Da grandi poteri vengono grandi responsabilità, questa frase celebre può essere tranquillamente adattata ai grandi poteri dell’industria videoludica, che ogni anno detengono la grande responsabilità di dare un senso al tempo e al denaro di appassionati di videogiochi. Tra i colossi dell’intrattenimento videoludico c’è Electronic Arts , che ha scritto tante pagine di storia del nostro passatempo preferito e di certo ne scriverà ancora. Una delle serie più apprezzate e seguite del publisher canadese è certamente Need for Speed , titoli di corse su strada spiccatamente arcade che pongono il giocatore alla guida di auto da sogno. Need for Speed: The Run è l’ultimo arrivato nella scuderia nord americana, è un’opera targata Black Box e si avvale dell’avveniristico motore Frostbyte 2.0 , già visto in azione in Battlefield 3 . The Run arriva circa sei mesi dopo Shift 2 e ad un anno di distanza dal celeberrimo Hot Pursuit di Criterion Games e il suo compito è quello di far dimenticare all’utenza i folli inseguimenti a favore di una pazzesca “Corsa” di matrice hollywoodiana. Sarà riuscito nell’impresa?
La disperazione rende un uomo capace di tutto
Contrariamente alle ultime uscite di Need for Speed , e ispirandosi maggiormente al filone ” Most Wanted “, ” Carbon ” e ” Undercover “, Need for Speed: The Run punta l’attenzione su una trama degna di un film di Vin Diesel . Jack, il protagonista, viene ingaggiato da un’amica per partecipare ad una corsa clandestina che parte da San Francisco e termina a New York e il primo ed unico premio è di venticinque, sonanti, milioni di dollari che farebbero molto comodo a Jack, perché deve moltissimo denaro alle persone sbagliate. Tra l’eroe e la meta, però, si frappongono duecento partecipanti, decine di macchine da sogno che vanno dalla A di Aston Martin alla Z di Zonda Pagani , forze dell’ordine e altri inconvenienti. Bastano pochi minuti per capire che la corsa in cui il nostro eroe si getta a capofitto non è una gara qualsiasi ma dietro essa vi sono delle persone estremamente malvagie e al di là di corse cladestine, gare contro il tempo, gare ad eliminazione ed inseguimenti contro poliziotti, malavitosi ed elicotteri, il prode Jack dovrà vedersela anche con brevi e adrenaliniche sessioni a piedi in cui la sua vita è costantemente messa in pericolo. La posta, però, è troppo alta e il fallimento non è contemplato, così il nostro eroe sarà capace di gesta che superano l’umana comprensione.
Frostbyte 2.0…dove lo vedi?
Tecnicamente parlando, la prima cosa che è stata detta di The Run è che poggia le solide fondamenta tecniche (audio, grafica, fisica) sul motore creato da Digital Illusion CE , il Frostbyte 2.0 , che – come già accennato in apertura – è stato sfruttato molto bene in un altro gioco di punta di Electronic Arts: Battlefield 3 degli stessi DICE. Negli studi di Black Box, però, qualcosa deve essere andato storto: forse, contrariamente ai loro colleghi, non hanno scelto il Pc come piattaforma di partenza, forse non hanno saputo sfruttare pienamente la potenza tecnica messa loro a disposizione, di fatto si può dire che pur arrivando ad un anno di distanza da Hot Pursuit, Need for Speed: The Run riesce a presentarsi graficamente peggio dell’illustre predecessore. Alcuni livelli sono estremamente dettagliati ed ispirati, altri invece sono risultati sotto tono, le vetture principali sono molto ben realizzate, contrariamente a quelle secondarie e quelle di polizia ed inseguitori vari. Buoni risultano gli effetti di illuminazione e soprattutto il sonoro, ma in generale si deve tristemente ammettere che l’impatto con The Run è tutt’altro che mozzafiato come quello di Hot Pursuit. Piccoli glitch grafici, amnesie dell’intelligenza artificiale e imbarazzanti deficit alla fisica di gioco non aiutano a risollevare le sorti.
