La città del silenzio

Correva l’anno 1999 quando Konami mostrò per la prima volta su Psx, il gioco che cambiò per sempre il concetto di survival horror: Silent Hill . Mentre Resident Evil ammaliava i giocatori con la grafica pre-rendizzata, le inquadrature cinematografiche e le armi batteriologiche, la collina silenziosa li trascinava tutti in una spirale di terrore, partorito dalla mente e dalle paure più antiche del genere umano, come l’oscurità, il dolore fisico e la follia interiore. Il titolo metteva il giocatore nei normalissimi e fragili panni di Harry Mason, reduce da un incidente automobilistico. Al suo risveglio egli si accorge che la figlia Cheryl è scomparsa e si mette subito in marcia per cercarla lungo le strade di Silent Hill, cittadina del West Virginia e meta di turisti desiderosi di una piacevole vacanza. Ma il paese che si affaccia sulle sponde del lago Toluca è avvolto dalla nebbia e tagliato fuori dal resto del mondo, a causa dell’improvviso sprofondamento del terreno. Per di più, in giro non si vede anima viva; la città sembra deserta. Ma al calare della notte si sente il suono di una sirena in lontananza, e allora tutto cambia: le strade e i palazzi si imbrattano di sangue e ruggine, i corridoi e le case trasudano sporcizia e si riempiono di cadaveri, carne putrefatta e mostruose creature si risvegliano dal loro torpore per dare la caccia al protagonista. Chi si addentra nella città di Silent Hill non può più uscire. Giocare a SH significa avventurarsi nell’inconscio dell’essere umano e perdere letteralmente il senso della realtà: a volte sembra che il protagonista stia sognando, altre volte che stia vivendo un’ illusione e altre volte ancora si ha l’impressione che sia morto e intrappolato in qualche dimensione lontana, tra la dannazione e la beatitudine. Un brusco viaggio verso il mondo aldilà di quello che conosciamo, oltre ogni certezza e speranza. Dopo dieci anni di successi e mezzi passi falsi, e con ben quattro seguiti, un prequel, un film e tante produzioni commerciali, la serie festeggia l’anniversario del capitolo originale attraverso un nuovo episodio che parte con le stesse premesse del videogioco del 1999 ma che analizza la storia e i suoi contenuti in maniera completamente diversa e innovativa. Shattered Memories si propone come l’inizio di un riavvio della serie, ormai troppo ancorata alle stesse meccaniche e ai soliti luoghi comuni. Inoltre inaugura lo sbarco della saga su Nintendo Wii, ma senza trascurare PSP, che vanta già Origins, uno dei capitoli migliori della serie. Il prodotto è finalmente giunto nei negozi, pronto a catapultare gli appassionati in una nuova avventura dalle tinte horror. Ma sarà all’altezza della serie?

Ricordi perduti

Harry Mason, giovane scrittore in viaggio con la figlia di sette anni, Cheryl, ha un brusco incidente automobilistico, a seguito del qualche la piccola scompare senza lasciare traccia. La storia della sua ricerca viene raccontata attraverso una seduta psichiatrica da un terapista. Ciò che il giocatore vive è perciò il racconto formulato dal protagonista nello studio del dottore. La trama coinvolge all’istante, grazie alla possibilità di cambiare, in maniera più o meno evidente, le sorti del racconto, attraverso le risposte date allo psichiatra e al modo in cui verranno risolti i questionari e gli esercizi da svolgere. Sarà perciò il giocatore a stabilire ad esempio, attraverso i suoi gusti personali, le decorazioni delle locazioni da visitare, l’aspetto stesso delle creature che lo perseguiranno e l’abbigliamento di Harry e dei personaggi secondari. Tutto questo garantisce interessanti e gradite trovate, che si aggiungono ad una storia generale ben studiata e caratterizzata da personaggi complessi e da colpi di scena inaspettati, che coinvolgeranno fino ai titoli di coda. Shattered Memories va visto e giocato come un capitolo totalmente nuovo: i fan della serie, e soprattutto del capitolo originale, potrebbero storcere il naso a causa della totale diversità, sia della storia dei personaggi che dell’atmosfera che si respira, apprezzabili entrambe ma aliene a chi ha familiarità con il brand. Risulta però coraggioso il tentativo di portare la serie verso nuovi lidi narrativi e questo capitolo eredita comunque, anche se in maniera ridotta, quella tensione costante e quella sensazione di essere sempre in pericolo che tanto hanno giovato alla serie Konami .

