Spesso si verificano eventi inspiegabili. Inspiegabile, per esempio, è come Bioware sia riuscita a non cadere in alcun tipo di tentazione, a non incappare, cioè, nel medesimo, triste errore compiuto da tante altre case di rinomata fama. Dopo il successo più che meritato del primo Mass Effect , Bioware si era conquistata, in maniera definitiva, un morbido e fatiscente trono nell’olimpo delle software house; non dimentichiamo, infatti, chi è o cos’ha fatto Bioware, giammai; Knights of the Old Republic, Jade Empire e Dragon Age sono tre degli esempi più lampanti in grado di trasmetterci la dedizione e la maestria con le quali il sommo editore ludico si presenta al nostro cospetto. Possiamo tranquillamente affermare, allora, che Mass Effect rappresenti una semplice quanto gustosa ciliegina sulla torta. Breve parentesi: date le recenti tendenze modaiole di questa generazione, i timori, nonché il rischio che un eventuale seguito avesse potuto rovinare l’eccellente lavoro dell’antenato, sono minacciosamente affiorati in superficie, nonostante la fiducia nei confronti dei maestri non abbia accennato reali segni di cedimento. Adesso, come se il tempo trascorso si fosse completamente azzerato, continuiamo a parlare di Mass Effect , ad elogiarlo, ad amarlo, a venerarlo come una divinità appena risvegliatasi da un placido riposo. Quell’evento inspiegabile, ora appare eccezionale: Bioware ha vinto. Ancora una volta. Ma, attenzione, a vincere siamo stati anche noi seguaci: abbiamo ottenuto ciò che volevamo e, finché dura, godiamocelo.

Bioware, legge universale.

Il messaggio lanciatoci da Bioware è che tutti possiamo essere fratelli, indifferentemente dalla razza e dal credo religioso. Mass Effect è il suo canale di trasmissione, un universo parallelo all’interno del quale si contrappongono scuole di pensiero diverse tra loro, a volte simmetriche altre volte opposte. Dal primo, violento vortice generato dal conflitto tra Bene e Male, ne era uscito parzialmente vincitore il nostro alter-ego John Shepard, il quale, grazie all’aiuto della sua squadra e al sacrificio della Normandy, era riuscito a sventare la terribile minaccia della Sovereign, affidata dai Razziatori al perfido Saren, intenzionato a sterminare quel che restava della razza umana ed annientare la Cittadella, cuore pulsante della Galassia e sede del Consiglio Intergalattico. Tuttavia, al termine della nostra prima avventura era subentrato il mistero sulle sorti di Shepard quando, ancora a bordo della Normandy assieme al suo fido pilota Joker, rimase vittima di un attacco che distrusse il vascello spaziale e lo fece precipitare sulla Terra, con solo l’armatura N7 addosso. Da quel giorno son trascorsi esattamente due anni, durante i quali alcuni scienziati della Cerberus, tra cui una dottoressa di nome Miranda, son riusciti a riesumare il corpo esanime del comandante, ridotto a brandelli a causa dell’incidente, con l’intento di riportarlo in vita attraverso nuove tecniche di ricostruzione organica. Risvegliatosi dal lungo stato comatoso, Shepard si ritrova però catapultato in un devastante scenario di guerra, ancora incapace di realizzare cosa gli sia successo realmente e perché si trovasse, all’improvviso, a dover combattere. Ma combattere contro chi poi? Un incubo? A nulla è servito la distruzione della Sovereign? Dietro questa nuova minaccia si nascondono i Collettori, una razza talmente misteriosa da risultare una semplice leggenda per molti, compresi gli umani. Ma la scoperta della loro reale esistenza diventa, a questo punto, motivo di vera preoccupazione, in quanto i Collettori hanno deciso di sterminare tutte le colonie terrestri sparse per i vari sistemi solari ed impossessarsi del dominio sulle razze. Il mistero si infittisce dal momento in cui lo stesso Shepard, come unica soluzione, si vede costretto a prendere le parti della Cerberus e seguire gli ordini dell’Uomo Misterioso, “The Illusive Man”. Mass Effect 2, dunque, ci rimetterà nei panni di uno Shepard sconvolto, ma per nulla rassegnato: la forte determinazione che lo aveva caratterizzato prima del momentaneo decesso, lo accompagnerà, dall’inizio alla fine, in questa nuova fase cruciale della storia. Compito assegnatoci: riportare ai fasti di un tempo l’equipaggio della seconda Normandy, prontamente ricostruita dopo la distruzione della prima, riformare una squadra vincente e fermare l’imprevedibile avanzata dei Collettori. Oltre ai nuovi compagni di viaggio, tra cui Miranda, una scienziata geneticamente modificata, e Jacop, ex soldato dell’Alleanza, ritroveremo il buon vecchio Turian, Garrus, e tanti altri componenti del vecchio team, anch’essi sconvolti dopo i recenti avvenimenti, oltre che sorpresi nel rivedere vivo il loro stimato comandante, creduto ormai morto dopo due lunghissimi anni di silenzio. Ai Collettori, si aggiungeranno, inoltre, tante altre problematiche da risolvere, come quello della genofagia, malattia genetica che, tempo addietro, aveva colpito l’intera popolazione Krogan, resa quasi del tutto incapace di procreare e generare esseri sani e forti fisicamente.

