Chi dice Portal dice dice torta e chi dice torta, ha un unico quesito ontologico-esistenziale: era una bugia? Tra il serio ed il faceto, il titolo di Valve da circa tre lustri ispira, grazie alla sua ironia e al suo acume ludico, decine e decine di giochi differenti incentrati sulla “tortura” mentale derivante dalla risoluzione di puzzle ed enigmi fisici. Ed è proprio questo lo scopo di The Entropy Centre, titolo che ben sposa gli insegnamenti di Portal a tutto tondo, giocando con la fisica e, in modo particolare, con il concetto di spazio e, soprattutto, di tempo.
Il prodotto di Stubby Games e Playstack, è uscito i primi di Novembre su Steam, producendo un discreto interesse tra gli appassionati del genere: ma varrà la pena avventurarsi nel suo universo? Scopriamolo assieme!
Tempus fugit
The Entropy Centre è un gioco d’azione con visuale in prima persona, pienamente incentrato sulla risoluzione di enigmi di natura fisica focalizzati principalmente sul concetto progressivo o regressivo di spazio e di tempo. In aggiunta, nel titolo saranno ivi presenti anche dei “timidi” frammenti tipici dei giochi di piattaforme, tra saltelli vari e segmenti di gioco dedicati ad un movimento “chirurgico”. Nonostante sin dalle prime battute, i punti di contatto con il titolone Valve succitato siano piuttosto evidenti, The Entropy Centre non è unicamente un omaggio al cento per cento dedicato a Portal: a partire dalle premesse narrative, intriganti al punto giusto. Nel titolo impersoneremo, difatti, Aria, una donna che, d’improvviso, si risveglia in un enorme complesso spaziale, completamente priva di memoria. Muovendo i primi passi all’interno della gargantuesca struttura, la nostra eroina ben presto imbraccerà un fucile ultra-tecnologico, dai poteri “entropici” e governato da una intelligenza artificiale chiamata Astra (e che, è bene specificarlo, ricorderà Glados sin dai primissimi istanti). Ma, quasi immediatamente, Aria scoprirà lo scopo dell’esistenza del complesso spaziale, ovvero quello di riavvolgere il tempo nel caso in cui la terra fosse sull’orlo dell’apocalisse. Esattamente la situazione in cui essa versa nel gioco, con un’unica, piccola, insignificante particolarità: l’edificio spaziale in cui Aria si trova, al momento, pare non funzionare. Ed indovinate a chi toccherà rimettere le cose a posto prima che sia troppo tardi? A noi, naturalmente!
Nonostante il titolo sia infarcito di ironia, sublimata dalle frequenti ed irriverenti interazioni tra Aria ed Astra, sullo sfondo del titolo v’è però una apocalisse umana mossa da ragioni che, specialmente in questi ultimi mesi, sentiamo più vicine: dunque, The Entropy Centre diverte, fa ridere, ragionare e, con le dovute riserve, anche un po’ rifletter seriamente. Come anticipato, gli sviluppatori di The Entropy Centre hanno lavorato in modo più che egregio nell’incorniciare il titolo con una narrazione, seppur dal mordente “discontinuo”, lontana dalla classica “rarefazione” che contraddistingue i titoli del settore anche se, ovviamente, siamo distantissimi per elaborazione e lunghezza da storyline dense e atmosferiche che, naturalmente, solitamente non appartengono al settore specifico. Detto ciò, il gioco è interessante e la sua storia ci colpirà il giusto, lasciandoci anche un certo retrogusto amaro che, nel settore, è spesso una “mosca bianca”. Com’è giusto che accada, il titolo immediatamente ci introdurrà alle sue meccaniche di gioco, concettualmente semplici ma dall’applicazione concreta piuttosto cervellotica e complicata. Per gran parte della campagna, che durerà tra le 10 e le 15 ore in totale, ci ritroveremo ad attraversare l’enorme complesso spaziale, esplorandolo stanza per stanza. Ogni area del gioco sarà contraddistinta da uno specifico enigma fisico/ambientale che dovremo risolvere per poter proseguire innanzi. Se volessimo riassumere complessivamente il gameplay del titolo, potremmo affermare che The Entropy Centre è un po’ Portal (e l’avevate capito) ma anche un po’ Super Mario: nella maggioranza del tempo, utilizzeremo il nostro fido fucile hi-tech per “sbloccare” i vari step che ci condurranno (con fatica, data la progressiva difficoltà della sfida) sino ai titoli di coda del gioco.
