I peccati di un Impero Solare

Lo spazio, nella sua immensità, è colmo di sorprese. A volte piacevoli e spettacolari, a volte sgradite e temibili.

E’ una delle navi esploratrici dei “Tec” a realizzare questa amara verità: non appena esce dal balzo iperspaziale, durante una missione di perlustrazione, i suoi sensori rivelano vita su di un pianeta creduto morto.

Per puro caso gli esploratori sono incappati negli “Advent”, creature inconsuete scacciate dal loro pianeta natio dagli stessi “Tec” e costrette ad un periglioso viaggio d’esilio nello spazio alla ricerca di una nuova casa. I figli delle generazioni sopravvissute all’allontanamento forzato, sono riusciti a ricostruire la loro civiltà, a recuperare la loro forza; ed ora sono pronti ad assaporare la vendetta da tanto agognata.

Una nuova sanguinosa guerra si infiamma tra le due vecchie nemiche; i “Tec”, ormai rammolliti dai tempi di pace e prosperità, subiscono la furia ancestrale degli “Advent” e tentano di proteggere i loro territori.

Ma entrambe le razze ignorano di esser osservate e studiate, in attesa di ricevere il fatidico colpo dai “Vasari”…

Gameplay

La trama di “Sins of a Solar Empire” forse non brilla per originalità, ma si rivela più che sufficiente per introdurre un’ambientazione spaziale di uno strategico in tempo reale (RTS ndr.).

Il progetto nasce nel 2005 per opera di sviluppatori indipendenti chiamati Ironclad, con lo scopo di sperimentare un nuovo approccio al genere. Dopo lunghi tentativi e peripezie, per riuscire a trovare un produttore disposto a scommettere sulle potenzialità dell’ambizioso prodotto, il titolo viene accolto sotto la custodia della Stardock Entertainment. L’idea su cui si fonda l’intera meccanica di gioco è unire tutti gli aspetti tipici degli strategici in tempo reale con alcune delle caratteristiche che hanno reso famosi gli strategici a turni del calibro di “Civilization”: tecnologie, territori da conquistare, macroeconomia e un sistema semplificato di diplomazia. La fusione di queste due generi rende “Sins of a Solar Empire” un RT4X, ossia un RTS con elementi 4X (termine con cui tipicamente si indicano gli strategici a turni). Accedendo al menù principale si ha modo di notare come non esista una campagna in singolo; al giocatore è data la scelta di iniziare una partita online o una partita contro il computer così come la decisione di quale delle tre razze impersonare: Advent, TEC o Asari (ciascuna con le proprie caratteristiche uniche).

L’ultimo passo, prima di entrare nel vivo del gioco, è decidere quale mappa sia più congeniale, eventualmente modificando i molti parametri configurabili proposti dal sistema. Dopo un breve caricamento avviene il primo impatto tra il giocatore e il cuore dell’impero spaziale a cui sta per dar vita.

La galassia viene suddivisa in sistemi solari composti, a loro volta da un numero indefinito di regioni; ciascuna regione può esser rappresentata dalla stella da cui trae il nome il sistema solare, da un pianeta, da una cintura di asteroidi, da un nebulosa o da un buco nero.

Ogni singola regione è descritta da un “pozzo gravitazione” (un’area circoscritta attrono ad un oggetto di massa considerevole in cui si è affetti dalla forza di gravità che genera), dall’eventuale nebulosa/pianeta, da singoli asteroidi fonte di alcuni tipi di materie prime e dalle “rotte” che la collegano alle differenti altre regioni circostanti.

Compito del giocatore è gestire le tre risorse principali: oro, ferro e cristalli; costruendo edifici, effettuando ricerche, sviluppando una flotta, intrecciando rapporti diplomatici e scatenando la propria macchina da guerra sui nemici giurati. Il tutto viene gestito su due possibili binari ben distinti: lo sviluppo civile o lo sviluppo militare.

All’iterno del pozzo gravitazionale è possibile costruire le differenti strutture necessarie allo sviluppo della regione ed avvengono tutti i combattimenti del caso; inoltre, per riuscire, con una nave, ad abbandonare la regione ed effettuare il balzo nell’iperspazio bisogna dapprima allontanarsi sufficientemente dall’effetto gravitazionale.

Mentre minerali e cristalli possono esser liberamente acquisiti costruendo piattaforme minerarie su asteroidi in orbita attorno a pianeti, l’oro si ricava delle tasse delle popolazioni controllate.

I pianeti si limitano a poche statistiche: la quantità di persone che li abitano; la qualità delle strutture planetarie che determineranno se il flusso delle tasse sia in perdita o meno; la potenza delle strutture difensive che, se ridotte a zero, determinano la perdita del pianeta; ed infine la fedeltà al proprio regno.

In effetti, ciascun pianeta ha un tasso di fedeltà nei confronti del proprio regno: maggiore è la distanza dalla capitale, minore è la fedeltà degli abitanti.

Ciò da vita alla possibilità di assimilare regioni avversarie non solo con la forza ma anche con l’imposizione della propria “cultura”; i mezzi con cui è possibile espandere la propria influenza si riducono alla presenza di navi speciali nell’area o all’utilizzo di particolari strutture orbitali che si occupano di gestire opportunamente i media e i segnali di informazione.

Tutte le costruzioni si suddividono in due categorie: le costruzioni logistiche e le costruzioni militari. Ogni pianeta ha, a sua disposizione, un numero massimo di slot per ciascuna delle categorie degli edifici; superati questi limiti si è costretti ad espandersi su nuovi pianeti per poter dar vita a nuove strutture.

