Green Hell, da poco disponibile su Steam, è un nuovo videogame proposto con formula Early Access che promette di fornire un’esperienza realistica sulla sopravvivenza in una foresta amazzonica. Va così ad aggiungersi alla pletora di giochi che appartengono alla categoria “Survival” con visuale in prima persona – la domanda sorge spontanea: saprà fornire qualcosa in più rispetto alla miriade di cloni già presenti? Seguono le nostre prime impressioni.
Inferno Verde
Green Hell offre fondamentalmente tre modalità di gioco: Story, Survival e Challenge. Al momento, nella prima modalità viene offerto un semplice assaggio di circa 30 minuti di gioco che fungono anche da tutorial. Scopriamo così gli antefatti: il protagonista della vicenda ha pubblicato un libro al riguardo di un’antica e perduta tribù di indigeni denominati Yabahuaca. La pubblicazione del manoscritto ha però causato problemi con questo popolo per via di improvvisate interazioni tra gli stessi ed agenzie governative che ne hanno compromesso i rapporti ed impedito ulteriori studi.
Così lui e la sua compagna, un’esperta interprete, hanno deciso di svolgere un viaggio in Amazzonia con lo scopo di ricucire il contatto con questa comunità primitiva. E qui il gioco ha inizio. Arrivati insieme, dopo un paio di giorni la ragazza si separa dal suo amato per intraprendere questo primo contatto da sola, nel modo meno invasivo possibile e con un walkie-talkie come unico contatto con la civiltà moderna. Nei giorni seguenti il tutorial guiderà alla costruzione del primo fuoco, sull’utilizzo dello smartwatch multifunzione, e di tanto in tanto si viene contattati via radio venendo a conoscenza dei progressi svolti con gli Yabahuaca. Durante il tutorial è possibile anche interagire nei dialoghi selezionando le battute di risposta – una particolarità apprezzabile che aggiunge profondità al gameplay. Il tempo passa e dopo circa 32 giorni però qualcosa va storto – la ragazza chiama disperatamente il suo amato chiedendo aiuto, ma non fa in tempo a fornire altre informazioni. Poi il silenzio.
La modalità storia purtroppo si interrompe bruscamente qui – un vero peccato perché dobbiamo dire che si tratta di una premessa decisamente migliore del solito disastro aereo (che generalmente è quella di tutti i giochi di questo tipo).
Come anticipato prima le altre 2 modalità invece sono la Survival, vero e proprio cuore di Green Hell, e la Challenge, che fornisce alcune sfide a tempo (costruisci in 3 giorni un fuoco, oppure una zattera, etc.).
Dato che la storia è praticamente assente e le Challenge rappresentano semplicemente un contorno, al momento l’unico vero spunto per l’acquisto di questo gioco è la modalità Survival.
Dal titolo si evince che agli occhi degli sviluppatori polacchi la permanenza in una foresta amazzonica non sarà un’esperienza piacevole. Dopo pochi minuti ci si rende conto che tutto sa un po’ di già visto – Green Hell deve molto a The Forest, sia nell’impostazione generale che nell’interfaccia di gioco.
Si tagliano arbusti con gli attrezzi a disposizione (coltelli di pietra, machete, etc.), mentre la costruzione di oggetti viene fatta proiettando i diagrammi tridimensionali dal breviario delle ricette nel mondo reale. Una volta piazzati appariranno come dei progetti virtuali semitrasparenti, e sarà sufficiente portarvi gli elementi necessari per completarne la costruzione (bastoni, tronchi, rocce, etc.). Per costruire invece oggetti più piccoli – come attrezzi ed utensili – occorre aprire l’inventario e posizionare gli ingredienti su un tappetino – appena questi saranno sufficienti sarà possibile cliccare sull’icona corrispondente per terminare la creazione dell’oggetto desiderato.