Senz’altro, in Mass Effect 2, il tocco Bioware è pienamente tangibile: lo stile narrativo, simile a quello del predecessore, risulta ancora più articolato e coinvolgente. La possibilità di poter interagire con quasi tutti i personaggi del gioco mediante i classici dialoghi a scelta multipla è stata ulteriormente potenziata e resa più efficace. Ogni singola sfumatura ed inclinazione che conferiremo al carattere di Shepard influirà costantemente sui rapporti interpersonali, più o meno rilevanti essi siano, nonché sulla successione e l’alterazione degli eventi, sottoposte interamente alla nostra giurisdizione. Il potere decisionale in nostro possesso è ancora più forte rispetto al passato e, in proporzione, affronteremo situazioni molto più delicate. Insomma, oltre ad essere protagonisti, sarete pure registi. Mass Effect 2 saprà intrattenervi per ore e ore grazie a spunti narrativi ricchi di particolari e celanti, spesso, una velata dose d’ironia, capace di immergervi in un’atmosfera semplicemente unica, tale da rendervi degli insaziabili divoratori, alla continua ricerca della verità e della risoluzione finale.

Copertura spaziale

Quello che più sorprende di Mass Effect 2 è come Bioware sia riuscita a perfezionare quei lievi difetti che nel predecessore avevano minato il gameplay, complici un motore di gioco poco ottimizzato ed un frame rate non proprio stabile. Il superamento di entrambi gli ostacoli, ha permesso a Bioware di confezionare un prodotto solido in ogni reparto. La struttura di base è rimasta inalterata: Mass Effect 2 è, a tutti gli effetti, un gioco di ruolo con spiccate doti action. In quanto tale, la crescita del nostro alter-ego uomo/donna, personalizzabile in ogni suo aspetto fisico, rappresenta, come nel titolo originale, il vero fulcro del gioco. Questo sequel ci darà inoltre la possibilità di importare il vecchio personaggio, nel caso disponiamo ancora dei salvataggi di Mass Effect, con il vantaggio di partire fin da subito, in base al livello precedentemente acquisito, con un certo numero di potenziamenti, sia fisici che caratteriali, come l’abilità nell’eludere sistemi di sicurezza, il carisma e così via. In questi casi, non saranno solo gli aspetti generali del personaggio ad essere importati, ma persino le scelte fatte nel primo episodio, influenzando così l’andamento delle vicende. Ogni giocatore, in questo modo, vivrà esperienze di gioco diverse e del tutto personali. E’ indubbio, quindi, che Bioware si sia concentrata sul fattore continuità, un elemento che, come si può intuire dalle battute iniziali, garantisce la totale immersione del giocatore nell’immenso universo creato dalle fervide menti della software house canadese. Come in ogni buon GDR che si rispetti, anche in Mass Effect 2 ogni azione di gioco restituisce punti esperienza, atti sia alla crescita personale che a quella della squadra. Alle comuni fasi action, che prevedono classici scontri a fuoco caratterizzati da un migliorato sistema di copertura, si alternano quelle esplorative a bordo della Normandy. Come ben ricorderete, Mass Effect ci metteva a disposizione un’intera galassia con tanto di sistemi solari e pianeti sconosciuti da esplorare liberamente a bordo del famoso Mako, in cerca di missioni secondarie o di fonti energetiche extra. In Mass Effect 2, invece, gli sviluppatori hanno deciso di abbandonare questo tipo di impostazione, spesso complice di una certa ripetitività, a favore di una componente esplorativa molto più snella ed intuitiva: la mappa stavolta ci indica, oltre ai vari sistemi all’interno dei quali poter svolgere le quest principali e secondarie, anche una serie di pianeti inesplorati da scansionare. La scansione avviene attraverso la medesima interfaccia di gioco presente all’interno della mappa che ci consente, mediante un vero e proprio mirino virtuale, di scandire la superficie dei singoli pianeti alla ricerca di materie prime, quali palladio, elemento zero e iridio, utili ai fini dell’upgrade della Normandy. Ebbene sì, tra i vari componenti potenziabili, figura persino la corazza del nostro amato vascello, inizialmente poco adeguata alle nuove tecnologie aliene, ma che, saggiamente, doteremo il prima possibile dei migliori sistemi di difesa disponibili. Nel corso delle fasi action, invece, la componente GDR si impone sul piano prettamente strategico: non manca, infatti, la classica schermata rapida con la quale selezionare un determinato potere o impartire ordini ad un membro della squadra. Rispetto al predecessore, Mass Effect 2 è stato sostanzialmente alleggerito, risultando così più fluido e immediato durante gli scontri a fuoco, variabili nell’approccio a seconda della classe selezionata: soldato, incursore, biotico, ingegnere…