Il tempo è galantuomo
La domanda, giustamente, sorge spontanea: quali sono gli enigmi “temporali” che il titolo ci riverserà contro? The Entropy Centre partirà, in prima battuta, molto lentamente, introducendo tutte le meccaniche di base, sia quelle relative alla “movimentazione” del tempo, sia a quelle di movimento. In generale, il nostro fido fucile ci concederà la capacità non solo di spostare oggetti nello spazio, ma anche di far evolvere e regredire il loro status attraverso il controllo dello scorrere del tempo. Un concetto “semplice” ma che gli sviluppatori hanno saputo orchestrare e diversificare con estrema “saggezza”: il titolo, infatti, sarà ricolmo di enigmi di vario tipo e che giocheranno (è il caso di dirlo!) con gli effetti perturbativi che la “trasformazione” di un oggetto ha in un contesto chiuso e ristretto. Com’è lecito attendersi, gli enigmi che affronteremo saranno via via più complicati e abbracceranno tutta una serie di classici del segmento ludico, tra interruttori da attivare, porte da aprire e piattaforme da superare a colpi di saltello. Ma il complessivo gameplay non sarà solo un “clonaggio” (originale, sia chiaro) di Portal: lungo il corso del gioco, affronteremo anche sezioni più movimentate e che ci vedranno affrontare ostacoli che dovremo superare utilizzando i nostri riflessi, sempre sfruttando meccanismi non troppo dissimili da quanto si potrebbe trovare in un classico titolo di piattaforme.
Dunque, un gameplay lento con tante “accelerate”, condite anche dal buon lavoro di fino compiuto dai developer per quanto concerne la caratterizzazione e l’interazione tra la nostra protagonista e l’IA Astra, che sarà a tutti gli effetti un “parente stretto” dell’intelligenza artificiale “padrona” di Portal, per toni e ironia. In generale, il gameplay del titolo è risultato, seppur non originalissimo in termini “artistici” e concettuali, divertente, appagante e complicato al punto giusto. Nonostante un giudizio grandemente positivo, The Entropy Centre non riesce a sfuggire alla classica ripetitività concettuale che attanaglia i giochi del settore, figlia dei “rigidi” meccanismi a cui deve, per sua natura obbedire: detto ciò, sebbene dopo un po’ i puzzle si somiglino un po’ tutti e i livelli non siano, in generale, particolarmente strutturati, gli sviluppatori sono stati sin troppo abili nel rimescolarli in un “ordine” differente, in modo da tenere alta la soglia d’attenzione e la voglia di superare la (ardua) sfida. Un rimescolamento anche ludico, grazie agli intermezzi più movimentati di cui sopra, che rendono il prodotto di Stubby Games e Playstack una buona e originale variante in un genere un po’ “statico”.
Gli ingranaggi dell’orologio
Considerata la natura indipendente del gioco, The Entropy Centre è un titolo piuttosto solido da un punto di vista tecnico: durante il nostro test, non sono emersi errori o incertezze computazionali tali da esser segnalate o che abbiano duramente impattato il fluire del gioco che, anche da un punto di vista più squisitamente legato alle performance, è scorso senza particolari singhiozzi. Il titolo, infatti, gira egregiamente anche su soluzioni hardware più vetuste e meno “reattive”, consentendo quindi a chiunque di potersi avventurare nello spazio e nel tempo.
Se tecnicamente non v’è nulla da eccepire, esteticamente il titolo zoppica un po’: gli ambienti di gioco, seppur egregi se paragonati ad un “immaginario” livello di cura da “indie”, saranno spesso tesi un po’ all’anonimato e caratterizzati da dettagli “copia/incolla” e abbastanza frequentemente anche dalla qualità non esattamente miracolosa. Una generale “piattezza” estetica che, a lungo andare, sarà probabilmente il “nemico numero uno” contro cui dovremo “lottare” mentre superemo le varie aree dell’enorme complesso spaziale. Un plauso totale, invece, per quanto concerne il comparto sonoro: oltre ad una colonna sonora sci-fi ben realizzata e piuttosto originale, caratterizzata da tracce elettroniche/ambient movimentate o più lente e riflessive. Anche il doppiaggio e la relativa performance recitativa vocale, sono di ottimo livello e, in generale, saranno entrambe uno dei “trascinatori non visti” dell’intera esperienza ludica.
Concludendo…
The Entropy Centre è un titolo interessante, sotto tutti i punti di vista: nonostante l’animo del gioco sia irrimediabilmente contaminato dal più volte citato capolavoro Portal, gli sviluppatori hanno saputo far compiere alla loro creatura i giusti passi in avanti per distinguerla dal titolo Valve. Un gameplay elaborato e complicato al punto giusto sorretto da una narrativa un po’ seria e un po’ scherzosa, sono ciò che rendono The Entropy Centre un titolo da avere per gli amanti del settore, nonostante in generale il prodotto di Stubby Games e Playstack non sia esente da qualche neo strutturale e concettuale.