Abbiamo riscoperto da poco tempo, avvicinandoci a Wii Party U, che è difficile far funzionare una festa se si è in piena solitudine… Per quanto possano essere buoni gli ingredienti, la qualità migliore la offre sempre un gruppo di amici, meglio se ben nutrito e pronto a fare cose inimmaginabili per portarsi a casa il punteggio più alto! Questa è stata, nella storia videoludica, il fondamento sul quale ha poggiato ogni singolo episodio di Mario Party, fin dai suoi esordi su Nintendo 64, console sulla quale sono apparsi addirittura episodi capaci di intrattenere, grazie ad alcune trovate geniali, anche il giocatore solitario pur raggiungendo comunque il massimo risultato in compagnia: è una serie che nasce con questo scopo ed è, quindi, necessario tenerne conto per giudicarla. In questo senso, Mario Party Island Tour è strano. E’ strano perchè mostra al pubblico un’identità poliedrica, per un titolo di questo genere, un’identità forse lontana dalla console sulla quale si è ritrovato a vivere. Ma di cosa si tratta, precisamente?
Un’isola intera solo per fare festa!
Di nuovo, Mario e i suoi amici si ritrovano insieme per fare festa… Questa volta, il palco si chiama Isola Party, un luogo pieno di divertimenti al quale tutti sono invitati! Beh, in realtà tutti tranne uno… Bowser… E lui non se ne vuol stare di certo fermo a guardare mentre tutti si divertono! Una volta raggiunta l’isola, Bowser ha piazzato una torre costruita a sua immagine e somiglianza, dalla quale è pronto a scagliare delle bolle maledette per sostituire tutti i premi che i concorrenti del party possono vincere sulla loro bella isoletta… Sta a Mario, Luigi ed altri 8 abitanti del Regno dei Funghi, fermare Bowser e scalare la torre per impedirgli di mettere in atto il suo piano di… noia!
La varietà che va oltre i tabelloni
Volendo essere onesti, il paragrafo precedente non raccontava la ‘trama’ di questo episodio quanto piuttosto quella dell’unica modalità con un minimo di narrazione alle spalle: la Torre Bowser. Partiamo da questa, allora, in quanto si tratta dell’unica modalità alla quale può prendere parte un solo giocatore: una scelta studiata per chi ama sfidare gli avversari meccanici scalando, piano per piano, una torre gremita di cloni malvagi, minigiochi e divertenti sfide contro bizzarri boss, ognuna studiata in modo diverso e tutte piuttosto accattivanti. La Torre Bowser, sfortunatamente, resta comunque uno dei punti più deboli di tutto l’insieme: non tanto per il clima di solitudine (con la sua conseguente noia sul lungo andare) quanto per la sua difficoltà bassa e non modificabile… L’unico modo per ottenere una sfida più interessante consiste in una punizione casuale da parte di Bowser, punizione che potrebbe addirittura non realizzarsi nel caso Bowser la trovi troppo crudele! E’ un cattivone con un grande cuore, dopo tutto… perfino la cattiveria, a volte, è troppa anche per lui! Arrivare fino in cima è un processo fin troppo lungo e le scalate seguenti restano tutte fin troppo simili… Meglio concentrarsi su altri lidi e guardare alla base del gioco assieme: i tabelloni! Mario Party Island Tour offre un totale di sette tabelloni, ognuno con i suoi criteri e le sue regole: essi traggono ispirazione da avventure passate del nostro idraulico e della sua compaggine nel Regno dei Funghi e in molti altri mondi, dai quali estrapolano ambientazioni, colori e ottime colonne sonore. Ogni tabellone, con l’esclusione di un solo elemento, può essere giocato da soli o con un totale massimo di quattro giocatori, controllati da amici o dalla CPU; quest’ultima, dal canto suo, può essere impostata a cinque diversi livelli di difficoltà, i quali si applicano all’intelligenza degli avversari durante i minigiochi o nello sfruttamento degli oggetti sulla via verso la vittoria. Ogni tabellone ha un diverso obiettivo e bilanciamenti di bravura e fortuna completamente differenti (per quanto i tiri di dado restino, come in ogni gioco da tavolo, sempre parecchio rilevanti): non è più solo il tempo delle monete e delle stelle, ormai assenti, quanto piuttosto dei dadi speciali, delle caselle attivabili, dei tiri mancini e, in alcuni casi, della lentezza meditata e voluta! I minigiochi, circa 70, non si susseguono sempre con un ritmo