Correva l’anno 2006 quando Tekken Dark Resurrection fece la sua comparsa sulla console portatile di Sony. Sebbene fosse solo uno dei primi titoli a comporre il parco giochi della Playstation Portable, la creatura Namco si distinse per un comparto tecnico di prima classe, che non aveva nulla da invidiare alla controparte Ps2, anzi vantava anche una serie di contenuti in più. I beniamini della serie sul piccolo schermo menavano le mani tanto bene quanto nel formato casalingo, e con una cura per i dettagli stupefacente per un prodotto destinato a una console portatile. A distanza di quasi quattro anni, tekken-fanatici e amanti dei picchiaduro potrete finalmente mandare in pensione quel glorioso Umd, il torneo del pugno d’acciaio torna sulla piccola di casa Sony. Pronti a darle (o prenderle) di santa ragione?
La maledizione della stirpe Mishima
Differentemente da quanto accade in molti altri picchiaduro, la storyline in Tekken non è un semplice preambolo per dare il via alle danze, è, infatti, il comparto narrativo a imporsi come fondamento primo, sommo ingranaggio in grado di muovere gli eventi e dare vita alle battaglie più infuocate.
Tutto ha inizio, come tradizione vuole, con l’evolvere della vicenda familiare Mishima: Jin Kazama, dopo aver trionfato nella quinta edizione del torneo del pugno d’acciaio indetta da Jinpachi, prende il controllo della potentissima azienda familiare, la Mishima Zaibatsu, dichiarando l’indipendenza della compagnia e guerra all’intero globo. Il piano di conquista planetaria di Jin, è però ostacolato dalla G Corporation, alla cui testa vi è il padre di Jin, Kazuya Mishima, in cerca del potere del figlio, ma soprattutto di vendetta; la G Corporation oltre ad ostacolare i piani della Zaibatsu ha dato il via a una vera e propria caccia all’uomo, mettendo sulla testa di Jin un’ingente taglia. Il mondo è messo così in ginocchio dalle battaglie dei due, sembra non potersi riprendere da questo conflitto, finché uno dei Generali della Tekken Force, corpo armato della Zaibatsu, non si ribella all’autorità di Jin e muove una rivolta, aggiungendo un terzo fronte alla battaglia.
Quella che era una semplice faida familiare, si è ora tradotto in un conflitto mondiale, ed è in questo scenario che è indetto il sesto torneo del punto d’acciaio.
One taste is better than two.
Tekken 6 su Psp, differentemente da quanto è accaduto con Tekken Dark Resurrection, non ha molto da raccontare rispetto alla versione maggiore su console HD. La differenza più ingente è senza dubbio la mancanza della modalità campagna in favore della storica modalità storia. La componente picchiaduro a scorrimento è quindi mancante, e certamente non possiamo dirci dispiaciuti; la modalità Campagna offertaci dalla versione in alta definizione di Tekken 6, era senza dubbio ripetitiva e noiosa, e limitava oltremodo il potenziale narrativo della saga imponendosi come ingente ostacolo all’accesso alla modalità storia vera e propria (Arena).
Paradossalmente il taglio della modalità, sicuramente per motivi tecnici e non in seguito a una coscienziosa scelta, rende la versione portatile sotto questo punto di vista superiore alla versione casalinga.
Inspiegabile, tuttavia, la scelta di comprimere la modalità storia a un numero d’incontri davvero irrisorio rispetto alle precedenti edizioni, compressione che se nella versione casalinga poteva essere motivata dalla compresenza della modalità Campagna, su Psp non ha altro effetto che privare il giocatore di momenti di divertimento, e quindi inficiare negativamente sulla componente longevità.
Nonostante questa lacuna, che probabilmente farà storcere il naso ai puristi, Tekken 6, con la bellezza di oltre quaranta personaggi regalerà molti pomeriggi di divertimento ai giocatori. Chi già possiede Tekken Dark Resurrection avrà la possibilità di combattere con ben sei nuovi personaggi, tutti stupendamente caratterizzati e godibil, come Alisa Bosknovitch (figlia del Dott. Bosknovitch, presente come personaggio giocabile in Tekken 3), una ragazza androide con una lista mosse complessa e spettacolare; Lars, capo dei ribelli, padrone di uno stile pulito ma senz’altro efficace; o Bob, vigilantes che a dispetto della stazza gode di un’agilità improbabile. Ma anche i personaggi storici sono stati rimessi a nuovo, con tutta una nuova serie di mosse, che riusciranno a sorprendere anche i giocatori più affezionati.
Così tante botte da dare, così poco tempo.
Tekken 6 su Psp,** come la versione maggiore, gode di tantissime modalità, in grado di poter intrattenere il giocatore veramente a lungo. Il giocatore che avrà concluso la modalità storia, potrà quindi ancora dilettarsi nella storica modalità Arcade, nella battaglia Ghost dove aumentare il rank del proprio personaggio, o ancora affrontare le tradizionali sfide a tempo e survival. In più a quanto già visto nelle versioni casalinghe, Tekken 6 su Psp, eredita dal precedente capitolo su portatile, la modalità Caccia all’oro, in grado di trasformare ogni danno fatto all’avversario in nuove somme di denaro da aggiungere al nostro budget, denaro utile alla customizzazione dei **propri alter-ego.
Sebbene il prodotto di Namco sia senza dubbio di prim’ordine, non è privo di difetti, primo fra tutti la mancanza di una componente online, assenza particolarmente sentita da chi sperava di poter combattere con avversari da tutto il mondo anche sul piccolo portatile; in alternativa è comunque possibile, come anche in Tekken Dark Resurrection, sfidare i propri amici “locali” in battaglie ad hoc, o sfruttare la sorella maggiore Sony per sopperire alla mancanza dell’online con il nuovo “ad hoc party”. Particolarmente fastidiosa è anche la lunga durata dei caricamenti, problema in parte risolvibile installando il gioco sulla nostra memory stick, e prezzo comunque accettabile in relazione al fantastico comparto tecnico offertoci.
Grandi risultati sono stati, infatti, raggiunti dal punto di vista grafico, che seppur non sia comparabile alle versioni maggiori, è senza dubbio un traguardo per il portatile nipponico; Tekken 6 riesce a superare il predecessore regalandoci una qualità estetica fantastica, soprattutto grazie ad animazioni estremamente curate.
Se l’occhio ringrazia il lavoro svolto dalla squadra Namco, lo stesso, tuttavia, non può essere detto del sonoro, la cui risposta risulta altalenante, a causa di una colonna sonora non sempre riuscita, a tratti martellante.
Conclusioni
Tekken 6 s’impone senza dubbio come un must have per ogni possessore di Psp; oltre a permettere a tutti di poter godere del fantastico universo di tekken ovunque vi troviate, non riposa sugli allori e ci regala ancora una volta una formula di divertimento e qualità fantastica. L’ultima creatura partorita da Namco sembra avere tutte le carte in regola per mandare in pensione il precedente best seller; raagazzi scaldate i pugni, il torneo del pugno d’acciaio è tornato.