Sono passati oramai circa otto anni, da quando Bohemia Interactive, allora neonato team di sviluppo ceco, partorì Operation Flashpoint: Cold War Crisis, un fps (First person shooter) decisamente particolare per l’epoca. Il gioco, oltre che a catapultare il giocatore in un complesso contesto fantapolitico, vantava di un realismo mai visto prima in uno sparatutto, partendo dalle armi (tutte fedeli riproduzioni digitali di strumenti d’offesa realmente esistenti), per arrivare alla gestione delle ferite (che non perdonava neanche mezza distrazione…).
Si arrivava perfino alle meccaniche stesse di combattimento, che trascendevano notevolmente quelle degli altri shooter in commercio all’epoca, consentendo di dare ordini ai propri compagni, organizzare attacchi pianificati e utilizzare qualsiasi mezzo di trasporto presente sul terreno. In poco più di due anni di duro lavoro, una software house sconosciuta aveva inventato gli fps tattici.
Purtroppo, sono passati otto anni anche da quando non si vede più un gioco del genere che raggiunga le vette toccate da Bohemia Interactive nel lontano 2001, neppure con la loro penultima fatica, ArmA – Armed Assault.
Ed ora, ArmA II si propone di far tesoro degli errori commessi con il precedente capitolo della serie, cercando di ottenere una seconda volta il successo avuto con Cold War Crisis.
NON E’ UN PAESE PER VECCHI
L’intreccio narrato in ArmA II si rifà a tutti i cliché del genere fantapolitico, mettendo il giocatore nei panni di Cooper, soldato americano inviato assieme alla sua squadra (il Team Razor) in Chernarus, un immaginario stato europeo formatosi durante la disgregazione dell’Unione Sovietica. Lo scopo del gioco sarà quello di scovare ed annientare un vecchio e nostalgico gruppo di violenti separatisti filo-comunisti decisi a riportare in auge il socialismo nella conosciutissima nazione di Chernarus, e per farlo si potrà procedere come meglio si crede, muovendosi a piacimento attraverso il mondo di gioco (la cui estensione virtuale copre ben 225 chilometri quadri), e soprattutto scegliendo l’approccio che più si preferisce per completare un obiettivo: si può distruggere una base nemica usufruendo del supporto aereo, o ci si può infiltrare silenziosamente fino al bersaglio per distruggerlo con cariche esplosive, o più semplicemente mettere a ferro e fuoco tutto ciò che compare sullo schermo, seppur con la dovuta cautela.
Ma ciò che davvero lascia a bocca aperta, in ArmA II, sono le conseguenze delle proprie azioni: ognuno degli obiettivi completati durante il corso di una qualsiasi missione (specialmente quelli facoltativi), comporterà diversi vantaggi e svantaggi, incrementando (o riducendo) la reputazione di Cooper nei confronti di una o più delle cinque fazioni presenti all’interno della campagna di gioco. Questo influenzerà non solo la trama, ma anche lo svolgimento delle missioni stesse, che in determinati frangenti potrà essere facilitato o meno a seconda dei propri rapporti con i civili o le truppe locali, o ancora in base al riuscito o mancato completamento di alcuni incarichi secondari, che possono arrivare a compromettere o semplificare considerevolmente quelli principali.
Tali caratteristiche, dunque, oltre che ad aumentare lo spessore e il realismo dell’esperienza di gioco, rendono ArmA II un titolo ampiamente rigiocabile e longevo.
A tutto ciò si aggiunge una modalità di addestramento completa e, soprattutto, divertente: è colma di missioni, sfide e script che rivaleggiano con la qualità generale del gioco stesso, introducendo il giocatore a praticamente qualsiasi tipo di situazione tattico-militare presente nella campagna principale, sebbene siano presenti alcuni picchi di difficoltà che talvolta trasformano un semplice tutorial in un’esperienza lunga e frustrante.
Inoltre, esiste la possibilità di indossare i panni di un comandante a capo di diversi plotoni, permettendo al giocatore di inviare ordini, accumulare risorse economiche e rafforzare le truppe, proprio come in un comunissimo Rts: tuttavia, per quanto le opzioni tattiche presenti in tale modalità superino di gran lunga in profondità quelle di un comune strategico in tempo reale, la simulazione è ridotta a minimi termini, a causa di soluzioni di gioco non molto realistiche, come la possibilità di costruire interi campi base con tanto di hangar, armeria e quant’altro con un paio di click; ma comunque, si rivela un extra più che interessante e piacevole da giocare, permettendo di pianificare metro per metro le marce dei soldati, descrivendo tappe e azioni da compiere durante il cammino (come ad esempio “attaccare a vista alla tappa cinque”, “muoversi furtivamente” ecc…).
