Se nel panorama dei titoli mainstream il genere più abusato risulta essere quello degli sparatutto, nel mercato degli indie la stragrande maggioranza dei titoli ruotano attorno al genere platform e alle sue innumerevoli derivazioni più impensabili. Più semplici da realizzare rispetto ad altre tipologie di videogame, questa massa abnorme di titoli ha, però, numerosi alti e bassi qualitativi, essendo popolata sia da immensi capolavori che da immonde schifezze: nel mezzo di questo tonnara, una pletora di titoli validi, mediocri o insufficienti che non avranno mai l’attenzione che meritano, nella buona o nella cattiva sorte.
Teslagrad, sviluppato da Rain Games, prova ad emergere da questa massa indefinita proponendo alcune meccaniche da Metroidvania puro, unite ad alcune trovate che lo elevano, a buon ragione, dall’anonimato.
Sperduti in un castello magnetico
Della trama non diremo molto, anche perché poco e nulla c’è da dire: nella fantascientifica cittadina di Teslagrad vestiremo i panni di un giovane orfano costretto alla fuga – non si sa per quale motivo -, inseguito da una polizia poco incline alla lettura dei diritti o alle costatazioni amichevoli. In questa città tetra e in cui la popolazione vive al giogo di un regime ferreo ed austero, troveremo rifugio in un castello abbandonato da cui inizierà la nostra avventura.
Una trama abbastanza scarna che lascia molto spazio alla libera interpretazione, vista la totale assenza di linee di dialogo durante tutto il corso dell’avventura, poiché il focus degli sviluppatori si è concentrato unicamente sulla sostanza, sul gameplay, eretto sulla base di innumerevoli enigmi ambientali da dover risolvere. Il gioco è costituito da una serie di giganteschi macro-livelli da affrontare uno dopo l’altro dai qualiuscire non sarà affatto facile. Enigmi complicati da capire e risolvere ci sbarreranno di continuo la strada, inframezzati giusto da qualche potente boss da battere, sempre ovviamente usando il cervello.
Ciò che rende Teslagrad così particolare è il peculiare uso che viene fatto dei campi magnetici, vero e proprio filo conduttore (parlando di elettromagnetismo, calza a pennello! ndr) che lega assieme tutto il mondo di gioco, nonché gli enigmi proposti da risolvere sfruttando le basilari leggi della fisica.
Il concetto di base si fonda su due semplici elementi: due campi magnetici, uno rosso e uno blu, che si attraggono e si respingono seguendo le basilari regole di attrazione e repulsione; e un guanto magico con cui poter caricare, a nostro piacimento, alcuni oggetti dello scenario predisposti, per farli reagire con i campi magnetici nelle prossimità. Da questa semplice – ed apparentemente banale – struttura scaturiscono centinaia di diverse situazioni da risolvere sfruttando i pochissimi elementi a nostra disposizione. Ma non è tutto. Progredendo nel gioco, infatti, otterremo diversi oggetti magici dalle funzioni più diverse, come ad esempio un power-up che ci permetterà di compiere un breve scatto fulmineo e di attraversare piccoli ostacoli fisici, o anche un mantello utile per caricarsi di energia blu o rossa.
Questa formula, apparentemente perfetta e priva di errori, è purtroppo macchiata da alcune piccole sbavature: in primis è innegabile, per quanto gli sviluppatori abbiano cercato di mascherarlo e camuffarlo, che ci troviamo dinanzi ad un ennesimo platform/puzzle che poco e nulla aggiunge di nuovo al panorama videoludico e che solo raffinati estimatori del genere potranno veramente godersi senza troppe aspettative.
In secondo luogo, dobbiamo tristemente ammettere la presenza di piccole imperfezioni nel sistema di controllo, non impeccabile, e della curiosa intolleranza verso il pad, non riconosciuto in automatico e che ci ha costretto ad una preliminare mappatura. Roba da poco, in ogni caso.
Commento
Altro aspetto degno di encomio in Teslagrad è il suo bagaglio artistico: semplicemente incantevole il lavoro svolto dagli svilupatori, che hanno Unity per creare atmosfere tanto surreali quanto affascinanti. I toni cupi e le sale buie del castello rendono poca giustizia all’invece ottimo lavoro con le luci, particolarmente visibile in presenza dei campi magnetici.
La rovina in cui si trova il castello è perfettamente inserita nel contesto distopico che Teslagrad vuole raccontarci, con quel pesante tratto a matita, e in perenne movimento, che sembra tratto direttamente da un libro di fiabe per bambini. Non vogliamo aggiungere altro su Teslagrad: rischieremo di rovinarvi il piacere della scoperta di una piccola perla che merita tutta la vostra attenzione e nella quale i piccoli difetti presenti sono solo uno spiacevole inconveniente che non inficia sulla sostanza.
Il prezzo di 8.99€, nonostante sia in linea con molte produzioni indipendenti odierne, potrebbe mettere paura a qualcuno, ma fidatevi di noi quando vi diciamo che saranno soldi ottimamente investiti. Se poi proprio soffrite della sindrome del “braccino corto”, attendete i prossimi saldi e a quel punto non avrete più scuse per non acquistarlo.