Alzi la mano chi non conosce la saga di Need for Speed , la serie automobilistica targata EA Games di certo più riuscita, oltre che venduta, e, probabilmente, il marchio di gioco di corse più famoso di tutti. Come ogni squadra dai mille trofei, anche Need for Speed ha attraversato un “periodo no”, colmo di delusioni e brucianti buchi nell’acqua. Impossibile elencarli tutti, basta citare gli insoddisfacenti Pro Street e Undercover, con tanto di tagli al team di sviluppo, e i vari tentativi di riportare la serie ai fasti di un tempo. Iniziata come una storia di guardie e ladri, la serie EA ha attraversato molti generi e commistioni, passando per l’exploit targato Underground fino all’esperimento simulativo, Shift , apprezzato da molti. Ma qualcosa non quadrava, la serie aveva ormai perso la sua vera identità, cercando di seguire la scia di nuovi generi alla fine troppo lontani dalla vera vocazione originale. Dopo tanto peregrinare, EA ha trovato la soluzione “in casa”, affidando al team Criterion l’incarico di far tornare agli antichi fasti la saga. Per chi non conoscesse questi talentuosi sviluppatori, basti pensare che loro sono le menti responsabili di Burnout , tra le serie di corsa arcade più amate degli ultimi anni, e non solo. Dopo il fallimento di Acclaim , Criterion è stata acquisita da EA, sviluppando per conto del colosso americano anche gli ultimi episodi della serie, tra cui Dominator (ultimo per PS2) e il primo e unico per next-gen, ovvero Burnout Paradise . Ma quello che realmente conta è che Burnout ha sempre premiato la velocità e la spericolatezza, quindi chi meglio di loro avrebbe potuto far riemergere Need for Speed?
Poliziotti e fuggitivi, l’anima di Hot Pursuit
Proprio come nelle incarnazioni originali di metà anni ’90, ritorna il tema principale di Need for Speed, il già citato scontro tra fuggitivi e poliziotti. Nel gioco potremo percorrere tutte e due le carriere simultaneamente, senza iniziare due distinte avventure. Dovremo semplicemente scegliere gli eventi disponibili sulla mappa, distinte dai loghi della polizia o da quelli dei sospetti. Non aspettatevi alcuna trama o storia, semplicemente parteciperemo a degli “eventi”. Questa scelta, probabilmente, non sarà amata da coloro che si aspettavano una storia, peraltro difficile da mettere a punto senza riesumare i soliti clichè visti mille volte, ma sarà apprezzata da chi ama semplicemente correre. Avremo così vari tipi di eventi da affrontare, ben differenziati in base alla “sponda” cui prenderemo parte. La gara classica, nella parte dei fuggitivi, sarà spesso (ma non sempre) anche una fuga dalle forze dell’ordine: l’importante sarà arrivare davanti, mentre dal lato dei poliziotti conteranno il numero di catture (con la classica tecnica del Takedown, facendo a sportellate fino a mettere i rivali fuori gioco). Affronteremo anche situazioni in cui dovremo arrivare, entro un determinato limite di tempo, in fondo ad un percorso senza la presenza di avversari, indifferentemente da chi impersonerete. Arrivare primi da fuggitivo equivarrà ad una medaglia d’oro, da poliziotto un’onorificenza. In base ai punteggi ottenuti in ogni gara otterremo una taglia, esprimibile tranquillamente come punti esperienza che andranno poi a sommarsi al nostro grado, sia di fuggitivo che di poliziotto. Così facendo, riempiremo la barra del grado fino a salire, man mano, di categoria, sbloccando nuove macchine, nuovi eventi e via discorrendo, per un totale di venti gradi disponibili. A differenza dell’ultimo episodio della serie Burnout, amato e odiato da molti appassionati della serie, la componente free roaming è stata eliminata. Probabilmente, seguendo i feedback dei numerosi utenti che avevano trovato quel tipo di struttura di gioco tutt’altro che immediata (frustrante perdere una gara per aver sbagliato un incrocio o aver frainteso la mappa), Criterion è corsa ai ripari regalando un’esperienza lineare e più disimpegnata. La maggior parte dei percorsi sarà infatti lineare, con molti rettilinei, e torneranno gli indicatori di direzione che “chiuderanno” i tratti di strada non di nostro interesse. Chi vorrà farsi un giro per il vasta città progettata da Criterion, chiamata Seacrest County , potrà comunque farlo: dalla mappa, infatti, potremo girare liberamente premendo il tasto Y (o triangolo) e accedere alla modalità “Guida libera”. Potremo girare liberamente, è vero, ma non otterremo nulla se non un diversivo, in quanto non v’è nulla da fare o da sbloccare.