La ricerca è una delle caratteristiche più importanti del gioco e si suddivide in due grandi rami: quello civile e quello bellico; ovviamente, per poter sbloccare le opzioni più interessanti (nonchè più avanzate), è necessario costruire i laboratori adatti attorno ai pianeti, utilizzando gli slot necessari. Tale sistema obbliga ad espandersi se si desidera proseguire l’evoluzione tecnologica del proprio impero. La scelta della razza con cui affrontare i pericoli dell’universo modifica i modi e i tempi con cui il giocatore evolve all’interno di questo semplice meccanica di gioco.

Gli “Advent” sono una specie psionica incentrata sulla condivisione e sull’utilizzo di abilità che influenzano un gruppo di unità; i “Vasari” sono esseri xenomorphi, dal vago aspetto insettoide, molto simili a cavallette dal troppo ingegno; le loro abilità tendono ad esse aggressive e a consumare gli avversari per ottenere dei benefici. Infine i “Tec”, che ricoprono il ruolo degli umani, si dimostrano estremamente versatili nelle abilità e con una propsensione innata a tutto ciò che concerne il commercio.

La flotta è composta da tre categorie di navi: le fregate, gli incrociatori e le navi madre. Col proseguire della partita è possibile sbloccare navi delle singole categorie ciascuna con i propri pregi e difetti. Mentre gli incrociatori si rivelano delle fregate potenziate, le navi madri ricoprono un ruolo molto singolare. Oltre ad esser discretamente potenti, posseggono abilità uniche e possono guadagnare esperienza migliorando, col tempo, le proprie caratteristiche.

Costruire una ingente flotta è l’unica vera risposta offensiva o difensiva che Sins of a Solar Empire mette a disposizione del giocatore e, col crescere del numero delle unità, aumentano i costi di sostentamento.

L’intera economia richiede esclusivamente una macro-gestione del regno, evitando incombenze inutili tipiche degli strategici in tempo reale: ad esempio il posizionamento di una piattaforma mineraria o la necessità di dirigere un “collettore” dalle zone di estrazione fino alla propria base principale.

L’interfaccia grafica si dimostra estremamente immediata ed intuitiva inoltre, grazie all’ “Albero dell’Impero”, è possibile gestire l’intero regno galattico con un numero estremamente ridotto di “click” senza doversi spostare dalla regione su cui si è focalizzata l’attenzione.

La Diplomazia ricopre un ruolo importante ma è estremamente semplificata: è possibile firmare alcuni trattati così come richiedere quantità di materie prime; talvolta gli avversari digitali possono assegnare una missione con scadenza per migliorare i rapporti con il videogiocatore umano.

Menzione d’onore va data ai raid dei pirati: ogni venti minuti circa i pirati spaziali decidono di depredare uno dei regni galattici della mappa; ogni giocatore quindi può assegnare una determinata taglia sulle teste dei propri avversari. Lo sventurato ad avere la taglia più grande deve fare i conti con i raid dei pirati fino allo scadere dei prossimi minuti. Tutto ciò genera una serie di nuove tattiche, militari ed economiche, per cercare di mettere indirettamente i bastoni tra le ruote agli avversari. Come nota particolare si ricorda che chiunque può raccogliere le taglie assegnate ai singoli imperi: è sufficiente distruggere strutture o navi del regno corrispondente.

Grafica e Sonoro

Tecnicamente parlando “Sins of a Solar Empire” è ineccepibile ed è in grado di offrire l’esperienza videoludica anche a macchine datate.

Texture, modelli ed effetti speciali sono gratificanti anche se non superbi. Lodevole è il livello di zoom offerto: è possibile visualizzare qualunque nave in primo piano così come, in pochi istanti, allontanarsi ottenendo un quadro generale dell’intera galassia. In pochi secondi è quindi possibile balzare da una regione ad un altra seguendo con precisione ogni evento. Ovviamente, per ovviare al carico sul computer, ad un certo livello di zoom i modelli tredimensionali vengono sostituite da icone dalla dimensione ridotta ma pur sempre chiare.

La colonna sonora si rivela molto cinematografica e mai invadente, accompagnando gli sviluppi del gioco ed incalzando duranto i combattimenti tra navi.

Concludendo…

“Sins of a Solar Empire” è una perla che non può mancare nelle collezioni di ogni amante del genere.
Non è esente dai difetti: la mancanza della campagna single player si fa sentire e l’impossibilità di dar vita a regioni che non necessitino la presenza massiccia di una flotta per difendersi limita le diverse strategie possibili.
Tuttavia entrambe le mancanze svaniscono di fronte ad una meccanica di gioco in grado di catturare la totale attenzione del giocatore ed assorbirlo per ore ed ore, così come l’ormai prossima mini-espansione ( “Sins of a Solar Empire: Entrenchment” ) che darà maggiore importanza ai sistemi difensivi e permetterà di fortificare le singole regioni con Basi Spazili, mine vaganti, e così via.
Molto interessante è la possibilità di scaricare un editor di mappe e poter dar libero sfogo al proprio ingegno, al fine di creare un universo il più congeniale possibile.
“Sins of a Solar Empire” unisce l’epicità dei combattimenti all’imediatezza dell’interfaccia e dell’azione in tempo reale, in una miscela avvincente ad un prezzo imbattibile.
Assolutamente consigliato.

CI PIACE
  • Interfaccia superba
  • Una droga
  • Prezzo irrisorio
NON CI PIACE
  • Mancanza della campagna a giocatore singolo
  • Mancanza delle fortificazioni
Conclusioni

“Sins of a Solar Empire” unisce l’epicità dei combattimenti all’imediatezza dell’interfaccia e dell’azione in tempo reale, in una miscela avvincente ad un prezzo imbattibile.

8.5Cyberludus.com

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