Paura gelida

La conversione da Nintendo Wii (che vanta la versione d’origine del titolo) a Psp , anche se porta dietro di sé notevoli ma ovvie differenze tecniche, non rovina assolutamente quanto creato dai programmatori. Non a caso il team in questione è C limax Studio , autore dell’ottimo Silent Hill Origins per Psp, del quale SM eredita il motore grafico. Ben realizzati i modelli poligonali dei personaggi, in modo particolare quello di Harry, ben dettagliato e impreziosito da effetti piacevoli, come i riflessi della luce sul cappotto che indossa o il realismo del viso. Ottima la fluidità dei movimenti: lo scrittore cammina, corre e compie azioni contestuali in maniera assolutamente realistica e immediata. Gli scenari proposti da Konami abbandonano la nebbia fitta(marchio di fabbrica di tutti i capitoli) in favore della neve. L’intera città è in preda ad un’incessante tormenta che imbianca le strade e “regala” una perenne pioggia di soffici fiocchi bianchi. Interni ed esterni sono ricchi di dettagli, come cartelli pubblicitari, poster attaccati ovunque e stanze ricche di mobilia e oggetti tutti diversi tra loro. L’unico neo è rappresentato dal pressante effetto scalettatura ,che incombe sui bordi delle superfici delle pareti e degli oggetti. Nonostante questo, il ricco e vario design generale e la totale assenza di caricamenti, fanno dimenticare i difetti marginali. L’apparente normalità dello scenario cambia bruscamente in determinate sezioni; all’improvviso e in tempo reale, ogni singola superficie e oggetto si trasformano in ghiaccio, creando un’atmosfera sinistra e terrificante, grazie alla palette di colori freddi che vanno dal blu scuro a al grigio. Notevole infine il sistema di illuminazione che mostra una città illuminata e colorata nel cuore della notte, e che proietta ombre dinamiche e realistiche immergendo il giocatore nella paura e in costante stato di allerta. Nota dolente riguarda invece i nemici; per tutta la durata del gioco si avrà a che fare solo con umanoidi rosa, tutti uguali tra loro e senza la possibilità di vedere creature dal design differente o boss di fine livello. Per quanto concerne il comparto audio, Akira Yamaoka , celebre compositore e autore delle colonne sonore della serie, sforna nuovamente un repertorio eccelso, che vanta melodie indimenticabili, grazie alla soave voce della talentuosa Mary Elizabeth McGlynn , ed effetti sonori da brivido.