Si, viaggiare evitando di sudare troppo
Il modello di guida è completamente antitetico rispetto a quello di Hot Pursuit e in generale a quello ispirato da Outrun , mutuato poi splendidamente da Burnout . Ciò potrebbe non essere un difetto ed è lodevole il tentativo di creare qualcosa di nuovo e all’altezza, ma il risultato finale, anche qui, è tutt’altro che apprezzabile: a volte la macchina sembra godere di molti aiuti alla guida e sembra suggerire la staccata o la sterzata, ridimensionando la bravura di noi piloti, che in pratica dobbiamo limitarci ad accelerare e frenare con tempismo, inclinando bene la levetta analogica per confermare le intenzioni di sterzata. Le macchine offrono modelli di guida diversi, in dipendenza del peso e della maneggevolezza ma trattandosi di un gioco arcade, la scelta ricadrà più sulla macchina che ci è più simpatica piuttosto che su quella effettivamente migliore per i nostri scopi. Se qualcuno si fosse chiesto come diamine si fa a scegliere una vettura nel bel mezzo di una corsa all’ultimo respiro troverà qui la risposta: durante le corse possiamo fare una rapida sosta in una delle poche stazioni di servizio presenti lungo la strada, a quel punto la corsa viene messa in pausa e noi possiamo attingere a quella decina di auto a nostra disposizione. In altri punti della campagna di gioco singolo veniamo privati della vettura, dobbiamo sopravvivere ad una sequenza di quick time events (bisogna premere il tasto giusto entro pochi secondi, pena la dipartita del protagonista, NdR) e poi sceglierne una inedita fra tre o quattro a disposizione. L’esperienza di gioco finisce con l’essere un po’ troppo semplificata, il grado di sfida è decisamente basso e raggiungere i titoli di coda del gioco sarà uno scherzo per chi prende confidenza in fretta con i controlli. Nell’arco di un pomeriggio, in pratica, il gioco viene inserito nel lettore e completato.
Sblocca che ti passa, in compagnia non entusiasma
Arrivati alla fine del gioco dopo tre o quattro ore (a seconda del vostro grado di abilità), la sensazione di incompletezza sarà decisamente pressante e la nostra speranza è quella che possediate una connessione a banda larga per spulciare il gioco nelle sue varianti. La prima di questa, l’unica che non necessita di internet, è la modalità “Sfide” che ci mette alla guida di una vettura predefinita e dobbiamo completare gli obbiettivi richiesti: il premio per il corretto completamento della missione sarà un’auto nuova o altri piccoli “collezionabili”. Altre – poche – auto possono essere guadagnate durante “La Corsa” in solitaria: vi saranno dei personaggi che ci sfideranno a duello e noi non dobbiamo far altro che fargli respirare i nostri scarichi fino al traguardo. Infine, le classiche modalità online quali corsa semplice o corsa a eliminazione. Queste ultime sono delle corse piene di checkpoint e l’ultimo giocatore a tagliare uno di questi viene eliminato finché non ne resta solo uno. Le buone prestazioni online garantiscono nuove auto, sfondi per il menu e medaglie al merito da sfoggiare. La presenza dell’ Autlog , inaugurato con Hot Pursuit, dovrebbe garantire una sfida sempre accesa tra gli amici e gli appassionati, che dovrebbero dimostrare chi è il migliore pirata della strada. Il condizionale è d’obbligo perché pur con le migliori intenzioni, l’offerta di Black Box sembra non garantire sufficienti motivazioni per riprendere il gioco una volta visti i titoli di coda.
Più passi indietro e meno passi avanti
Need for Speed: The Run è un gioco di corse automobilistiche clandestine sicuramente atipico, vista la presenza imperante di una trama cinematografica che affianca il giocatore lungo tutta la campagna solitaria. Pur godendo – sulla carta – del motore grafico Frostbyte 2.0 non fa assolutamente niente per distinguersi dalla massa di videogiochi di corse arcade e anzi risulta assolutamente nella media. Una componente online tutt’altro che entusiasmante, piccoli difetti di programmazione e una piattezza di fondo completano l’opera di “flop” di quest’ultimo Need for Speed. Non è un brutto gioco, anzi, ma perde il confronto con Hot Pursuit su tutta la linea e quest’anno non è di certo la prima scelta per tutti gli appassionati di racing games.