Per chi già avesse avuto modo di mettere le mani su titoli come The Forest, si ritroverà immediatamente a proprio agio con con le meccaniche proposte da Green Hell, forse fin troppo. Se una formula funziona bene però, perché cambiarla? I nostri amici polacchi devono aver fatto questa valutazione quando hanno concepito la loro creatura, ed hanno riutilizzato quindi molte idee dello studio canadese aggiungendo però alcuni elementi di novità. La più grande innovazione è rappresentata da un complesso meccanismo di salute del protagonista che prevede la possibilità di ferirsi, ammalarsi ed impazzire. Per chi lo ricorda, questo aspetto del titolo in esame si avvicina molto al vetusto Robinson’s Requiem (capostipite dei survival, dove era addirittura possibile amputarsi gli arti per sopravvivere!).
Durante l’avventura il nostro eroe potrà quindi subire un cospicuo numero di lesioni e stati di salute differenti e, dato che non è (ancora) possibile trasmettere il dolore virtuale nel mondo reale, sarà anche necessario di tanto in tanto ispezionare visivamente il nostro corpo. Ad uno ad uno si potranno protendere e ruotare i singoli arti per cercare tracce di abrasioni, tagli, parassiti o quant’altro. Allo stesso modo sarà possibile applicare una cura apposita, che di solito prevede la creazione di adeguati bendaggi od infusi, utilizzando la flora a disposizione.
La gestione della fame è più complessa rispetto ad altri titoli dato che troviamo anche i singoli livelli di carboidrati, proteine e grassi, il che obbliga il giocatore a valutare oculatamente cosa ingurgitare per abbassarla. La salute mentale, infine, è una componente altrettanto rilevante e viene influenzata da numerosi fattori ed avvenimenti. Facendola scendere troppo (cosa peraltro molto semplice al momento) si inizieranno ad udire sinistre voci anche contestualizzate con gli avvenimenti di gioco, fino alla pazzia che causa l’immancabile Game Over.
Comparto Tecnico
Green Hell è stato sviluppato con Unity. Tecnicamente si colloca un gradino sopra alla concorrenza, offrendo una grafica in gran parte degna di titoli tripla A, anche se alcune animazioni della fauna locale lasciano un po’ a desiderare.
In generale risulta davvero completo e ripulito, senza le sbavature che ci si aspetta da un titolo Early Access. Volendo trovare un difetto c’è ancora qualche incertezza nelle interazioni con gli oggetti, a volte erratiche ed imprecise, ma non sono così gravi da precludere il divertimento.
Il comparto audio include una serie di effetti sonori generalmente di livello discreto, mentre la colonna sonora si limita ad un buon pezzo udibile solo nel menu iniziale e poco altro. I dialoghi, esigui dato che la storia è appena abbozzata ed esclusivamente in inglese, sono di buon livello.
Conclusioni
Green Hell è un titolo enigmatico. Nonostante voglia offrire un’esperienza di sopravvivenza più completa rispetto alla concorrenza introducendo numerosi elementi di salute aggiuntivi, questo ingrediente non è purtroppo sufficiente da solo per permettergli di ergersi oltre la coltre della modestia. La modalità storia, che purtroppo è dolorosamente incompleta, potrebbe fornire questo spunto in un prossimo futuro.
Inoltre dobbiamo rilevare che al momento sopravvivere è estremamente difficile. Anche impostando la difficoltà su Easy il nostro personaggio inizierà a soffrire di inedia dopo pochi minuti, richiedendo costantemente l’ingestione di cibi e bevande, mentre la salute mentale scende ad ogni singola insensatezza che accade al nostro beniamino.
In definitiva fino al completamente della storia ci sentiamo di consigliare questo titolo esclusivamente ai veri amanti dei survival più duri che hanno già completato The Forest. Quest’ultimo, essendo stato collaudato per anni, offre oggi un’esperienza più appagante che include anche il multiplayer, altra grande assenza del titolo polacco.