Il modello di guida
Non ci troviamo di fronte a una gestione simulativa della vettura, come d’altronde in ogni produzione Criterion che si rispetti, a differenza ovviamente dell’ultimo capitolo di Need for Speed, Shift . L’approccio arcade tipico di Burnout ritorna allora in Hot Pursuit , con la differenza che le vetture sembrano avere un maggior peso rispetto a Burnout Paradise acquisendo, quindi, un po’ più di credibilità. Come nella celebre saga firmata Criterion , anche qui non avremo grosse difficoltà a effettuare curvoni in derapata, usando magari il freno a mano, e tornerà il classico “incentivo alla guida pericolosa”. Il nitro verrà caricato seguendo la scia, derapando, schivando appena le collisioni con altri veicoli oppure, come i giocatori di Burnout sapranno benissimo, proseguendo contromano. Avanzando nel gioco, inoltre, sia i poliziotti che i “piloti clandestini” disporranno di strumenti del tutto nuovi per ostacolarsi a vicenda. Se i primi potranno posizionare strisce chiodate lungo la strada, ideali per ostacolare i fuggitivi nei rettilinei, quest’ultimi potranno invece azionare un disturbatore elettronico; di controrisposta, la polizia, quando vorrà andar giù pesante, potrà persino chiamare posti di blocco o addirittura un elicottero di supporto. I danni alle vetture, qui realizzate su licenza ufficiale a differenza di Burnout, influiranno anche sulle prestazioni del nostro mezzo, specialmente durante gli scontri con la polizia. A differenza della saga di Criterion, tuttavia, il sistema di danneggiamento risulta meno “profondo”, per ragioni legate alle licenze ufficiali e agli accordi con i produttori automobilistici, che non amano di certo vedere le loro vetture ridotte ad un ammasso di ferraglia. I danni visibili, comunque, sono realizzati con molta cura.
Aspetto tecnico
Hot Pursuit dal punto di vista tecnico non ha nulla da invidiare ai molti titoli usciti sulle console HD. Le vetture presenti, più di 50, sono curate in ogni minimo dettaglio, esibendo una costruzione poligonale davvero eccellente, una costante del marchio Criterion . Lo scenario, classico del Nord America, risulta curatissimo e ricco di dettagli, offrendo un panorama davvero entusiasmante. Il frame rate risulta stabilissimo, nonostante i moltissimi oggetti presenti su schermo, la grande sensazione di velocità e l’ottima profondità del campo. Unica nota dolente, i 30 fotogrammi per secondo, ben presto dimenticati grazie ad una fluidità generale comunque notevole. Il comparto sonoro, infine, è di ottima qualità; al solito, apprezzabilissimo il campionamento dei suoni delle vetture e orecchiabile la colonna sonora. E’ presente anche un buon doppiaggio in italiano, che ci guiderà alla scoperta di Seacrest County, in modo simile a quanto avvenuto in Burnout Paradise.
Autolog e multigiocatore
Una delle innovazioni sicuramente più interessanti di questo Need for Speed Hot Pursuit è la presenza di Autolog, una sorta di social network interno al gioco. Tramite l’autolog potremo accedere ad una vera e propria bacheca, in cui condividere con gli amici le nostre foto, con la possibilità di commentarle, e i tempi migliori. Nei casi in cui si disponga di pochi amici aventi una copia del gioco, il sistema provvederà a cercare nelle loro rispettive liste. Autolog si dimostra interessante anche per il modo in cui tiene alta l’attenzione del giocatore anche sulla lunga distanza, in quanto potremo condividere, tramite le Raccomandazioni Autolog, i nostri migliori punteggi, sfidando o venendo sfidati in gare atte a migliorare il punteggio. L’online si presenta piuttosto esiguo, con sole tre modalità a nostra disposizione. Troveremo la sfida tra poliziotti e fuggitivi, chiamata proprio Hot Pursuit, la gara tradizionale fino a 8 giocatori e, infine, Interceptor, una sfida 1 contro 1 tra un poliziotto e un fuggitivo. Nonostante l’oggettiva povertà della modalità online, il divertimento delle sfide e l’assenza di lag da noi riscontrato compensano bene. Come tante altre produzioni EA, anche in questo caso per giocare online, purtroppo, avremo bisogno dell’Online Pass. Un codice è sì presente nella confezione, ma nel caso in cui vogliate far giocare un vostro fratello (in possesso di una Gamertag diversa dalla vostra) o voleste prestare il gioco, dovrete acquistarne un altro, in quanto ogni codice, appunto, è associato al vostro profilo.
Longevità
Le modalità in singolo sono un po’ meno di quanto sarebbe stato lecito aspettarsi, offrendo solo qualche variante alle modalità tradizionali di cui sopra, fino al raggiungimento dei gradi massimi sia dal lato della legge che dal lato dei fuorilegge. Tuttavia, grazie ad una curva di difficoltà crescente e alle funzioni di Autolog, che renderanno la nostra esperienza anche offline più che competitiva, possiamo tranquillamente certificare l’ottima longevità del prodotto EA Games . Saranno necessarie più di dieci ore per completare tutte le sfide in singolo disponibili, che poi aumenteranno vistosamente se vorremo sbloccare tutti gli Obiettivi o i Trofei o, semplicemente, dedicarci alle modalità online.
Conclusioni
Need for Speed è tornato e lo fa nel modo filologicamente più corretto possibile, affidandosi probabilmente alle migliori menti disponibili. Criterion plasma un vero e proprio gioiello, riuscendo a fondere le anime di Burnout e dell’ Hot Pursuit originale, creando una commistione che non può non affascinare. Rimosso il free-roaming di Burnout Paradise, il ritorno al passato è stato dunque compiuto, restituendo finalmente l’immediatezza e la spensieratezza di un tempo. Forse qualche modalità di gioco in più avrebbe giovato alla varietà, ma in quanto a quantità il prodotto EA Games risulta davvero di ottima fattura e in grado di tenere alto l’interesse del giocatore per molto tempo, grazie anche anche ad Autolog, una sorta di social network interno al gioco. Consigliato sia agli appassionati di Need for Speed che di Burnout, senza particolari riserve.