Il titolo Bioware, insomma, si riconferma versatile sotto ogni punto di vista, ponendosi, ancora una volta, come nuovo punto di riferimento per il genere: una trama solida ed un gameplay davvero profondo, curato in ogni suo aspetto, elevano Mass Effect 2 a miglior GDR di questa generazione.

Eterna supernova

Se nel primo Mass Effect non potevamo non lamentarci di alcune imperfezioni tecniche, con questo seguito Bioware ha saputo rimediare ai propri errori, ottimizzando con successo quel motore grafico che, in passato, presentava delle piccole lacune. Il gioco ora scorre fluidamente e il mondo ricreato dagli sviluppatori raggiunge la piena eccellenza dal punto di vista squisitamente artistico: la Normandy, i locali di Omega, la Cittadella, l’intera galassia, vivono di vita propria. Notare che Umani, Asari, Turian, Salarian e tante altre specie conversano, si atteggiano verosimilmente alle proprie attitudini ed interagiscono diversamente con il nostro alter-ego, rende le atmosfere di Mass Effect 2 semplicemente (sur)reali e persuasive, come se davvero stessimo vivendo una vita parallela, tanto è convincente lo scenario. Mass Effect 2 non si ferma alla mera “superficie” tecnica, ma scava in profondità l’ingegno artistico e architettonico proiettandolo in un universo dove esistono migliaia di varianti da tenere in considerazione. Ogni razza ha una storia, ha un proprio stile di vita, ha le proprie inclinazioni artistiche quindi. Bioware è stata ancora una volta maestra nel saper fondere questi elementi, renderli un unico insieme e, per questo, inscindibile da nessuno degli aspetti che compongono l’opera. Mass Effect 2 in realtà è Mass Effect, non è l’indice numerico che determina l’importanza del titolo. E’ migliorato visivamente, è più fluido ed è stato perfezionato solo quello che doveva essere perfezionato, ma la filosofia di gioco è sempre quella, per fortuna. Grande merito a Bioware che ha mantenuto la tradizione, non ha voluto strafare, non ha alterato le già perfette meccaniche di gioco, non è caduta in tentazione appunto. Chi ha parlato di multiplayer? Il risultato finale è vincente e premia in toto l’operato degli sviluppatori. Meritevole di lodi, naturalmente, è un comparto sonoro di tutto rispetto, caratterizzato da una colonna sonora di pregevole fattura, sempre consona alla situazione, e da un doppiaggio curato ed espressivo tanto quanto quello originale.

Conclusioni

Con Mass Effect Bioware aveva ridefinito nuovi standard di riferimento che, a conti fatti, sono durati fino all’arrivo del suo sequel. Il titolo canadese si pone, per la seconda volta, come mediatore tra videogioco e cultura e perfeziona quegli aspetti che, seppur minimi, avevano precluso al capostipite di raggiungere l’assoluta eccellenza. Un titolo che va giocato e rigiocato, che non stanca e non può stancare, tante sono le possibilità di approccio. Persino il consigliarlo è riduttivo. Da avere.

CI PIACE
  • Storia appassionante e ricca di particolari
  • Atmosfere di gioco uniche
  • Caratterizzazione dei personaggi di primo livello
  • Comparto tecnico e artistico eccellente su tutti i fronti
NON CI PIACE
  • Non ci sono contro che possano far compagnia ai pro
Conclusioni

Con Mass Effect Bioware aveva ridefinito nuovi standard di riferimento che, a conti fatti, sono durati fino all’arrivo del suo sequel. Il titolo canadese si pone, per la seconda volta, come mediatore tra videogioco e cultura e perfeziona quegli aspetti che, seppur minimi, avevano precluso al capostipite di raggiungere l’assoluta eccellenza.

9.8Cyberludus.com

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Ho iniziato con una Amiga 500. Da allora non ho più smesso.