Ashley Mizuki Robins è una giovane sedicenne con il sogno di diventare musicista ed il desiderio di poter vivere una vita tranquilla e normale. Dopo 11 anni di separazione, ritrova il padre creduto morto e si impegna per riallacciare i rapporti.
Come se ciò non bastasse, alla tenera età di tre anni, vede la madre venir brutalmente assassinata. Durante il sonno, incubi confusi ed annebbiati dal tempo continuano a ricordarle il macabro avvenimento. Richard Robins, il padre di Ashley, e Sayoko Robins, l a bellissima madre, erano scienziati interessati ai misteri celati nella memoria umana; in passato erano riusciti a dar vita ad “Another” un dispositivo in grado di controllare e modificare i ricordi.
Dopo il ritrovamento di Richard, Ashley trascorre diverso tempo in sua compagnia fino a che il genitore, spinto dall’esigenza di lavorare come ricercatore, si allontana nuovamente dal nucleo famigliare e si immerge nei suoi studi. La giovane non ha modo di contattare il padre né di ricevere alcuna notizia. Un giorno giunge improvviso un invito di Richard: recarsi al lago della J.C. Valley per passare del tempo insieme al campeggio. Ed è così che inizia l’avventura di Ashley, tra lontani ricordi perduti ed il suo misterioso presente. Perchè il padre non si è fatto vivo fino ad ora? Perchè se ne è andato a vivere così lontano? Chi è l’assassino di Sayoko? Perchè mai il lago e le terre circostanti fanno riemergere i lontani ricordi in Ashley? Queste e molte altre domande cercano risposta nella nuova avventura di Cing.
Gameplay
“Another Code: R” è una classica avventura punta e clicca, che pone il giocatore nei panni della protagonista, alla ricerca del proprio passato e dei ricordi sulla madre. Seguito del pluri-acclamato “Another Code” per DS (uno dei primi titoli di casa Nintendo per la famosa console portatile), ne ricalca appieno la filosofia invitando il giocatore a dipanare la trama, affrontare numerosi enigmi e giungere alle scoperte sul passato della famiglia Robins che, tuttora, influisce il presente. “Another Code: R” si ispira completamente al suo predecessore, sia nei pregi che nei difetti, rivedendo il comparto grafico e ottimizzando lo schema di gioco per contemplare al meglio le funzionalità offerte dalla Wii e dai suoi controller. L’operazione di attenta analisi dell’inventario e degli oggetti circostanti rimane l’anima della serie e viene approfondita grazie all’uso del WiiMote. Lo spostamento nelle mappe segue vie predefinite e statiche, come rotaie di un treno, e viene richiesto esclusivamente di decidere verso quale direzione muoversi. Tra dialoghi, esplorazioni ed uso dell’inventario, si dipana l’intera vicenda, narrata quasi esclusivamente da una dose massiccia di dialoghi ed immagini statiche. Il WiiMote viene usato come un classico puntatore o come estensione virtuale di un braccio, al fine di mimare determinate operazioni come lo sbirciare attraverso una porta, l’aprire un gancio, l’accendere un barbecue, ecc. ecc.. Anche se riprodotti in modo grezzo ed imperfetto, questi movimenti riescono ad aiutare il giocatore ad immedesimarsi nella situazione. Gli enigmi presentati sono innumerevoli, vari, semplici ed intuitivi. Difficilmente si rimane bloccati da un grattacapo troppo complesso. Nell’equipaggiamento di Ashley, rimane immortale la presenza del DAS, uno strumento molto simile al Nintendo DSi donatole dal padre Richard; attraverso questo particolare console portatile, la giovane ha la possibilità di ricevere messaggi e scattare foto, eventualmente sovrapponendole tra loro, al fine di cercare nuovi interessanti indizi. Al DAS si affianca, dopo qualche ora di gioco, un nuovo dispositivo: il TAS. Strumento dalle curiose parvenze di un WiiMote, questo assume funzionalità molto interessanti tra cui la facoltà di aprire serrature magnetiche; tale operazione necessita di puntare un fascio di energia proveniente dal TAS verso la serratura e compiere determinati movimenti combinandoli alle pressione dei tasti disponibili per assecondare una sequenza mostrata a video.
La trama offerta dal titolo è il suo piatto forte, non tanto per i contenuti quanto per l’abilità con cui viene narrata e con cui gli indizi rivelati si legano lentamente tra loro formando un disegno sempre più complesso ed intricato. Semplici oggetti, situazioni o ricordi, spesso si rivelano la chiave di volta con cui poter interpretare l’evolversi degli eventi e riscoprire il passato ormai perduto di Sayoko e di Another. Purtroppo, come il primo titolo della serie, anche il secondo soffre di una grave pecca: la longevità. Data la semplicità degli enigmi e la durata della trama, vengono garantiti solamente 15 ore di divertimento. Decisamente troppo poche, seppur intense, per un titolo di questo genere.
Grafica e Sonoro
Il comparto grafico di “Another Code: R” può sembrare estremamente grezzo, frutto dell’insieme di elementi in vero 3d con immagini a due dimensioni: il tutto si fonde con un risultato stilisticamente gradevole, che non eccelle in alcun campo ma lascia farsi apprezzare e mostra uno stile unico, molto personale. Il titolo sembra essere un “Another Code” per una nuova piattaforma DS evoluta, piuttosto che per una console di nuova generazione.
Il design dei personaggi è azzeccato e le animazioni, seppur davvero poche, sono molto convincenti. Apprezzabili sono le espressioni facciali con cui i personaggi, duranti i dialoghi, interagiscono apparendo decisamente più vivi di quanto ci si possa attendere. Il comparto sonoro è ridotto all’osso, minimale in ogni sua forma ad esclusione delle gradevoli colonne sonore (anche se un po’ troppo anonime). Gli effetti speciali sono davvero pochi e spesso se ne percepisce l’assenza o la monotonia. Spesso, duranti i colpi di scena, il sonoro dimostra di non essere all’altezza e un’eventuale sorpresa ad impatto non riesce a cogliere appieno il giocatore, anche se visivamente ben riproposta.
Conclusioni
” Another Code: R ” non è un titolo semplice da vivere: chi ha amato il primo episodio della serie deve assolutamente acquistarlo, tutti gli altri devono rendersi conto di avere di fronte un’avventura che si delinea tra il presente e le memorie del passato. L’azione e l’adrenalina sono protagonisti del tutto assenti. Solo i misteri della famiglia Robins e della realtà che li circonda dipingono l’intera vicenda. Sebbene il titolo non brilli nell’estetica o negli schemi di gioco, questo ha il potere di affascinare il giocatore con una trama ricca e profonda. Purtroppo ” Another Code: R ” garantisce solo 15 ore di divertimento, ma il suo voto finale può considerarsi aumentato di mezzo punto se ci si ritiene fan della serie o del genere.
Riccardo “Rial” Re