Uno degli effetti principali e più importanti che Steam ha donato all’intera industria videoludica, è quello di offrire una vetrina senza paragoni a tutti, sia piccoli che grandi sviluppatori e produttori. Ciò, naturalmente, ha invogliato persino developer singoli a proporre la propria creazione al grande pubblico, in alcuni casi riuscendo persino nell’impresa di creare piccole, grandi perle. Tutto ciò, anche grazie all’idea dell’Accesso Anticipato, ovvero supportare uno sviluppatore acquistando un gioco ben lungi dall’essere completo: una formula solitamente prediletta dai developer ben lontani dai budget astronomici dei tripla A. Ma di tanto in tanto, opere indipendenti hanno il “coraggio” di uscire in versione 1.0, offrendo quindi un pacchetto ludico sulla carta completo: è questo il caso di Souldiers, titolo sviluppato da Retro Forge ed edito da Dear Villagers. Il gioco, uscito da poco più di dieci giorni sulla piattaforma, ha di già ottenuto l’interesse di una buona fetta di pubblico legata al variopinto mondo dei titoli a scorrimento. Riuscirà il gioco ad imporsi come un “faro” nel panorama videoludico? Scopriamolo assieme
La morte è solo un nuovo inizio
Souldiers è un gioco d’azione a scorrimento orizzontale, contaminato da vividi elementi classici dei titoli di ruolo. Oltre a ciò, nel gioco faremo i conti con una corposa componente roguelike che orienterà il giocatore verso un approccio più tattico e meno “furente” ai combattimenti. Com’è lecito attendersi, in Souldiers seguiremo le gesta di un innominato eroe dopo che egli è… passato a miglior vita. Ma la morte, in Souldiers, è solo un nuovo inizio: improvvisamente, dopo il clamore di una battaglia dai risvolti oscuri, ci ritroveremo catapultati in una landa magica e pericolosa, Terragaya, accompagnati dai nostri fidi compagni d’arme ma circondati da bestie d’ogni tipo, in grado di annientarci in pochi istanti. Come da tradizione del settore, la narrativa sarà presente anche se si dipanerà in modo rarefatto e sostanzialmente sorvolabile, poggiandosi su eventi tutto sommato prevedibili e piuttosto semplici. Le premesse narrative del gioco, nonostante ciò abbastanza originali e in grado di dare un inaspettato “là”, ci trascineranno, non appena avviato il gioco, alla prima importante scelta che il titolo ci porrà innanzi: quella della classe.
In Souldiers vi saranno tre distinte classi, ognuna con le sue specifiche peculiarità e con un gameplay, sulla carta, diverso: avremo lo scout, nerboruto guerriero dall’approccio in mischia, un arciere e un mago, in grado di sparare incantesimi di vario tipo. Una scelta ottima per variegare l’approccio al titolo, anche perché ognuna delle classi avrà dei valori di riferimento, in modo particolare vita, stamina e mana totalmente differenti: in generale, seppur esteticamente diverse, le classi soffrono al momento un bilanciamento non perfetto, in modo particolare relativo al raggio d’azione dei personaggi a distanza il quale sarà solo parzialmente più ampio rispetto al canonico guerriero armato di spada e scudo, rendendoli nei fatti “poco più che da mischia”.
Un mondo da scoprire
Scelta le classe e addentratici nel gioco, Souldiers si rivelerà in tutto il suo splendore 2D: l’estetica confezionata da Retro Forge è di sicuro impatto, nostalgica e moderna allo stesso tempo. È impossibile non notare lo splendido lavoro profuso dagli sviluppatori nel caratterizzare i diversi ambienti, da oscuri a “caldi” cromaticamente allo stesso tempo, oltre che i vari modelli dei nemici, tutti tendenzialmente ben elaborati e piuttosto originali. Ma naturalmente non si vive di sola estetica: il loop ludico del titolo, in sostanza, ci vedrà saltellare allegramente di piattaforma in piattaforma, attraversando livelli bidimensionali piuttosto intricati e labirintici costellati di enigmi ambientali d’ogni sorta. Nel mentre, non solo saremo impegnati a schivare i “velenosi” attacchi dei nostri nemici ma, al contempo, ci ritroveremo nostro malgrado a dover svelare un “mistero misterioso” che avvolge il fatato mondo di gioco, fatto di anime perdute e valchirie pseudo-angeliche.
