Abbandonati da qualche tempo i lidi di JoWood Entertainment, i talentuosi sviluppatori di Piranha Bytes hanno trovato in Deep Silver un porto sicuro entro il quale dedicare anima e corpo allo sviluppo di Risen, gioco di ruolo d’azione nonché erede spirituale di quei tre Gothic che moltissime approvazioni da critica e pubblico hanno raccolto nel corso di dieci, intensi, anni. Il primo Risen fu sviluppato per Pc Windows e Xbox 360, era un buon gioco di ruolo d’azione ma – almeno su console – è stato decisamente annichilito dall’unione di una concorrenza spietata e una conversione non proprio all’altezza. Imparando bene dai propri errori, gli sviluppatori si stanno dedicando a Risen 2 Dark Waters, seguito ufficiale e a tutti gli effetti un progetto nuovo e sotto molti aspetti innovativo, pur trattandosi di un sequel. A Colonia, durante una dimostrazione a porte chiuse, gli sviluppatori hanno mostrato cosa di buono bolle in pentola.
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Un arcipelago denso di avventure, un eroe provato da un’impresa titanica, un mondo da salvare
Lungi da noi rovinarvi il piacere di scoprire la storia che si cela dietro il primo Risen. Qui vi basti sapere che, rispettando tutti i luoghi comuni delle avventure fantasy, un’eroe senza nome, naufrago sull’isola di Faranga, è riuscito a sbarazzarsi di una terribile minaccia planetaria pagando un pegno non indifferente: un proprio occhio. Ecco spiegato il motivo per cui l’eroe che vediamo in Risen 2 Dark Waters sia guercio. Dopo aver lasciato le spiagge di Faranga il cammino del “senza nome” arriva in un arcipelago di isole che – manco a dirlo – soffrono di gravi problemi. Le comunicazioni navali, di vitale importanza, sono interrotte a causa di mostri marini e altre gravi minacce che vivono sotto l’acqua. Da qui si spiega anche il sottotitolo Dark Waters, che spiega quasi tutta la faccenda, perché i mostri marini sono solo la punta di un iceberg che si chiama “minaccia planetaria”. Abbandonati del tutto i richiami gotico-medievali, ecco affacciarsi alla vista di chi gioca un mondo a base di acqua cristallina, spiagge paradisiache, galeoni, pirati e armi da fuoco. Un deciso cambio di stile che pone Risen 2 sotto una luce estremamente diversa e singolare, perché quest’anno sarà praticamente l’unico gioco a trattare un gioco di ruolo a base di rum, velieri e tesori sepolti sotto una grande X.
Primo sguardo alla grafica e comparazioni tra computer e console
Stilisticamente e visivamente parlando, Risen 2 sembra non somigliare a nessun gioco apparso nella storia del Videogioco e questo è solo un gran bene. Enormi sforzi sono stati profusi per rendere questo titolo estremamente curato e soprattutto unico. La missione, in questo senso, sembra riuscire alla perfezione. Le texture sono molto dettagliate, le animazioni globali dei personaggi sono convincenti e siamo certi che saranno raffinate ulteriormente in dirittura d’uscita. Forse a causa di una versione dimostrativa vecchia, ci è sembrato che le animazioni dei volti e delle mani non fossero all’altezza con tutto il resto e il contrasto tra un ambiente estremamente variopinto e curato e personaggi un po’ legnosi è stato evidente. Il gioco, lo ricordiamo, è in fase di sviluppo e tutto può cambiare da qui alla data d’uscita, non ancora fissata e sensibile di cambiamenti nel corso del tempo. Altri dettagli su cui gli sviluppatori si sono soffermati riguardano la comparazione tra la versione pc e quella console di questo titolo. Questo perché nel caso del primo Risen, il divario grafico era veramente imbarazzante e nettamente a favore della versione per home computer del gioco. Per Risen 2, Piranha Bytes sta profondendo moltissimi sforzi per rendere le tre versioni complete praticamente identiche. Le uniche differenze risiederanno nel frame rate (o fluidità di gioco) che su pc dovrebbe essere un po’ più alto. Da quel che abbiamo visto a Colonia, sotto il profilo visivo le due versioni appaiono quasi identiche con due precise differenze: le texture che rivestono i personaggi, su console, appaiono leggermente meno dettagliate e la fluidità è decisamente sotto gli standard tollerabili. Non è la Gamescom di Colonia la sede opportuna per fermarsi sulla velocità di riproduzione, ma bisogna ammettere che non ci saranno macroscopiche differenze tra la versione pc e quella console di Risen 2.
Per creare un gioco eccezionale occorre molto tempo, a noi tocca aspettare
Che Risen 2 sia un cantiere aperto lo si evince da molti piccoli dettagli. Il gioco sembra praticamente completo, ma necessita di tutte quelle piccole limature che fanno la differenza tra un prodotto fatto di fretta ed un titolo eccezionale sotto ogni punto di vista. La base e le premesse sono estremamente valide, già a questo punto le animazioni, i fondali e il livello di dettaglio sono di altissimo livello. Adesso Piranha Bytes deve darsi molto da fare per smussare i piccoli e numerosi spigoli che sono emersi durante la prova. Vi sono degli effetti pop-up da eliminare, le espressioni dei volti da migliorare, l’effetto clipping che alle soglie del 2012 non dovrebbe più essere presente in qualunque gioco che arriva nei negozi. Se gli sviluppatori riusciranno a spazzar via questi piccoli nei, siamo certi che Risen 2 sarà un gioco “definitivo” sotto molti aspetti. Al di là dei meri nei grafici del tutto risolvibili, bisogna infine segnalare una buonissima intelligenza artificiale, un sistema di combattimento all’apparenza ottimo – ben fatte le collisioni tra spade, ma bisogna provare con mano il risultato finale – e una coerenza di fondo molto accentuata: durante la dimostrazione, infatti, prima di essere ricevuto dal governatore di un’isola, il protagonista doveva trovare un abbigliamento adatto all’occasione. Il dimostratore ha comunque provato a forzare il blocco delle guardie con la sola conseguenza di vedersi puntate le spade alla gola per essere ricondotto a più miti consigli. Se la cura per gli aspetti visivi e sonori sarà tanta quanta quella riposta per gli aspetti di gioco, allora saremmo pericolosamente vicini alla parola “capolavoro”. Noi, da bravi appassionati di GdR d’azione, non speriamo altro.
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