In un periodo dove le idee nuove scarseggiano un po’, florido di remake più o meno necessari, si (ri)comincia anche a pescare dal glorioso passato bidimensionale. Grazie a Live Arcade e Playstation Network, e quindi alla possibilità di pubblicare giochi di ridotte dimensioni, molti titoli classici vengono “restaurati” in alta definizione, per essere riproposti ai fan di vecchia data o a potenziali novizi. Esaminiamo oggi il caso di Earthworm Jim , uscito originariamente per Sega Mega Drive nel lontano 1994 e poi convertito anche per Super Nintendo e PC. Una sorta di platform con elementi action, come la possibilità di sparare ai nemici o colpirli usando noi stessi a “mò di frusta”, dal level design piuttosto bizzarro e cervellotico. Una realizzazione tecnica ottima e una buonissima varietà di gameplay hanno consentito al nostro verme di terra di raggiungere una fama indiscussa nei primi anni ’90. Dopo un buon seguito 2D, nel 1999 si tentò il passaggio al 3D. Nonostante non si trattasse di un gioco malriuscito, e anzi abbastanza coerente con il passato 2D, Eartworm Jim 3D (uscito su Nintendo 64 e in una conversione meno riuscita per PC) fece cadere la saga nel dimenticatoio. Nel 2007 il primo capitolo è stato riproposto nella Virtual Console di Nintendo Wii, ma da oggi, sempre lo stesso capostipite “rifatto” in HD, è disponibile anche su Xbox 360 e PS3 .
Un verme con una tuta spaziale salva una principessa.
Riassumendo in parole povere la bizzarra trama di gioco, ci troveremo a impersonare il verme Jim che un giorno, per puro caso, trova e indossa una tuta spaziale che gli dona, allo stesso tempo, intelligenza e movenze umane. Un corvo spaziale, cacciatore di taglie, ci darà la caccia, mentre noi vagheremo nello spazio per salvare una principessa dal nome inequivocabile, ovvero What’s-her-name. Una storia strampalata, che ben si amalgama con la follia regnante nelle varie ambientazioni che visiteremo.
Aspetto tecnico e gameplay
Il gioco visivamente si presenta piuttosto bene. I 16 anni sul groppone si sentono abbastanza, ma niente di grave. Le animazioni di Jim, esilaranti, sono state tirate a lucido, così come i vari livelli, che varieranno dalla maleodorante discarica ad un sottomarino, senza alcuna connessione logica, passando per improbabili sfide con improbabili boss, da un gatto che apparirà al buio a un alieno con cui ingaggeremo una sfida di bungee jamping, lanciandoci da un burrone con in fondo un mostro. Certo, non si grida al miracolo, ma l’insieme è molto gradevole e il tutto senza snaturare la palette grafica originale. Il comparto sonoro non ha avuto bisogno di alcuna rivisitazione, lasciando inalterato il tormentone di Jim, “Groovy!”, e la buona colonna sonora. I primi dolori, il videogiocatore odierno li avverte nei controlli che, purtroppo, hanno mantenuto i pregi e difetti dell’edizione 1994. Jim soffre di alcune limitazioni che oggi sarebbero impensabili, come l’impossibilità di sparare saltando o correndo e il non poter saltare in alto quando si è appesi a una corda. Qualche momento di frustrazione è dato anche dalla discutibile risposta di alcune azioni, come per esempio nel livello ambientato nel sottomarino dove cavalcheremo un criceto e, con il tasto apposito dovremo mangiare i nemici sul nostro percorso, pena l’essere rispediti da capo. Dovremo premere il tasto un considerevole numero di volte prima di essere accanto al nemico, cosa che rischia di rendere le cose più difficili di quanto lo siano. Altra limitazione la soffriremo utilizzando il corpo di Jim come rampino una volta in volo, con una risposta dei controlli che spesso lascia a desiderare. Vanno segnalati anche alcuni momenti di confusione nel level design, dove il giocatore non capirà minimamente cosa deve fare portandolo, ancora una volta, alla frustrazione. Nel complesso la giocabilità è comunque buona, i difetti elencati su sono più figli dell’epoca che colpa degli sviluppatori ma, naturalmente, non possono passare sotto silenzio in un’analisi fatta nel 2010.
Multigiocatore e longevità
L’unica vera aggiunta di rilievo in questo remake è la possibilità di giocare alcuni livelli in cooperazione fino a 4 giocatori, sia in locale che online. Inutile dire che la confusione, piuttosto presente già in solitario, la faccia da padrona in multigiocatore, quindi è bene che, se si pensa di giocare in locale, ci si armi di una buona TV HD e si lasci perdere il vecchio tubo catodico, a causa dell’immagine meno dettagliata. In sostanza l’azione fracassona dei vermi funziona e diverte, risultando un utile diversivo per allungare la longevità (assieme ai 4 livelli bonus sbloccabili). Restando in tema di longevità, portare a termine l’avventura è un compito apparentemente semplice, vista la durata complessiva che si aggira poco sopra le 2 ore, ma la difficoltà di gioco porta a rivedere nettamente questa stima. Anche nella modalità Facile, la più facile delle quattro disponibili, avremo non pochi problemi a ultimare la storia (anche per demeriti del gioco, poca chiarezza del level design in primis), e se addirittura volessimo provarci in difficoltà Originale, che rispecchia quella del titolo Sega Megadrive, ci troveremo di fronte a una sfida che rischierebbe di minare seriamente la nostra sanità mentale.
Conclusioni
Earthworm Jim HD è un buon remake, soprattutto dal punto di vista visivo, del gioiello datato 1994. Erediti dall’originale, oltre i divertenti character e level design, anche tanti piccoli difetti in termini di gameplay, che potrebbero far storcere il naso a molti giocatori “novizi”. Nonostante questo, risulta ancora oggi un titolo godibile e divertente, anche per la sua unicità a livello visivo. Consigliato, oltre che ai fan, anche a coloro che cercano una sfida tosta e, indubbiamente, un po’ nostalgica.