In generale, Souldiers si rivelerà esser un titolo dall’ardua sfida ma non particolarmente “cattivo”: ogni stage ludico sarà colmo di checkpoint e punti di salvataggio che, contemporaneamente, avranno anche il salvifico ruolo di punti di teletrasporto. Ci sarà parecchio backtracking da digerire, spesso anche totalmente casuale e senza indizi prominenti, un po’ come funzionava coi titoli di settore old-school, anche perché i livelli saranno vasti e ricolmi di aree segrete da scoprire. Così come per gli enigmi da risolvere: alcuni, saranno completabili “localmente” e senza grandi traversate, altri invece richiederanno un certosino lavoro da segugio. Lavoro che, in un certo qual modo, si traslerà allo stesso modo per quanto concerne le missioni, primarie e secondarie, che dovremo portare a termine: spesso, l’obiettivo risulterà ben nascosto e consterà parecchia fatica (e fortuna, in alcuni casi) riuscire a completarlo.
Frecce, spade e… ampolle infiammabili
Ovviamente, come anticipato, Souldiers avrà una forte componente ruolistica: il nostro personaggio, in primis, accumulerà oro, utile per acquistare vari oggetti dai “venditori automatici” sparsi per i livelli, ed esperienza, utile per salire di livello e potenziare le proprie caratteristiche passive. In aggiunta, il nostro eroe senza volto potrà contare su di un cospicuo arsenale da utilizzare. Al di là dell’arma standard, predefinita dalla scelta della classe e che conterà su di un pattern offensivo composto da due attacchi ordinari, il nostro “silente” eroe potrà fare affidamento su vari oggettucoli da lancio dai mille utilizzi, come bombe e ampolle incendiarie, oltre che equipaggiamento standard come amuleti, pozioni ecc. In aggiunta, nel corso del gioco verremo in possesso di potenti artefatti in grado di donare specifici poteri al nostro eroe, come ad esempio intingere i nostri attacchi del potere del fuoco. Ovviamente, come ogni ruolistico che si rispetti, ogni classe avrà accesso ad un albero delle abilità specifico e sufficientemente vasto, dove potremo spendere i punti guadagnati ad ogni level up in skill dal potere distruttivo via via più ampio. Poteri che ci saranno molto utili visto che i combattimenti saranno tutti tendenzialmente ardui (anche in base alla difficoltà di gioco prescelta), con un climax che si raggiungerà ovviamente con boss e mini-boss sparsi per la mappa: gli scontri con questi ultimi saranno sempre impegnativi e necessiteranno l’appronto di strategie specifiche e di un controllo del personaggio certosino, in modo particolare del salto e della schivata. Morire in Souldiers, significherà perder tutto ciò che si è guadagnato dall’ultimo checkpoint, sia oggetti che esperienza, senza possibilità di “recupero” in stile Dark Souls. Una scelta “dura” e che potrebbe frustrare alcuni giocatori, visto e considerato anche il piazzamento non proprio ortodosso di alcuni checkpoint prima di punti “ostici” (che, ad esempio, ci costringeranno a rivedere la stessa scena d’intermezzo per diverse di volte). Il livello di difficoltà generale del titolo sarà ulteriormente acuito anche da alcune imprecisioni computazionali: ad esempio, capiterà spesso di assistere a nemici in grado di “bucare” piattaforme con attacchi e distanza e colpirci nonostante si sia al “riparo”, oppure ad avversari in grado di scatenare la loro ira funesta e colpirci nel mentre ancora non presenti a schermo. Un altro fattore da tenere in considerazione, vista la sua onnipresenza, sarà la non sempre perfetta “appigliabilità” di alcune piattaforme: è capitato più volte, ad esempio, di dover ripetere un’ostica sezione platform perché una particolare corda risultava “trasparente”, con il personaggi incapace di appendersi. Ultimo ma non tale per “nobiltà”, il comparto tecnico: in generale, nonostante una certa carenza di opzioni tecniche modificabili, Souldiers offrirà performance di altissimo livello anche su macchine non particolarmente potenti. Durante il nostro test, non siamo incappati in errori tali da esser degni di menzione, con la prova che è sostanzialmente scorsa in maniera più che fluida. Un plauso, infine, al comparto sonoro: originale, curato e che passerà da temi più spensierati a musiche orchestrali oscure o trascinanti nel caso delle bosse battle.
Concludendo…
Al netto di alcuni limiti e necessari bilanciamenti strutturali, Souldiers è un ottimo gioco d’azione in due dimensioni che offrirà una buona longevità, anche grazie alle tre classi differenti e ai vasti livelli esplorabili, generale ed una sfida ardua ma non eccessiva. Per chi cercasse una “rivoluzione” del genere, essa non vi sarà nel titolo qui esaminato: ciò che resta, però, è un’esperienza ludica solida e divertente, dall’estetica pregevole e piuttosto ispirata. In generale, a meno di un terzo del costo di un canonico tripla A, Souldiers è un acquisto sicuro e un valido, ipotetico, componente della nostra collezione: consigliato senza distinzioni di sorta!