Affidato alle sapienti mani di SCE Santa Monica, Escape Plan è un puzzle-game in sviluppo esclusivo per Ps-Vita, contrariamente ai tanti giochi in lavorazione non prevedere connettività e componente multiplayer è ha un’insolita storia da raccontare. Grazie ad una scelta cromatica, un’ambientazione e un paio d’eroi che farebbero invidia a Tim Burton, Escape Plan si propone come gioco più interessante di questa attuale offerta Ps-Vita, scopriamo insieme il perché.
Sono due, sono prigionieri e…sono scemi!
I protagonisti di questa storia strampalata (della quale non sono stati rilasciati dettagli, ndr) sono due. Lil è l’ometto più piccolo e magro, che oltre a mettersi nei guai ha l’insolita capacità di inalare una quantità disumana di gas: utile quando occorre gonfiarsi come un palloncino e superare larghi strapiombi facendosi strada a suon di…trombette del sedere. Laarg, invece, è il tizio grande e grosso che peserà all’incirca duecento chili, fa fatica a muoversi ma ha dalla sua la capacità di spaccare, con il proprio peso, grandi porzioni di pareti con poco intonaco. Lo scopo del gioco è guidare i nostri anti-eroi, all’uscita del livello, un po’ come accadeva nel vetusto Lemmings. Le analogie con questa vecchia gloria non si fermano qui, perché quando incitiamo Lil, Laarg o entrambi a camminare, essi non si fermeranno di fronte a niente (letteralmente) con tutte le conseguenze del caso: c’è un baratro sul loro cammino? Nessun timore, Lil e Laarg ci si fionderanno senza alcun timore raggiungendo morte certa. E questo è solo uno dei mille esempi in cui i nostri possono tirar le cuoia in Escape Plan.
Interazione quasi massima, poche caratteristiche Ps-Vita tralasciate
Sembra che con le sole eccezioni dei pulsanti direzionali e del microfono, tutte le funzionalità di Ps-Vita sono state sfruttare anche in Escape Plan. Con le levette analogiche gestiamo la visuale, con i tasti dorsali si sceglie il personaggio con cui interagire e con l’accelerometro si aiuta Lil a trovare una giusta direzione quando non “strombazza” e, gonfio come un pallone, levita verso l’alto. Tramite le due superfici touch, invece, si può interagire con tutto quello che è inquadrato sullo schermo, da Lil e Laarg a ogni più piccolo oggetto presente nella visuale. Da qui ecco che la risoluzione dei puzzle di ogni livello acquista molto spessore. La facoltà di interagire con quasi tutto quello che si vede, inoltre, è giustificata dal fatto che vi sono molti bonus nascosti e quindi dobbiamo dar fondo a tutta la nostra vena esplorativa per riuscire a trovarli tutti.
Scelte di design e sonore coraggiose
Citare Tim Burton in apertura dell’articolo non è stato un caso. Escape Plan si presenta completamente in bianco e nero, i protagonisti sembrano lontani cugini di Jack, il protagonista del film “Nightmare Before Christmas” , le ambientazioni ricordano antiche fabbriche di fine ottocento e vecchi manicomi criminali, il fatto che i protagonisti possano morire in una grossa esplosione di sangue non fa cadere, tale gioco, nel calderone dei “giochi per tutti”, indubbiamente. E’ veramente coraggioso puntare forte sul bianco e nero (forse ispirati dal brillante “Limbo”? Ndr) e su un tema molto serio come la detenzione e la presenza di scene vagamente splatter. Carina la scelta di mostrare il numero di decessi di ciascun personaggio direttamente sulla propria tuta, come se fosse un numero di matricola stampato sul vestito. Una nota di colore va dedicata alla colonna sonora: un misto tra musica originale e composta dalle sapienti mani che si celano dietro Fat Princess e musica classica, perfetta, in alcuni casi, per contestualizzare una situazione o un intero livello di gioco. Un ottimo modo, aggiungiamo noi, per far scoprire alle nuove generazioni dei mostri sacri di quella che una delle forme d’arte più antiche del mondo, capolavori classici senza tempo firmati Bach, Chopin, Mozart e altro ancora.
Pochi difetti già delineati, ma nessuno è perfetto
Nessun videogioco, a memoria d’uomo, è approdato sugli scaffali senza alcun difetto da riscontrare. Escape Plan riesce a suggerirne qualcuno già da adesso, ma le premesse per affermarsi come un gioco estremamente originale e ricordato per molto tempo a venire ci sono tutte. La prima perplessità viene dal fatto che il gioco è totalmente dedicato al giocatore singolo, in totale controtendenza con quello che promette di realizzare Ps-Vita, riguardo ad una connessione sempre attiva tra utenti. Altro piccolo neo che viene fuori – strettamente connesso con l’assenza di una modalità multigiocatore – è la totale assenza di una modalità cooperativa: i protagonisti sono due, era quasi naturale pensare che due amici potessero prendere le parti di Lil e Laarg, rispettivamente, e farsi due risate in compagnia, tentanto di aiutarli a non morire durante la fuga. Al di là di queste due perplessità riscontrate, stiamo parlando di uno dei possibili giochi esclusivi per Ps-Vita da avere assolutamente o da giocare almeno una volta nella vita. Non ci resta che aspettare una data ufficiale, perché anche questo titolo non affiancherà Ps-Vita nei primi giorni di commercio di questa.