Molti, forse, non lo conoscono, ma George Raymond Richard Martin è uno scrittore americano che ha avuto il merito, negli ultimi quindici anni, di aver creato una saga di epica fantasy in prosa che nulla ha da invidiare ai mostri sacri del genere quali Terry Brooks (ciclo di Shannara) e John R.R. Tolkien (Il Signore degli Anelli, Il Silmarillion). Dopo aver concesso i diritti per due giochi di ruolo cartacei, un gioco di carte da collezione e una serie di telefilm dal cast hollywoodiano, arrivano gli studi di sviluppo Cyanide a proporre un adattamento videoludico delle “Cronache del ghiaccio e del fuoco”. A loro si deve A Game of Thrones – Genesis uno strategico in tempo reale molto singolare che cerca di rendere giustizia all’epicità e agli intrighi che caratterizzano i romanzi di Martin.
Mille anni prima di Ned Stark e Robert Baratheon
A Game of Thrones – Genesis prova a raccontare la storia del continente creato da Martin, il Westeros, tramite una campagna di missioni dinamiche che ci mette, gradualmente, al comando di tutte le fazioni del gioco – e dei libri – per scrivere la “preistoria” del ciclo letterario che troviamo nelle librerie. Così ecco iniziare la nostra epica avventura alla guida di Nymeria, la regina guerriera che venne dal mare e prese possesso di alcune terre conosciute. E’ solo la punta di un iceberg politico, diplomatico, economico e strategico in cui noi giocatori siamo chiamati ad impersonare il leader delle fazioni dei “Sette Regni di Westeros” che sono i seguenti casati: Stark, Tully, Lannister, Targaryen, Baratheon, Tyrrel e Martell. Ogni fazione ha pregi, difetti e unità uniche che possono aiutarle a perseguire i propri scopi. La finalità ultima del gioco è quella di guadagnare così tanto prestigio economico, militare e politico da poter essere considerato l’unico e degno sovrano a poter prendere posto nel mitico “Trono di Spade”, ma la strada che ci separa da questa meta è colma di insidie.
Impatto visivo gradevole, buon versante sonoro ma…
Visivamente parlando, l’ultima fatica degli studi Cyanide, si presenta piuttosto bene grazie ad un motore grafico per nulla pesante, alla portata di molte configurazioni hardware e un aspetto dotato del giusto grado di dettaglio. Non stiamo parlando di un capolavoro che vuole imporre nuovi standard qualitativi, ma è tutto al posto giusto e nel modo giusto. A partire dalle unità e per concludere ai fondali, senza dimenticare la presenza di effetti atmosferici dinamici, possiamo concludere che sul versante tecnico, A Game of Thrones, si difende piuttosto bene. Il profilo degli effetti sonori e delle musiche non ci è parso curato allo stesso modo di quello grafico, è un lavoro svolto senza infamia né lode che restituisce la giusta atmosfera e aiuta ad immergersi nel mondo di Westeros. Buon plauso, infine, va dedicato al doppiaggio in inglese che ci è sembrato di buon livello.
…la novità viene dalla giocabilità.
Grazie ad una comoda visuale dall’alto, liberamente rotabile e con immancabile zoom per godere dei dettagli e delle animazioni dei personaggi, i controlli dedicati alla telecamera sono semplici, intuitivi e del tutto in linea con le produzioni più blasonate. Un breve e necessario tutorial ci introduce ai comandi base e ai tasti-scorciatoia della tastiera, molto preziosi in un gioco in cui non vi sono turni da rispettare e avviene tutto, rigorosamente, in tempo reale. Al di là del sistema di controlli che fonda la sua immediatezza sul binomio mouse e tastiera, quello che ci ha lasciato piacevolmente sorpresi è stato il fatto che A Game of Thrones (abbreviato anche “Agot”) non somiglia neanche lontanamente a qualche altro, precedente, gioco entrato nella storia del genere degli strategici. Ce ne accorgiamo da subito: dal modo in cui si gestisce l’economia, con pochi click e con facilità; dalla presenza di disparati personaggi diplomatici di diverso genere quali le nobildonne, le spie, gli emissari; dalla possibilità di imbastire un esercito ma non come quelli a cui ci ha abituato – per esempio – la serie Total War. Qui ogni plotone di soldati richiede denaro ma soprattutto prezioso cibo da togliere alle già affamate bocche dei nostri servi, ed è molto difficile, specie agli inizi, puntare sulla forza. Ecco dunque che bisogna spremere le meningi e adottare un modo di affrontare i nemici che prescinde dal mero dispiegamento delle truppe. Che decidiamo di essere un sovrano conquistatore, usurpatore o diplomatico, dobbiamo cercare di avere occhi e orecchie ovunque nel nostro regno e non sarà facile. Tra complotti, patti segreti e voltafaccia, scopriamo in breve tempo quanto difficile, infida e dura sia la vita politica medievale, specie quella del Westeros di Martin, piena di personaggi senza scrupoli.
Uno strategico in tempo reale veramente atipico
Per il suo modo di essere affrontato, A Game of Thrones – Genesis ci ha ricordato parecchio un grande classico della strategia medievale: Crusader Kings. Nel gioco di Cyanide, però, troviamo un’interessante campagna dinamica, mappe dal territorio meno esteso ma molto dettagliate e tanti obbiettivi da perseguire oltre a quello finale. Gli aspetti quali gestione militare, diplomazia, spionaggio e complotto ci hanno colpito positivamente perché ben curati, affatto frustranti e possono soddisfare diversi tipi di giocatore. A completare l’offerta si trova un’interessante modalità online che prevede l’incontro/scontro tra ben sette giocatori che tra alleanze, presunte tali e scontri militari dovranno imporre la propria egemonia su tutti gli altri. Non ci sentiamo di considerare A Game of Thrones – Genesis un capolavoro irrinunciabile o un acquisto obbligato, però non crediamo di sbagliare dicendo che questo piccolo parto creativo brilla di luce propria, invita ad un approccio più ragionato e premia diversi tipi di giocatori: dal più diplomatico al più guerrafondaio. Ad incorniciare una situazione abbastanza positiva viene lo sfondo letterario di G.R.R. Martin, denso di epicità, mistero, miti e leggende. Le uniche pecche di questo titolo sono da ricercare nel genere in cui va ad inserirsi, che su computer è decisamente inflazionato, quello degli strategici, dominato da Starcraft 2 e la serie Total War, senza dimenticare i vari Civilization di Sid Meier. L’ambientazione medieval-fantasy, se da un lato è poco esplorata nel campo dei gestionali, dall’altro potrebbe non piacere ai più smaliziati. Infine va ammesso che se l’utente cercasse una vera gioia per gli occhi, di certo non potrebbe trovarla nell’ultima fatica di Cyanide che punta decisamente su altri aspetti.