Habemus Papam! Conclave esaurito, papa Francesco eletto e tutto ritorna alla normalità in quel di San Pietro, tra il silenzio e la preghiera; lo stesso silenzio imposto su vicende scabrose e imbarazzanti cui il Vaticano rifiuta di prendere posizione da tempo, un silenzio assordante che alimenta la già nutrita schiera di sostenitori delle più fantasiose teorie complottistiche, pronti a giurar sulle loro madri che negli uffici papali si consumino più scandali che rosari. In questo clima nebbioso che oramai si trascina da decenni, sembra quasi naturale il veder proliferare una cultura più o meno underground che tenta, in tutti i modi e con ogni mezzo, di portare a galla tutto il marcio della chiesa cattolica, scadendo a volte nel fantascientifico come nel caso di Dan Brown e il suo "Codice Da Vinci", un libro piacevole e dal ritmo serrato che ha fatto la fortuna del suo autore e di Roberto Giacobbo, che a questo libro dedica almeno una puntata al mese di Voyager. Di libri del genere ne esistono a migliaia, in molti quelli più argomentati e veritieri delle fantasie del buon Dan; tra questi annoveriamo, senza dubbio, l’opera investigativa di David Yallop, "In Nome di Dio", il quale tenta di far luce sull’oscura vicenda della morte di papa Giovanni Paolo, al secolo Albino Luciani. Un’opera divenuta best seller e che ripropone i mai chiariti scandali che colpirono l’Italia di fine anni ’70, dal crollo del banco Ambrosiano e il ritrovamento del corpo di Calvi, al coinvolgimento dello IOR e il cardinal Marcinkus. Un’opera talmente interessante che ha inspirato il giovane team italiano Adventure Productions per lo sviluppo del loro lavoro, un’interessante avventura grafica suddivisa in quattro episodi e che risponde al nome di Shadows On The Vatican.

L’ira: la più funesta delle passioni umane

Dopo un primo fortunato capitolo che ha svolto efficacemente la difficile funzione di “episodio pilota” della serie, introducendone trama e personaggi principali, il seguito giunge immediato, rimescolando parzialmente le carte mostrate finora e spostando leggermente l’attenzione del giocatore dalle vicende principali, facendogliele osservare anche da un punto di vista differente. Gli episodi, com’è lecito aspettarsi, sono strettamente collegati e cadere nel rischio spoiler è semplicissimo: per evitare di rovinarvi anche solo un dettaglio, eviteremo commenti circa la trama e l’inizio di Ira, poiché comincia esattamente da dove era finito Avarizia. Vi possiamo solo anticipare che in questo gioco, affiancata alla figura del protagonista James Murphy, troveremo la seducente Silvia, una donna mozzafiato ma molto pericolosa. Dopo una serie di circostanze sulle quali non possiamo sbottonarci, Silvia e James si troveranno, nonostante le profonde diversità, ad affrontare lo stesso male, ognuno dal proprio punto di vista e seguendo la propria pista. Le indagini li condurranno a contatto più volte con la malavita romana e la corruzione vaticana, ma i modus operandi diametralmente opposti di James e Silvia ci porteranno a risolvere gli enigmi con approcci molto diversi tra loro, utilizzando talvolta l’astuzia, talvolta la forza. La realizzazione dei personaggi è senz’ombra di dubbio uno degli aspetti meglio riusciti dell’intero titolo, merito soprattutto della localizzazione in dialetto romanesco e della buona qualità delle tavole realizzate a mano, che distolgono più volte l’attenzione dalle piccole magagne del titolo.

I panni sporchi del Vaticano

Shadows On The Vatican Atto II è una classica avventura grafica punta-e-clicca che, nonostante utilizzi modelli poligonali in tre dimensioni, fa ancora uso del mouse come unico mezzo di locomozione/azione, tenendo fede alla tradizione del genere senza avventurarsi in pericolosi esperimenti o comandi da tastiera, troppe volte fallati in titoli dello stesso genere. Tramite il fidato mouse sarà possibile richiamare anche l’inventario, semplicemente portando il cursore nella parte alta dello schermo, facendo così apparire il vettore degli oggetti in nostro possesso:la navigazione degli stessi è un po’ macchinosa per via della piccola finestra di oggetti visibili; una griglia sarebbe stata, senz’altro, molto più comoda. Fortunatamente per noi, non avremo a che fare con situazioni critiche in cui dovremo essere veloci nel selezionare un oggetto dall’inventario per usarlo rapidamente; questo perché, in media, avremo a che fare con enigmi abbastanza lineari, risolvibili tramite la giusta combinazione d’oggetti. Mancando enigmi ambientali di rilievo, la sfida del titolo è garantita dai più classici "combina due o più oggetti per ottenere un terzo oggetto da utilizzare per superare l’ostacolo": questa particolare forma, se inserita in un contesto fuori dal normale come un Monkey Island qualsiasi, può portare a combinazioni particolarmente esilaranti (da sottolineare il tributo degli sviluppatore a Monkey Island in un determinato enigma, ndr); in contesti invece normali, con tutte le leggi della fisica al proprio posto, le situazioni saranno molto meno fantasiose ma più pratiche, con enigmi che necessiteranno di un briciolo di fantasia e una spolverata di pensiero laterale per essere superati brillantemente. Vi ritroverete a scorrere più e più volte l’inventario per trovare gli oggetti da combinare o utilizzare, venendo pesantemente aiutati dal gioco stesso tramite due accorgimenti, che evitano all’utente di perdere tempo con tentativi inutili o pretestuosi, ma che hanno l’effetto collaterale di guidare, per esclusione, il giocatore verso la soluzione dell’enigma proposto. Il primo accorgimento riguarda l’inventario: quando selezionerete un oggetto e lo farete passare sopra un altro, se questi due saranno incompatibili, comparirà immediatamente una X rossa in prossimità del cursore per indicarvi che, ad esempio, combinare una pistola con se stessi non è proprio una mossa intelligente. Il secondo accorgimento è, invece, inerente i personaggi e i loro commenti, i quali vi indicheranno la strada giusta e la soluzione parziale, per ogni oggetto che proverete nell’approccio all’enigma: se l’oggetto rientra nella soluzione, allora potrete ascoltare un commento che vi spianerà praticamente la strada. Questi due piccoli aiuti, se così possono essere chiamati, hanno il pregio di privare il titolo del “trial and error” forsennato che molti giocatori, erroneamente, applicano ai punta-e-clicca sperando che la dea bendata li aiuti; d’altro canto, è doveroso riscontrare come ciò vada ad incidere pesantemente sulla difficoltà, trascinandola inesorabilmente verso il basso, senza però mai scadere nel banale.