preciso, come capitava nei primissimi episodi della serie: può darsi che si attivino solo con le caselle speciali o che facciano la loro comparsa solo ogni tot di turni, a seconda dell’occasione; la varietà in essi proposta non è legata solo alla struttura stessa del gioco ma anche allo sfruttamento delle potenzialità del 3DS, con l’uso di microfono e di giroscopio (non sempre precisissimi ma, a tratti, davvero geniali) e perfino delle carte RA: davvero, pensiamoci, probabilmente è uno dei primi giochi, se non il primo, che sfrutta le carte incluse nella console… Ad anni dal suo arrivo sul mercato! Una volta completati i tabelloni si ottengono dei punti MP da spendere per ottenere le tanto agognate bolle: non si tratta altro che di un nome particolare per mascherare una modalità sound test vecchio stile, collezione-vezzo piacevole e graditissima. I colorati percorsi, ovviamente, non sono l’unico daffare per i nostri amici festaioli: i minigiochi possono essere giocati singolarmente, dieci alla volta in sfide a tempo e insieme ad altri giocatori per vedere chi, per primo, riesce a raggiungere il cielo con la propria mongolfiera. Parecchio nascosti, come se fossero contenuti extra, sono alcuni intrattenimenti che nulla hanno a che vedere con un normale Mario Party: un gioioso clone di Tetris (più vicino a Panic Bomber per Neo-Geo e Virtual Boy, per chi lo conosce), un gioco di rotazioni e incastri e un simil-Hexic sono pronti per sorprendere chi non si aspettava minimamente qualcosa di davvero arcade all’interno di una compilation festosa come questa!
Tutti insieme appassionatamente!
Ma a Mario Party non si può giocare da soli tutta la vita. A un certo punto, tre amici devono farsi vivi per forza, ed è in quel momento che la vera festa ha inizio… E non servono nemmeno quattro isole per giocare insieme! Esatto, per giocare fino a quattro giocatori sull’Isola Party è sufficiente che uno solo abbia la copia del gioco mentre per tutti gli altri sarà sufficiente attivare la modalità Donwload del proprio Nintendo 3DS: non si tratta nemmeno di una esperienza limitata quanto piuttosto del prodotto completo, pienamente usufruibile da quattro giocatori in contemporanea attraverso i propri 3DS e una singola copia del gioco. Non ci sono tracce di gioco online e forse per un bene, visti i tempi di attesa che una simile modalità avrebbe sicuramente comportato: tutto si incentra su quello su cui dovrebbe concentrarsi ogni Party game… Si recuperano persone in carne ed ossa, si va e si delira. Chiaro e semplice, no? Semplice al punto che, guardando a tutto il contenuto di questa festa, si resta sempre dell’idea che simili esperienze non possano essere vissute da sole: tirare i dadi da soli non è mai la stessa cosa! Il comparto tecnico, purtroppo, non è nulla di realmente brillante: sono i ‘soliti’ ottimi, brillantissimi colori che ‘ci si aspetta’, sistemati comunque a dovere tra una colonna sonora fischiettabile ma non memorabile e alcune riproposizioni di temi classici e moderni riarrangiate, va ammesso, con un certo cuore. Vista la console in costante movimento, la terza dimensione va tenuta quasi sempre spenta per cause di forza maggiore… Tutti aspetti abbastanza ragguardevoli, presentati in maniera forse poco originale e un po’ scialba.
Conclusione
Mario Party Island Tour è quanto ci si attende da un buon Mario Party: tanti minigiochi da vivere insieme agli amici, molto più noiosi se affrontati da soli ma con una buona dose di elementi vivaci e di fascino tale da rendere il tutto, comunque, sufficientemente interessante. Il difetto genetico dei Party Game, ovvero la necessaria presenza di persone fisiche per poterne estrapolare il massimo godimento, è comunque vivo e inevitabile, reso più pesante dal fatto che l’unico spunto nato per intrattenere il giocatore singolo, la Torre Bowser, è stato sviluppato in maniera pigra e generi un divertimento ripetitivo e sottotono ancora più della norma. Da qui l’identità poliedrica che perde vigore, risvegliata in parte dai giochi arcade e dallo sfruttamento interessante dell’hardware del 3DS, i quali rendono l’Isola Party meritevole di almeno una piccola visita: una via da percorrere in compagnia, stilo alla mano e con la bocca piena di risate e scherzose male parole!