a seguito di una maledizione e, nonostante otterrà il beneficio dell’immortalità, di tanto in tanto cadrà letteralmente a pezzi!

L’arte ruba la scena al resto

Da quanto già solo visto nel trailer di presentazione, NeverDead punterà decisamente sull’atmosfera e sull’offrire un gioco “pompato” sotto il piano dell’arte.

Ricordando un po’ lo stesso Wet e le sue spiccate citazioni Tarantiniane , il prodotto Rebellion fin dai primi istanti del video di presentazione mostra la sua vena ironica e leggera, col chiaro intento di proporre un gioco dall’atmosfera più distesa e spettacolare in un mondo ormai troppo sfruttato come quello delle catastrofi nel mondo.

L’ironia e la leggerezza delle cinematics fanno presto spazio ai combattimenti, ricchi di script ed effetti particellari che sembrano promettere tanto spettacolo su schermo: mostri giganti e quant’altro ostacoleranno gli intenti del buon Bryce, eroe dall’aspetto decisamente rocker, il quale, più che rompersi in tanti pezzettini di carne, dovrà far di meglio per fronteggiare queste malvagie creature, cominciando innanzitutto ad estrarre pistole, mitra e fucili a pompa e riempierli così di piombo. La stessa abilità del protagonista nel “disgregarsi” in mille pezzi, inoltre, potrà essere sfruttata a proprio vantaggio: Bryce infatti potrà decidere di staccarsi un arto con un esplosivo e di lanciarlo contro un gruppo di nemici; parimenti, sarà possibile sfruttare anche l’ambiente circostante, facendo per esempio esplodere una carica nei pressi di una struttura adiacente, causandone il crollo addosso ai nemici circostanti.

Dal punto di vista tecnico, ancora non sappiamo se il gioco godrà della localizzazione italiana o se dovremo accontentarci dei sottotitoli, ma la versione inglese convince tanto, e come spesso accade per questo genere di videogame, il doppiaggio originale si fa preferire a qualsiasi adattamento.

Graficamente, il titolo si mostra ben fatto e ricco di tocchi di classe: NeverDead sembra garantire una buona varietà di location, ben suddivise tra ambienti chiusi e all’aperto, ricchi di script, esplosioni e cinematics che condiranno, sostanzialmente, il cuore pulsante del gioco, ovvero gli scontri a fuoco.

La caratterizzazione dei personaggi e dei nemici, infine, sembra godere di una certa originalità: nemici alquanto bizzarri e ricchi di particolari donano una propria identità al gioco, mentre il protagonista e i suoi fragili legamenti si faranno apprezzare nel corso dell’avventura, complice una caratterizzazione sicuramente atipica per un esponente del suo stesso genere.

Con la testa a fine anno

Un po’ come Bryce, siamo tutti con la testa altrove, precisamente a fine anno quando NeverDead, almeno in teoria, troverà spazio tra gli scaffali di PS3 ed Xbox 360. Una nuova scommessa per KONAMI e un titolo che sembra possedere tutte le carte in regola per far parlare di sé. E chissà se toccherà aspettarsi critiche, se non addirittura atti di censura, ai danni delle spiccate scene di “violenza gratuita” o di arti inutilmente mutilati che dominano il titolo Rebellion ; ma, indubbiamente, questo NeverDead, affiancando genio e sregolatezza ad un gameplay iper-sfruttato, sembra già stuzzicare la curiosità di ogni videogiocatore.

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