Roma nun fa la stupida stasera

Rimanendo in tema di non banalità, è da apprezzare anche la scelta ardita degli sviluppatori d’utilizzare il dialetto romanesco per alcuni personaggi, con il preciso scopo di rendere la vicenda il più coinvolgente possibile. Inserire un dialetto in un videogioco non è cosa semplice e, talvolta, il risultato può essere tutto fuorché positivo, come il recente Lucciconio di Ni No Kuni insegna: il dialetto in Shadows On The Vatican s’incastra perfettamente, grazie a dialoghi ben scritti, nella vicenda, rendendola più vera, così come i personaggi fuori dagli schemi classici e dotati di un certo carisma. Oltre al dialetto della capitale, fanno la loro apparizione nel titolo anche luoghi simbolo di Roma, sfruttati dagli sviluppatori per i propri scopi e riprodotti con una certa fedeltà e una certa cura per i particolari, nonostante una qualità del tratto a volte non entusiasmante. In generale, gli sfondi bidimensionali sono di buona fattura, tradita forse da un’eccessiva semplicità che restituisce, agli occhi del giocatore, degli ambienti asettici e che sembrano fuoriuscire da un catalogo Ikea, almeno gli interni. D’altro canto, gli oggetti raccoglibili e i possibili luoghi d’interazione sono ottimamente amalgamati con tutto il resto, evitando quella spiacevole sensazione di "sovrapposizione", che fa spiccare tali oggetti dallo scenario rendendoli estranei al contesto in cui sono collocati. Discorso diverso per quanto riguarda i modelli tridimensionali dei personaggi: senza infamia né lode, offrono il minimo indispensabile per essere distinti li uni dagli altri ma nulla più, avendo però il pregio, così come gli oggetti, di non risultare mai eccessivamente fuori dallo scenario. La storia è invece narrata tramite delle tavole disegnate a mano che vengono proposte nei momenti topici dell’azione; così come le miniature dei personaggi, che fanno capolino nella parte bassa dello schermo quando due personaggi cominciano a discutere: in entrambi i casi, facciamo i nostri complimenti ai disegnatori per la buona qualità del loro lavoro.

C’è del marcio in Vaticano?

I ragazzi di Adventure Productions non toppano il secondo appuntamento con il grande pubblico e ci regalano un atto II degno successore di Avarizia: Ira prosegue, senza macchie indelebili, il racconto dell’avventura di James Murphy e del suo disperato tentativo di portare a galla il marcio della chiesa cattolica che lo sta perseguitando. Un’avventura senza infamia, dunque, ma nemmeno senza lodi particolari, eccezion fatta per la bravura degli sviluppatori nel ricreare una Roma autentica, non tanto nelle fattezze, quanto nei suoni e nell’odore; una capitale in cui minacce e cospirazioni sono dietro l’angolo, in cui l’asticella dell’attenzione non scende mai a livelli pericolosamente bassi, permettendo al giocatore di raggiungere incolume dalla noia i titoli di coda. La cosa che, sinceramente, c’ha stupito molto in maniera negativa riguarda i caricamenti: frequenti e di durata considerevole in alcune circostanze, denotano un’ottimizzazione un po’ trascurata e che meriterebbe maggiore attenzione per i capitoli futuri.

CI PIACE
-Avventura piacevole\n-Buona l?immedesimazione nella vicenda\n-Non vi annoierete se vi piace il genere\n-Buone le tavole realizzate a mano
NON CI PIACE
-Eccessivamente lineare e guidato\n-Fondali ?asettici?\n-Scarsamente ottimizzato
Conclusioni
Shadows On The Vatican conferma il trend positivo con cui aveva cominciato la serie impreziosendosi di un?altra piacevole avventura grafica. Il titolo è ben confezionato e non soffre particolari criticità, eccezion fatta per dei problemi legati all?ottimizzazione del gioco ed un?eccessiva semplicità che, in alcuni casi, può dare addirittura fastidio. Tralasciati questi dettagli, Shadows On The Vatican Atto II si dimostra essere un valido titolo, forse non un valido avversario per i cervelli più allenati, ma che al giorno d?oggi può rappresentare una splendida via di fuga dal corri, salta e spara quotidiano.
7.5Cyberludus.com
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