Indagine e fuga

Il gameplay di SM rappresenta la novità più radicale rispetto al passato. Anzitutto le azioni del protagonista sono intuitive e contestuali, come l’arrampicata su un cancello o l’accovacciarsi o il nascondersi dentro un armadio o sotto un letto, che avverranno in maniera automatica mentre si fa camminare o correre Harry attraverso lo stick analogico. La telecamera mantiene una certa stabilità generale, evitando inquadrature fastidiose e confusionarie. Il titolo Konami si può dividere in due sezioni principali: l’esplorazione e la fuga. La prima vede il giocatore alle prese con la costante investigazione dell’ambiente , attraverso il piacevole utilizzo del palmare di Harry, visualizzabile attraverso il tasto cerchio. Il dispositivo è versatile e può essere usato in vari modi; come Gps, per tracciare le destinazioni da raggiungere visualizzabili sulla mappa; come fotocamera digitale, utile per svelare particolari invisibili a occhio nudo o scattare foto di persone, oggetti e codici da memorizzare o ancora per effettuare e ricevere chiamate e messaggi testuali e multimediali. Il tutto si traduce in geniali trovate, come la possibilità di comporre e chiamare qualsiasi numero impresso su poster, cartelli e muri dell’intera città, collezionare foto e creare una vera e propria galleria personalizzata e ascoltare registrazioni. Gli enigmi copriranno gran parte dell’esperienza di gioco: si inizia con tasselli facili e intuitivi come sbloccare porte elettroniche fino ad arrivare a rompicapi più complessi ma mai snervanti, come recuperare password di accesso ai dati di un personal computer. La seconda sezione prende il sopravvento quando l’ambientazione si trasforma in ghiaccio, e i nemici danno la caccia al protagonista che, per la prima volta in un Silent Hill, può solo ed esclusivamente fuggire e voltarsi indietro attraverso un tasto specifico. Infatti, oltre all’interpretazione della storia e del diverso design di città, nemici e personaggi, questo capitolo cambia l’approccio con i combattimenti. Harry è incapace di difendersi e di trovare o utilizzare armi contro i nemici. Se da un lato questa drastica scelta regala pure tensione e terrore, dall’altra si traduce in una ripetitività estenuante: per tutta la durata delle sezioni “congelate”, il protagonista dovrà semplicemente scappare e correre alla cieca, per trovare un percorso sicuro verso una via di uscita, variando la routine facendo cadere mobili per ostacolare i nemici che lo rincorrono o nascondendosi momentaneamente. Sparsi nell’ambiente si possono trovare dei bengala che allontanano le creature per un pò. Quando viene assalito, Harry può levarsi di dosso i demoni premendo il tasto giusto indicato su schermo. Interessanti sono invece le sezioni nello studio dello psichiatra, che sottoporrà il giocatore a test ed esercizi sempre nuovi, che spezzano almeno in parte la pesante monotonia e linearità del gameplay. A peggiorare la situazione è la longevità davvero bassa: il gioco si porta a termine nel giro di poche ore. Fortunatamente, quattro finali diversi e i molteplici modi di interegire durante la seduta, invogliano a ricominciare e a completare l’avventura più volte.

Intramontabile Playstation 2

Nonostante il mercato della terza generazione sia stato totalmente e curiosamente escluso dalla produzione di questo capitolo, Konami ha omaggiato i possessori di PS2 (che ospita quasi l’intera saga videoludica di Silent Hill) con un’apprezzabile conversione. Il gioco non vanta l’eccellenza tecnica di titoli come God of War 2, ma offre una fluidità maggiore rispetto alla versione portatile, oltre che piacevoli attenzioni riservate ai dettagli e al sistema di illuminazione. Stesso discorso vale per i controlli, molto più intuitivi e ben organizzati grazie al Dualshock 2. Naturalmente le differenze con la versione Wii sono lampanti ma non cosi eccessive da impedire, a chi utilizza il celebre monolite nero a 128bit, di gustarsi un ennesimo capitolo della serie horror nipponica, da aggiungere all’abbondante collezione di seguiti già usciti.

Conclusioni

Silent Hill: Shattered Memories spacca a metà la critica: da un lato, l’impresa coraggiosa di cambiare strada narrativa e di design, oltre a rinnovare il gameplay con divertenti trovate, porta quella ventata di aria fresca necessaria ad una serie ormai invecchiata dalle sue stesse meccaniche tradizionali. Tuttavia, il drastico allontanamento dai canoni inossidabili del brend, la totale impossibilità di combattere e una ripetitività a tratti imbarazzante, non spingono questo prodotto verso il traguardo sperato. Va comunque lodato lo sforzo degli esperti programmatori di Climax nell’infondere nuova linfa vitale alla serie, e questo capitolo, tra pregi e difetti, rappresenta ugualmente un buon punto di partenza verso nuovi e terrificanti percorsi all’insegna della tensione e della paura psicologica.

CI PIACE
Storia ben raccontata
Ottimo comparto tecnico
Interessante utilizzo del palmare e degli enigmi contestuali
NON CI PIACE
Alla lunga lineare e ripetitivo
Lontano dalla tensione psicologica offerta dai precedenti capitolo della serie
Molti vetereani della serie potrebbero storcere il naso per la drasticità dei cambiamenti apportati in questo capitolo
8Cyberludus.com
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