Ed oltre a tutto ciò, gli sviluppatori si sono divertiti ad inserire delle piccole ‘quest’ sbloccabili proseguendo nella campagna principale, nelle quali è possibile vivere la guerra dal punto di vista di altri abitanti di Chernarus, dai civili alle caprette: avete capito bene, esistono quest in cui si dovranno vestire i panni (o meglio, il pelo) dei piccoli animali che popolano la regione, cercando di sfuggire in tutti i modi alle insidie del conflitto bellico e dei perfidi bracconieri!
Se poi, non ci si dovesse essere ancora stancati di ArmA II dopo aver completato tutte le missioni extra, ci si può sempre lanciare nel multiplayer che riprende in modo piuttosto fedele le meccaniche del single player adattandole all’esperienza online.
NON E’ ORO TUTTO QUEL CHE LUCCICA
Descritto così, ArmA II potrebbe sembrare lo sparatutto tattico più longevo e completo mai creato, e sotto alcuni aspetti lo è. Ma purtroppo l’ultima fatica di Bohemia Interactive soffre di numerosi problemi che minano alla base l’esperienza offerta da tutte le modalità di cui sopra.
Sfortunatamente, infatti, la sensazione che si ha durante le prime partite è quella di star giocando più che ad un enorme beta, che non ad un prodotto finito. Il gioco è un piacere per gli occhi, ma scatta mostruosamente ed in modo ingiustificato, a patto di non possedere almeno una scheda di ultimissima generazione combinata con un buon Dual Core o Quad Core ed almeno 2 Gb di Ram; tra l’altro, paradossalmente, i fotogrammi al secondo calano in maniera allucinante quando si fruisce di un sistema Sli o Crossfire, precludendo di fatto ai sistemi più performanti di attivare filtri e derivati. A questo si aggiungono bug al limite della comicità, come npc inspiegabilmente acefali, sfarfallii generali delle texture e delle immagini in game, ed elementi del paesaggio che compaiono gradualmente solo quando Cooper è abbastanza vicino (ed in genere, troppo vicino): tutti piccoli problemi che, oltre a rovinare completamente il comparto estetico del titolo, contribuiscono notevolmente ad aumentare la difficoltà, già elevata di per sé, costringendo il giocatore a fare i conti con nemici talvolta parzialmente invisibili, magari accompagnati da disarmanti cali di frame-rate.
CONTRO TUTTI E NESSUNO
A dare il colpo di grazia ad ArmA II, infine, ci pensa l’IA, probabilmente l’aspetto meno curato di tutto il titolo. Normalmente, ci si aspetterebbe che in uno sparatutto tattico gli uomini eseguano gli ordini impartiti, ma evidentemente alla Bohemia Interactive la pensavano in modo totalmente diverso, dato che i compagni di squadra di Cooper fanno tutto fuorché seguire le istruzioni, presentando seri problemi di path-finding e di autoconservazione. Altre volte, invece, sviluppano improvvisamente una mira infallibile, abbattendo nemici a centinaia di metri di distanza con pochi colpi, per poi tornare a mancare bersagli distanti qualche passo. Per ovviare questa mancanza gli sviluppatori hanno reso i nemici ancora più stupidi (giusto per bilanciare gli scontri…), mettendo il Team Razor contro un intero esercito di sordomuti armati di tutto punto, totalmente impassibili dinnanzi pallottole che li sfiorano di qualche centimetro o del protagonista che apre il fuoco su di loro mentre sono di spalle.
Conclusioni
ArmA II segue le orme del suo predecessore, con sensibili miglioramenti alla simulazione, al comparto tecnico e alla qualità generale dell’arsenale, dei veicoli e degli ambienti esplorabili. E’ ricco di extra ed estremamente rigiocabile, grazie ad una gestione degli obiettivi dinamica e approfondita. Purtroppo tutti i numerosi (e annosi) problemi già presenti in ArmA – Armed Assault non sono stati minimamente risolti; anzi, per certi versi paiono essere addirittura peggiorati: l’intero gioco è infarcito di bug, e l’Ia lascia fortemente a desiderare, per non parlare dei requisiti hardware, eccessivamente elevati, se comparati alle prestazioni grafiche generali. E’ un vero peccato, perché a causa di qualche distrazione di troppo, il risultato raggiunto è solo discreto. Capolavoro mancato anche stavolta, per Bohemia Interactive…
Marco “Nerevar” Maresca